Medici occidentali divisi sul prelievo forzato di organi in Cina

Secondo la Coalizione internazionale contro l’abuso di trapianti in Cina (ETAC), Zheng Shusen, importante chirurgo specializzato in trapianti di fegato e presidente del primo ospedale affiliato della Facoltà di Medicina di Zhejiang, ha eseguito migliaia di trapianti di organi con il prelievo forzato su detenuti in assoluta violazione l’etica professionale. Nonostante questa sua (nota) attività, è stato invitato alla Conferenza mondiale sui trapianti in Spagna. Il 2 luglio, l’Etac, che comprende dottori, avvocati e professori di Etica, ha indirizzato una lettera all’Associazione dei trapianti, organizzatrice della Conferenza, in cui si chiede di ritirare l’invito a Zheng e di escluderlo da tutti gli eventi futuri: «La sua presenza è inopportuna rispetto ai principi etici internazionali sui trapianti e mina gli sforzi per sostenere l’etica del trapianto in Cina».

Negli ultimi due decenni, numerosi pazienti disperati e bisognosi di trapianto si sono recati in Cina per evitare le liste di attesa dei Paesi d’origine. Da approfondite indagini condotte da ricercatori indipendenti, è emerso infatti che il regime cinese preleva forzatamente gli organi da prigionieri di coscienza ancora vivi. La maggior parte di questi sono praticanti del Falun Gong, disciplina basata sulla meditazione, che il Partito Comunista Cinese cerca con ogni mezzo di annientare dal 1999.

L’Organizzazione mondiale di Indagine sulla persecuzione del Falun Gong ha recentemente rivelato i risultati di un’indagine dettagliata sulle attività di Zheng: le accuse principali riguardano il prelievo forzato di organi.
Sia l’Etac che l’Organizzazione hanno sottolineato che, nel 2005, il dottor Zheng ha annotato personalmente ben 46 trapianti di fegato, effettuati tra il 2000 e il 2004. Un numero a dir poco abnorme, considerato il fatto che in Cina non esiste alcun sistema di donazione volontaria di organi. I portavoce dell’Organizzazione fanno notare come «tali trapianti suggeriscano che degli individui detenuti non condannati a morte siano stati uccisi in via extragiudiziale e su richiesta».

Inoltre il dottor Zheng è direttamente coinvolto nella persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong: dal 2007 al 2017 è stato presidente dell’Associazione cinese anti-culto di Zhejiang, agenzia creata al fine di diffamare il Falun Gong e costringerne i praticanti a rinunciare alla propria fede. Gli uffici locali dell’associazione lavorano a stretto contatto con le filiali dell’Ufficio 6-10, una sorta di Gestapo a sua volta istituita dall’ex dittatore Jiang Zemin con l’unico scopo di perseguitare, arrestare e uccidere i praticanti del Falun Gong.

Nel 2016,  il dottor Zheng era già stato invitato alla conferenza della Società dei trapianti tenutasi a Hong Kong, in cui aveva presentato una ricerca sugli organi prelevati da prigionieri giustiziati. L’allora presidente del Comitato del programma scientifico, Jeremy Chapman, aveva comunicato che Zheng non sarebbe stato più invitato. Diversi mesi dopo la conferenza, la rivista medica Liver International pubblicava un documento di Zheng in cui si affermava che tutti i trapianti di fegato erano stati eseguiti presso il suo ospedale su donatori volontari deceduti. La rivista ha ritirato l’articolo dopo che numerosi medici hanno segnalato le incoerenze nei dati.

Il direttore esecutivo, Susie Hughes, ha scritto in una e-mail che l’Organizzazione dei trapianti rischia «non solo di compromettere le proprie integrità e reputazione, ma sta anche violando il codice etico medico». Inoltre, come afferma il presidente del Comitato Consultivo Internazionale, Wendy Rogers, permettendo a Zheng di presentarsi alla Conferenza, si farebbe passare il messaggio «che non c’è punizione nemmeno per le pratiche più immorali. Quindi nessun incentivo a cambiare e nessuna giustizia per le vittime di Zheng».

Non è la prima volta che un funzionario cinese dalla reputazione equivoca prende parte a una conferenza internazionale: il 24 maggio 2018, Huang Jiefu, ex ministro della Sanità e attuale capo del Comitato per i trapianti di organi in Cina, è intervenuto a un evento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra, per tornare a ribadire che gli organi utilizzati per i trapianti in Cina tra il 2010 e il 2018 provenivano da donazioni volontarie.

Il dottor Torsten Trey, direttore esecutivo di Medici contro il prelievo forzato di organi (Dafoh, un’associazione senza scopo di lucro con sede a Washington) ha messo in dubbio la veridicità dei dati: «Huang Jiefu non fornisce alcun accesso ai dati, il che rende impossibile verificare da dove provengano gli organi. Evitare il nodo cruciale della trasparenza non aiuta la Cina ad acquisire credibilità presso la comunità internazionale».

 

Articolo in inglese: Ethics Group Calls Out Chinese Surgeon Appearing at Global Organ Transplant Conference

 
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