Etici dei trapianti: bisogna indagare sulla fonte degli organi in Cina

STOCCOLMA — In una recente intervista, la dottoressa Annika Tibell, una delle voci più autorevoli del mondo nell’etica dei trapianti d’organo, si è unita alla voce di importanti indagini internazionali sulle pratiche del trapianto della Cina. Diversi investigatori, infatti, hanno dimostrato che da oltre dieci anni i prigionieri di coscienza cinesi sono la principale fonte di approvvigionamento della inumana quanto lucrosa ‘industria’ dei trapianti di organi.

La questione è balzata di nuovo al centro dell’attenzione quest’estate, quando una nuova inchiesta degli investigatori Ethan Gutmann, David Kilgour and David Matas ha presentato i dati di oltre un milioni di trapianti effettuati in Cina a partire dall’anno 2000: dall’indagine risulta che la principale fonte di questi organi sono i praticanti del Falun Gong, pratica spirituale perseguitata dal Partito comunista cinese a partire dal 1999.

La Tibell – attualmente primario per il progetto del nuovo ospedale di Karolinska – nel 2006 è stata la principale autrice della prima dichiarazione politica sulla Cina della Transplantation Society (Tts), e una dei fondatori della Dichiarazione del gruppo di custodia di Istanbul, importante organizzazione focalizzata sull’etica dei trapianti; afferma che il nuovo rapporto è globale e approfondito, ma che l’enorme mole di informazioni lo ha reso difficile da affrontare. La Tibell richiama in particolare l’attenzione sull’esorbitante cifra di 60/100 mila trapianti annuali stimati in Cina e sulla necessità di un’indagine approfondita da parte di un’«importante e organizzazione pubblica come le Nazioni unite o il Consiglio europeo».
«Spero che sollecitare le azioni di diverse importanti organizzazioni porti a risultati enormi, come non si sono mai vista prima. Ed è una vergogna che questo non sia già avvenuto».

Secondo la Tibell, quando la Tts riconsidererà la sua posizione nei confronti della Cina per il 2017, dovrebbe tener conto dei risultati del rapporto Kilgour-Gutmann-Matas, così come delle altre informazioni emerse dopo la stesura della prima linea di condotta nel 2006.

La Cina ha negato a priori le accuse senza rispondere nei dettagli, e ha sostenuto che la principale fonte di organi in passato siano stati i criminali condannati a morte; sistema ora rimpiazzato dalle donazioni volontaria; affermazioni che sono state accolte con scetticismo, sia dagli specialisti di trapianti che dai dirigenti della Tts: «In molti settori, permane un profondo senso di sfiducia verso i vostri programmi di trapianto – ha dichiarato Philip O’Connell, ex presidente della Tts, in una conferenza stampa a Hong Kong il 19 agosto rivolgendosi ai medici cinesi – Ed è importante comprendere che la comunità globale è costernata per le vostre pratiche del passato. In molti, nella comunità internazionale, non sono convinti che la Cina sia cambiata».

Philip O’Connell, ex presidente della Transplantation Society, in una conferenza stampa durante la conferenza biennale della Società, a Hong Kong il 19 agosto 2016. (Sun Ming Guo / Epoch Times)

La conferenza di Hong Kong è stata la biennale della Transplantation Society, e in origine mirava a coincidere con le riforme promesse dalla Cina sul porre fine alla sua pratica di reperire organi da prigionieri giustiziati.

Quando è stato chiaro che queste riforme non sarebbero mai state attuate, i dirigenti della Tts si sono inaspriti sulle mancate promesse cinesi.

Interagire con la Cina in materia di trapianto è «estremamente difficile», dice la Tibell. Da un certo punto di vista, crede in un dialogo che metta pressione alla Cina per dei cambiamenti, però pensa che sia un ‘gioco di equilibri’: «La mia opinione – specifica – è che tutte le interazioni con la Cina dovrebbero avere lo scopo di raggiungere un cambiamento. Non c’è nessun altro motivo di interagire con la Cina».

