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Bonaccini da anti-Schlein ad alleato più leale

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Stefano Bonaccini nel corso della direzione nazionale del PD a Roma, 23 settembre 2025. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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Da anti-Schlein ad alleato più leale. La missione del presidente democratico Stefano Bonaccini è unire il Pd e lavorare alla costruzione dell’alternativa. Facendo capire a Conte che «se non mettiamo insieme tutte le forze progressiste – osserva in una intervista a “Repubblica” – spianiamo la strada alla destra». Pronto, se servirà, a lasciare la presidenza del partito. Anche se, precisa, «nessuno me lo ha chiesto». Bonaccini spiega perché ha deciso di entrare in maggioranza: «E’ la naturale evoluzione della gestione unitaria del Pd, che io ho accettato dopo le primarie. Tre anni fa dissi che se avessi vinto avrei chiesto una mano ai miei sfidanti, così come l’avrei data a chi avesse prevalso. Io non la penso su tutto come Elly. E non rinuncerò a dire la mia laddove penso vada irrobustito il profilo di governo del Pd su temi quali, ad esempio, la sicurezza, le partite Iva o le politiche industriali. Ma – continua – mentre il mondo brucia, negli Usa ci troviamo Trump e l’estrema destra vola in tutt’Europa, ci manca solo che si perda tempo a litigare tra noi, invece di preparare l’alternativa a Meloni. È quello che vogliono i nostri iscritti ed elettori. Fra 18 mesi si voterà per le politiche e non possiamo farci trovare impreparati o divisi».

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