Determinante anche l'aver coperto lo scandalo del portatile di Hunter Biden
Trump: presto le prove sui brogli elettorali del 2020
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito l’intenzione di portare alla luce nuovi dettagli sulle irregolarità delle elezioni presidenziali del 2020: «Le elezioni sono state truccate. Abbiamo tutta la documentazione necessaria e la potrete consultare presto»

Le elezioni di New York City del 4 novembre 2025.
Photo: Adhiraj Chakrabarti/The Epoch Times
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito l’intenzione di portare alla luce nuovi dettagli sulle irregolarità delle elezioni presidenziali del 2020: «Le elezioni sono state truccate. Abbiamo tutta la documentazione necessaria e la potrete consultare presto» ha dichiarato recentemente.
Per il presidente, le irregolarità sarebbero particolarmente evidenti in California, a causa del sistema di voto adottato. In sintesi, lo Stato invia automaticamente le schede elettorali a tutti gli elettori registrati attivi, che possono compilarle a casa e rispedirle via posta, in apposite cassette di raccolta o consegnarle di persona. Trump denuncia questo meccanismo come poco sicuro: «inviano 38 milioni di schede. Ma dove vanno a finire? E da dove vengono?». Un altro elemento che The Donald porta come dimostrazione dei brogli è il confronto tra i risultati del 2024: Trump ha conquistato diverse zone a forte presenza ispanica, come il Texas meridionale e la Florida, ma non la California, altro Stato con una comunità ispanica imponente. In pratica, se il presidente ha vinto il voto degli ispanici in altri Stati, avrebbe potuto farlo anche in California se «non ci fossero state manipolazioni elettorali». Nel 2020 Trump aveva cercato di contestare i risultati delle elezioni attraverso decine di ricorsi, ma senza successo.
Prima delle votazioni, l’Fbi avrebbe poi bloccato la diffusione di un rapporto interno secondo cui il regime comunista cinese aveva inviato negli Stati Uniti decine di migliaia di patenti di guida false, utilizzabili da elettori non idonei al voto per favorire Joe Biden. L’informazione, segnalata dall’ufficio Fbi di Albany a settembre 2020, non è mai stata resa pubblica ufficialmente. Inoltre, secondo le email pubblicate a luglio dal senatore Chuck Grassley, la sede centrale del Bureau aveva chiesto di archiviare il rapporto perché avrebbe «contraddetto la versione ufficiale dell’allora direttore Christopher Wray».
Al fine di prevenire i brogli, a marzo 2025 Trump ha emanato un ordine esecutivo che obbliga l’amministrazione a verificare sia l’idoneità degli elettori che la loro cittadinanza. Il ministero della Giustizia statunitense viene ora incaricato di raccogliere tutte le informazioni su eventuali brogli in tutti gli Stati Uniti e di porre in essere «tutte le azioni necessarie» per far rispettare le norme che vietano di conteggiare le schede arrivate dopo le elezioni. Al momento il ministero ha già richiesto i dati sulle liste elettorali, e sta facendo causa a 18 Stati che si sono rifiutati di fornirli.
Un altro elemento chiave che avvalora la tesi dei brogli elettorali è lo scandalo del computer portatile di Hunter Biden: nell’ottobre 2020 il New York Post aveva pubblicato una serie di articoli su un computer lasciato dal figlio di Joe Biden in un centro riparazioni del Delaware. Gli articoli riportavano diverse email relative agli affari di Hunter con aziende legate al Partito comunista cinese che, da sempre, ha avuto tutto l’interesse a influenzare le elezioni presidenziali statunitensi. Oltre 50 ex alti funzionari dell’intelligence americana avevano firmato una lettera che bollava la notizia come «disinformazione russa», ma le indagini successive hanno poi confermato l’autenticità del contenuto del computer e delle e-mail. Secondo diversi sondaggi, l’aver coperto lo scandalo del portatile del figlio di Biden ha inevitabilmente influenzato il voto di una parte determinante degli elettori statunitensi. In altre parole: sarebbe bastato che uscisse la verità sul contenuto del computer di Hunter Biden, affinché il padre non venisse eletto.







