Botta e risposta a distanza tra le due signore della politica italiana
Il duello a distanza tra la Meloni e la Schlein apre il "pre-campagna elettorale” 2027
Il presidente del Consiglio saluta trionfante i partecipanti di Atreju mentre Elly Schlein convoca l'assemblea nazionale del Pd e lancia il guanto di sfida: «Meloni smetta di fare cabaret e venga a confrontarsi in Parlamento sul Paese reale»

Il segretario del Partito Democratico Elly Schlein
Photo: a sinistra durante l'assemblea nazionale del Pd all'Auditorium Antonianum di Roma e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel comizio finale di Atreju, la manifestazione annuale di Fratelli d'Italia, il 14 dicembre
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Nel giorno finale di Atreju, Giorgia Meloni si è presa tutta la scena con un intervento di sessanta minuti. E mentre la titolare di Palazzo Chigi parlava alla folla festante dei propri sostenitori, qualche chilometro più a sud, all’Auditorium Antonianum, Elly Schlein riuniva l’assemblea nazionale del Partito Democratico. Un botta e risposta a distanza, quello tra le due signore della politica italiana, che è sembrato un fischio d’inizio della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2027.
Dal palco di Atreju la premier ringrazia il segretario del Pd, «che con il suo nannimorettismo ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il presunto Campo largo lo abbiamo riunito noi ad Atreju e quella che dovrebbe federarli non si è presentata, contenti loro». Il riferimento è alla mancata partecipazione alla kermesse della Schlein, che aveva acconsentito a prendervi parte solo a patto di un confronto diretto e “bilaterale” con la Meloni. Giuseppe Conte, invece, ha accettato subito l’invito e preso parte a uno dei comizi, fatto che ha allargato ulteriormente la spaccatura con la leader dem.
«Noi siamo alleati e siamo amici, loro no – ha ribadito la premier, insistendo sulle divisioni interne al centrosinistra – Io ho proposto un confronto due contro uno e mi hanno detto di no. Ma non perché non volessero confrontarsi con me, ma perché non volevano confrontarsi tra di loro. E vorrebbero governare. Ma come fanno?».
«Noi siamo alleati e siamo amici, loro no – ha ribadito la premier, insistendo sulle divisioni interne al centrosinistra – Io ho proposto un confronto due contro uno e mi hanno detto di no. Ma non perché non volessero confrontarsi con me, ma perché non volevano confrontarsi tra di loro. E vorrebbero governare. Ma come fanno?».
Elly Schlein, dall’Antonianum: «Con Meloni ci confronteremo sicuramente di nuovo in Parlamento tra qualche giorno, speriamo venga a confrontarsi sul Paese reale e non sul cabaret». E le critiche sono a tutto campo. La premier, secondo la Schlein, è «campionessa di incoerenza e vittimismo» perché mentre «festeggia l’Unesco per la cucina italiana, il frigo degli italiani è sempre più vuoto». Il dito è puntato anche contro la Legge di Bilancio, in cui «non c’è nulla per la ripartenza» e intanto «aumentano le tasse e le spese militari».
Il Segretario del Pd, poi, getta uno sguardo al futuro, sicura che «la partita delle politiche è apertissima», e per prepararsi alle politiche del 2027 ha lanciato «un percorso programmatico per il Paese e nel Paese» a partire dal prossimo gennaio. Prima, però, è necessario risolvere le divisioni interne al partito. Schlein lo fa con un primo passo, annunciando l’ingresso in maggioranza di Stefano Bonaccini. «È finito il tempo delle divisioni, la maggioranza oggi si fa più larga, ma io continuerò a essere la segretaria di tutti», ribadisce la dem.
Il via libera a Bonaccini passa con 225 voti favorevoli e 36 astenuti; l’Assemblea, però, è composta da 978 persone. Numeri che fanno riflettere. A restituire un’idea dell’aria gelida che spira nel Pd sono anche alcune voci critiche che si levano dal palco dell’Auditorium e fanno da controcanto alle promesse di collegialità della Schlein. «Il pluralismo, segretaria, si pratica, non si declama soltanto. Non si può solo scegliere se allinearsi, o stare zitti o andarsene», critica Pina Picierno. Simona Malpezzi le fa eco: «La democrazia interna non si predica e basta. Ha bisogno di spazi. Abbiamo saputo di scelte da comunicati stampa e non dopo un confronto tra di noi».
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