Donald Trump guarda a oriente

di Redazione ETI/Catherine Yang
22 Ottobre 2025 16:41 Aggiornato: 22 Ottobre 2025 20:02

Donald Trump ha ufficializzato alcune tappe del suo imminente viaggio in Asia finalizzato a discutere accordi commerciali, investimenti e cooperazione economica, e durante il quale è previsto un incontro con Xi Jinping, a pochi giorni dalla (possibile) entrata in vigore di un dazio del 100 per cento sui prodotti cinesi.

Sebbene il presidente degli Stati Uniti abbia già accolto vari capi di Stato asiatici a Washington, si tratta del suo primo viaggio nella regione nel corso del secondo mandato. Le tappe annunciate comprendono Malesia, Giappone e Corea del Sud, cui se ne aggiungeranno alcune altre, come ha dichiarato lo stesso presidente, che ha accettato un invito a visitare la Cina all’inizio del prossimo anno.

La Malesia ospiterà, dal 26 al 28 ottobre, il vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean), al quale Trump è atteso il primo giorno. L’elenco dei partecipanti al vertice di quest’anno conferisce all’evento un profilo di primo piano: oltre a Trump, vi prenderanno parte i leader di Cina, Giappone, Russia, India e Italia. Kuala Lumpur ha commentato dicendo che il presidente americano «non vede l’ora» di partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco tra Thailandia e Cambogia- «Durante il vertice – ha spiegato il ministro degli Esteri malese Mohamad Hasan – speriamo di assistere alla firma di una dichiarazione, chiamata “Accordo di Kuala Lumpur”, tra questi due Paesi confinanti, per garantire la pace e un cessate il fuoco definitivo».
Il conflitto tra Thailandia e Cambogia era esploso a luglio, causando 43 vittime e circa 300 mila sfollati in cinque giorni di scontri. Il 26 luglio Donald Trump aveva contattato i leader delle due nazioni, che due giorni dopo, il 28 luglio, avevano negoziato in Malesia una tregua sotto la sua mediazione.

Il presidente statunitense si recherà poi in Giappone il 27 ottobre per una visita di tre giorni. Il viaggio coinciderà con un avvicendamento storico: il 21 ottobre il Parlamento giapponese ha eletto Sanae Takaichi, leader del Partito liberal-democratico (Ldp), alla carica di primo ministro. Sanae Takaichi è la prima donna a capo dell’esecutivo nella Storia del Giappone. La Takaichi ha dichiarato che «l’Alleanza Giappone–Stati Uniti rappresenta la pietra angolare della politica estera e di sicurezza del Giappone» e si è detta intenzionata a rafforzare ulteriormente il legame tra le due potenze. L’incontro del neo-primo ministro con Donald Trump è previsto per il 28 ottobre: al centro dei colloqui vi saranno la sicurezza regionale e la cooperazione militare. È inoltre in programma una visita congiunta alla base navale statunitense di Yokosuka.

Il Giappone ha registrato negli ultimi anni un drastico e preoccupante aumento delle attività militari cinesi nelle proprie acque territoriali, rispondendo con esercitazioni congiunte insieme agli Stati Uniti e con un’impennata nella spesa per la difesa che sta trasformando il Giappone in una potenza anche militare.
Inoltre, in settembre Tokyo e Washington hanno siglato un accordo commerciale che prevede una riduzione dei dazi sui prodotti giapponesi al 15 per cento, in cambio di investimenti giapponesi per 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha poi chiesto al Giappone di interrompere l’acquisto di energia dalla Russia. Tokyo ha confermato una graduale riduzione delle importazioni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, pur senza impegnarsi a sospendere del tutto gli acquisti di gas naturale liquefatto russo dagli impianti dello Sakhalin-2, che rappresentano circa il 9% delle importazioni totali giapponesi di Gnl. Verosimilmente, il presidente americano e il nuovo primo ministro nipponico parleranno anche di questo.

Poi sarà la volta della Corea del Sud, che ospiterà il Vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) dal 31 ottobre al primo novembre. Trump è atteso a Seul nei giorni precedenti, tra il 29 e il 30 ottobre. «Potremmo assistere a uno scenario che l’Apec non è abituata a vedere», osserva John Delury, analista esperto delle relazioni sino-americane e delle dinamiche della penisola coreana. «Considerando la linea dell’amministrazione Trump, che tende a allontanarsi dai forum multilaterali come l’Apec, questo incontro assume un significato particolare: un tentativo di riunire i leader dell’area Asia-Pacifico e rilanciare l’agenda tradizionale della globalizzazione economica e del libero commercio».

Il presidente degli Stati Uniti ha fatto sapere che durante la tappa sudcoreana incontrerà anche Xi Jinping: eventuali intese tra i due leader in materia di scambi commerciali avrebbero inevitabili ripercussioni su tutti i Paesi membri dell’Apec. Il 20 ottobre le autorità di Seul hanno comunicato di aspettarsi la conclusione di un accordo bilaterale sul commercio con gli Stati Uniti in occasione dei colloqui di fine mese. Il responsabile delle politiche economiche, Kim Yong-beom, reduce da una missione a Washington dove ha incontrato il segretario al Commercio Howard Lutnick, ha dichiarato: «Abbiamo fatto progressi sulla maggior parte dei punti e restano solo uno o due aspetti da definire».


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