Ma solo a condizione che sia salvaguardata la sicurezza nazionale
Trump: sì parziale all’esportazione dei chip Nvidia alla Cina
Nvidia e altre aziende americane produttrici di componenti informatiche vedranno ridotte diverse restrizioni alle esportazioni verso la Repubblica Popolare Cinese

Il logo di Nvidia. Foto: REUTERS/Dado Ruvic/Illustrazione/Foto d'archivio
In un post su Truth, Donald Trump ha annunciato di aver autorizzato l’esportazione dei chip Nvidia H200 a clienti approvati in Cina a condizione che non danneggino la sicurezza nazionale, e di aver comunicato tale provvedimento anche al capo del regime cinese Xi Jinping.
A Nvidia sarà permesso spedire la sua linea di chip Ia Hopper senza modifiche. Anche altre aziende americane vedranno restrizioni simili revocate. «Il ministero del Commercio sta finalizzando i dettagli e lo stesso approccio si applicherà a Amd, Intel e altre grandi aziende americane» ha infatti confermato Trump.
In precedenza, Nvidia aveva venduto ai clienti cinesi l’H800, una versione degradata del suo chip H100; la componente in vendita ora, l’H200 ne è una versione aggiornata. Ma le linee più avanzate di Nvidia – Blackwell e Rubin (il cui lancio è previsto nel 2026) – non saranno comunque esportate in Cina.
Trump ha poi aggiunto, nello stesso post, che la risposta cinese è stata per lo più positiva e che questa politica sosterrà la produzione americana, i lavoratori e i contribuenti, che noteranno degli evidenti benefici. Una delle condizioni dell’accordo, infatti, è che il 25% delle vendite sarà versato agli Stati Uniti.
In precedenza, Nvidia aveva venduto ai clienti cinesi l’H800, una versione degradata del suo chip H100; la componente in vendita ora, l’H200 ne è una versione aggiornata. Ma le linee più avanzate di Nvidia – Blackwell e Rubin (il cui lancio è previsto nel 2026) – non saranno comunque esportate in Cina.
Trump ha poi aggiunto, nello stesso post, che la risposta cinese è stata per lo più positiva e che questa politica sosterrà la produzione americana, i lavoratori e i contribuenti, che noteranno degli evidenti benefici. Una delle condizioni dell’accordo, infatti, è che il 25% delle vendite sarà versato agli Stati Uniti.
Secondo alcuni, anche l’H20, che Nvidia ha prodotto per la Cina al fine di conformarsi ai controlli sulle esportazioni, non dovrebbe essere venduto a una nazione avversaria, visto che la stessa amministrazione Trump aveva annunciato un divieto sulla componente in questione all’inizio di quest’anno, prima di cambiare rotta. Tale divieto aveva spinto le associazioni commerciali cinesi a promuovere l’uso di chip di fabbricazione locale, ma le aziende cinesi che si avvalgono dell’intelligenza artificiale, come Alibaba, DeepSeek o ByteDance dipendono a tutti gli effetti dai chip Nvidia H20.
I controlli sulle esportazioni statunitensi hanno così fissato dei limiti tecnici su quali chip potessero essere esportati in Cina. I parlamentari americani hanno sottolineato che molte aziende cinesi, incluse quelle inserite nella lista nera del Pentagono, hanno eluso i regolamenti per acquisire questi chip tramite contrabbando o altri mezzi, e hanno perciò presentato diversi disegni di legge per rafforzare e codificare le restrizioni esistenti, sebbene l’amministrazione Trump spinga per un approccio di diffusione dell’Ia volto a allargare la presenza della tecnologia americana nel mondo.
La nuova politica di esportazioni gode del supporto delle aziende di intelligenza artificiale, largamente presentate nel corso del viaggio di Trump in Medio Oriente all’inizio di quest’anno, durante il quale sono stati conclusi accordi del valore di centinaia di miliardi in cambio dell’accesso alla tecnologia americana.