Quando la Tts ha scelto Hong Kong come sede per la conferenza del 2016 – con inclusa una sessione su una presunta ‘nuova era’ per il sistema di trapianto della Cina – alcuni hanno avuto la sensazione che questa abbia rappresentato un successo per i tentativi della Cina di coprire un suo enorme crimine, facendosi accettare dalla comunità di trapianto globale.

Epoch Times ha fatto notare al Tts che, in un’indagine effettuata prima del congresso, ha trovato almeno una dozzina di co-autori cinesi, di presentatori e di partecipanti al dibattito, profondamente problematici.

Ad esempio Shen Zhongyang, l’architetto che sta dietro il centro trapianti in forte espansione dell’Ospedale Tianjin First Central, pesantemente criticato dal Tts per avere tempi di attesa estremamente brevi nel reperire gli organi – cosa impossibile, sostengono gli investigatori, senza un pool di ‘donatori’ in vita a cui prelevare gli organi su richiesta.

La Tibell ha affermato che, in base a quanto ha riferito Epoch Times, la presenza di Shen come co-autore di un articolo sia impressionante, e ha espresso la sua perplessità verso la logica che sta dietro a tutto questo.

Un altro caso è quello di un noto chirurgo del fegato Zheng Shusen, che presiede un’organizzazione di Partito dedicata a diffamare il Falun Gong, e autore anche di una pubblicazione che reclamizza la capacità di trovare fegati in sole 24 ore, che secondo gli esperti sarebbe praticamente impossibile da attualizzare senza un pool di donatori viventi pronti, ai quali prelevare gli organi su richiesta. Zheng, a differenza di Shen, ha presenziato alla seduta, ma la Tts sembra abbia tentato di sostituirlo in qualità di relatore, e poi prenderne le distanze.

Il caso Zheng «suona molto preoccupante – osserva la dottoressa Tibell – porta alla ribalta il fatto che le linee guida attuali per le interazioni con la Cina siano completamente concentrate sul ruolo professionale del trapianto. Una revisione degli orientamenti dovrebbe discutere su come affrontare situazioni come questa».

La dottoressa è prudente sul fatto che la Tts assuma ruoli non professionali che i medici ed i partecipanti nelle loro conferenze possono avere e suggerisce che sarebbero idonei solo dove ci sono gravi aberrazioni della norma, come ad esempio nel caso di Zheng Shusen.

Anche se il comitato del programma della conferenza ha rivisto nel dettaglio i documenti prima della loro presentazione, Tibell ha riconosciuto che «se le persone mentono spudoratamente, tutto diventa difficile».

Dottoressa Annika Tibell, importante figura internazionale sull’etica del trapianto, a Stoccolma, il 17 febbraio 2011. (Jan Ainali)

La dottoressa Tibell non ha voluto commentare sull’attendibilità della testimonianza ai Tts di un sospetto autore di crimini contro l’umanità: «Non mi piace speculare – specifica – su cosa significa vivere sotto una dittatura».

Il dottor Jacob Lavee, chirurgo dei trapianti israeliano ed ex membro del Comitato Etico del Tts, ha scelto di boicottare la conferenza. La Tibell dice di rispettare la posizione del chirurgo, ma che la Tts, ovviamente, come organizzazione l’ha giudicata diversamente: «Solo in seguito, forse tra molti anni – aggiunge – potremo sapere se questo ha contribuito a uno sviluppo positivo, o se ha contribuito a una maggiore accettazione [del sistema trapianti cinese, ndr]».

La dottoressa Tibell non ha potuto comparire alla conferenza, ma quando le è stato chiesto se avrebbe partecipato qualora le circostanze lo avessero permesso, ha esitato prima di rispondere: «Avrei dovuto pensarci con molta attenzione, appena è stata resa nota la scelta della location. Andandoci avrei contribuito a un cambiamento positivo, o a una maggiore accettazione delle pratiche che trovo inaccettabili?».

 

Articolo in inglese: Prominent Transplant Ethicist Supports Investigation Into Organ Sourcing in China

Traduzione di: Massimo Marcon

 
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