Testa: amministrazione Trump ha condizionato il contesto sul mercato primario dell’azionario

Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana, durante l'intervista per "Investire in Italia, ma come? Previsioni sul 2026", Roma, 04 dicembre 2025. ANSA/EMANUELE VALERI/NPK
«Occorre tener presente che è stato un anno particolare – osserva in una intervista al “Sole 24 Ore” Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana –. C’è stato l’esordio dell’amministrazione Trump che ha condizionato il contesto sul mercato primario dell’azionario, mentre invece quello del mercato obbligazionario è stato molto attivo. Chiudiamo il 2025 con 21 ingressi sull’Egm e per il 2026 abbiamo già una pipeline di società che vogliono quotarsi anche sul mercato principale. Nel corso degli ultimi dieci anni – racconta Testa – il listino è cresciuto in termini di numero di società, con 274 nuove quotazioni (escluse le Spac), di cui 257 su Euronext Growth e 38 sul mercato principale di Borsa». Nel 2025 la capitalizzazione di Piazza Affari ha registrato il record storico di mille miliardi. Tuttavia la Banca d’Italia dice che tra il 2021 e il 2024, escludendo le imprese finanziarie, sono stati persi 100 miliardi di capitalizzazione: «Nel corso del mese di ottobre la capitalizzazione di mercato delle società quotate ha superato per la prima volta la soglia dei mille miliardi, chiaro segnale di vitalità del mercato. Con riferimento al dato citato, i numeri descrivono una dinamica più contenuta. Infatti, confrontando la capitalizzazione tra il 2021 e il 2024 ed escludendo gli emittenti classificati come “Icb Financials”, la flessione si attesta sotto ai 40 miliardi secondo le nostre stime. A scanso di equivoci, la perdita di capitalizzazione non è legata ai delisting, bensì a contrazioni delle quotazioni dei settori non finanziari, alcuni dei quali si sono ripresi nel 2025».
Quanto alle società passate da Euronext Growth, che negli ultimi anni è diventato preponderante, alla Borsa: «Circa 30, di cui 17 sono entrate nel segmento Star, che ospita le Pmi che adottano requisiti più stringenti per quanto riguarda la trasparenza e la governance. Questo conferma l’obiettivo che Euronext Growth sia anche una palestra per arrivare al mercato principale». Ma il saldo è stato positivo: «Le nuove ammissioni sono state 274, mentre i delisting sono stati 209, la maggior parte, in, sul segmento di Borsa principale e 92 sul Growth. Il delisting del resto è un fenomeno diffuso sui mercati europei e in generale sui mercati occidentali». C’entra la concorrenza del private equity: «I fondi di private equity sono parte integrante dell’ecosistema del mercato dei capitali. Quando il mercato è in un circolo virtuoso, è naturale che i fondi che investono in aziende poi cerchino exit in Borsa. Negli ultimi anni questo meccanismo si è inceppato per un gap tra le valutazioni fuori mercato e quelle di Borsa. Un gap che però ora si sta progressivamente riducendo. Da parte nostra, con altri player del mercato e col legislatore, abbiamo intrapreso un percorso per creare un ambiente più favorevole all’investimento in economia reale. Questo percorso ha portato per esempio all’istituzione del Fondo strategico promosso dal Mef e gestito da Cdp.
Al momento – spiega l’amministratore delegato – hanno aderito sei fondi che, ci aspettiamo, arriveranno a mobilitare circa un miliardo di risorse. L’obiettivo è duplice: sostegno alle Pmi in fase pre-Ipo e più liquidità per le small cap in quotazione». Anche a livello Ue sono in cantiere misure per canalizzare il risparmio verso le imprese: «Il tema è al centro dell’agenda della Commissione. La consultazione sull’integrazione dei mercati dei capitali va nella direzione di ridurre la frammentazione normativa e infrastrutturale, con l’obiettivo di canalizzare più efficacemente i risparmi verso le imprese». In questo contesto «Euronext è pienamente allineata agli obiettivi della Commissione europea e impegnata a sostenere il rafforzamento di un quadro regolamentare armonizzato, di sistemi post-trade integrati e di un migliore accesso alla liquidità. Inoltre – conclude Testa –, un afflusso importante di risorse sul mercato dei capitali è atteso in particolare dalla riduzione del coefficiente di solvibilità delle assicurazioni a fronte di investimenti sul mercato azionario».
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