Un simbolo di patriottismo polacco, il castello reale di Varsavia

Varsavia, Polonia – Fai una passeggiata nel centro storico di Varsavia e presto incontrerai il re Sigismondo III Vasa (1566–1632), che si erge, alto, in cima a una colonna tra gli antichi edifici colorati e la facciata rosa del castello reale.

Prima deturpato, poi risollevato dalle macerie e ricostruito diverse volte, oggi il castello reale di Varsavia è un simbolo del patriottismo polacco, che include stili architettonici medievali, barocchi e neoclassici.

Agli inizi del 14° secolo, molto prima che il castello divenisse una residenza regale, il Ducato di Masovia aveva costruito un castello in legno e una torre nello stesso sito.

Nel 1568, il re Sigismondo II Augusto (1520–1572) fu il primo sovrano a stabilire la sua corte nel castello, che poi divenne la sede del Parlamento (Sejm) nel 1569. Nel 1596, il re Sigismondo III Vasa spostò la sede del governo e il potere regale a Varsavia, espandendo il castello nell’odierna struttura a cinque facce.

Tra la fine del 17° e l’inizio del 18° secolo, la Dinastia Wettin di Sassonia arricchì il castello con una struttura in stile barocco.

Durante la seconda metà del 18° secolo, l’ultimo re del governo polacco-lituano, Stanislao II Augusto Poniatowski, commissionò agli architetti Johann Christian Kammsetzer (Dresda) e Domenico Merlini (Italia) e al pittore Marcello Bacciarelli (Italia) il compito di creare interiori in stile neoclassico (conosciuto come lo stile Stanislao).

Il castello che vediamo oggi, è stato faticosamente ricostruito dopo che la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato Varsavia e il castello regale in rovina. Sebbene venne formato rapidamente un comitato per la ricostruzione del castello nel giugno del 1945, il regime comunista proibì la ricostruzione di un monumento che sosteneva la monarchia polacca ormai perduta.

Nel 1971, la popolazione polacca, invece dello Stato, pagò per la ricostruzione. Alcuni degli oggetti originari e frammenti architettonici sono stati incorporati nella restaurazione. Comprendevano oggetti preziosi che vigili del fuoco, personale del museo, conservatori-restauratori e civili hanno rischiato la vita per salvare e nascondere durante l’occupazione nazista.

Per saperne di più sul castello reale di Varsavia, visita Zamek-Krolewski.pl.

La facciata orientale in stile barocco, con i suoi vasti giardini, si affaccia sul fiume Vistola. (castello reale di Varsavia)
La facciata orientale in stile barocco, con i suoi vasti giardini, si affaccia sul fiume Vistola (Castello reale di Varsavia)

 

Gli architetti classici Domenico Merlini e Johann Christian Kammsetzer hanno creato un’ariosa e illuminata Grande Sala delle Assemblee. Tra le sue mura bianche, stucchi dorati e colonne luccicanti, gli ospiti un tempo frequentavano feste, balli, concerti e cerimonie di corte. Gli artisti impiegarono quattro anni per decorare la sala con temi che raffigurano le leggi della Polonia e le responsabilità del re. Per esempio, il dipinto nel soffitto La dissoluzione del caos glorifica le riforme del re per portare stabilità alla Polonia dopo anni di tumulti. (A. Ring/castello reale di Varsavia)
Gli architetti classici Domenico Merlini e Johann Christian Kammsetzer hanno creato un’ariosa e illuminata Grande Sala delle Assemblee. Tra le sue mura bianche, stucchi dorati e colonne luccicanti, gli ospiti un tempo frequentavano feste, balli, concerti e cerimonie di corte. Gli artisti impiegarono quattro anni per decorare la sala con temi che raffigurano le leggi della Polonia e le responsabilità del re. Per esempio, il dipinto nel soffitto ‘La dissoluzione del caos’ glorifica le riforme del re per portare stabilità alla Polonia dopo anni di tumulti. (A. Ring/castello reale di Varsavia)

 

I maestri francesi e italiani hanno realizzato gli abbellimenti interni della Sala del Trono in oro e cremisi. Cinque enormi specchi in cristallo riflettono gli elementi in stucco, le pareti rivestite e i camini in marmo importati da Roma. Lo scultore italiano Angelo Puccinelli ha realizzato le opere degli antichi sovrani romani per trasmettere le virtù della saggezza, giustizia, moderazione e coraggio. (A. Ring/castello reale di Varsavia)
I maestri francesi e italiani hanno realizzato gli abbellimenti interni della Sala del Trono in oro e cremisi. Cinque enormi specchi in cristallo riflettono gli elementi in stucco, le pareti rivestite e i camini in marmo importati da Roma. Lo scultore italiano Angelo Puccinelli ha realizzato le opere degli antichi sovrani romani per trasmettere le virtù della saggezza, giustizia, moderazione e coraggio. (A. Ring/castello reale di Varsavia)

 

Le mura della camera da letto reale, sono rifinite in seta color crema con motivi floreali e una pannellatura imbardata di rami di alloro dorati, entrambi complementano il camino in marmo di Carrara. Il letto in stile turco color verde uovo d’anatra è una ricostruzione di quello in cui il re sedeva durante la giornata e dormiva diritto durante la notte. I dipinti dell’italiano Marcello Bacciarelli illustrano scene dell’Antico Testamento, i divani e le poltrone sono rivestiti in tappezzerie raffiguranti favole di Jean de la Fontaine. (A. Ring/castello reale di Varsavia)
Le mura della camera da letto reale sono rifinite in seta color crema con motivi floreali e una pannellatura imbardata di rami di alloro dorati; entrambe completano il camino in marmo di Carrara. Il letto in stile turco color verde uovo d’anatra è una ricostruzione di quello in cui il re sedeva durante la giornata e dormiva diritto durante la notte. I dipinti dell’italiano Marcello Bacciarelli illustrano scene dell’Antico Testamento. I divani e le poltrone sono rivestiti in tappezzerie raffiguranti favole di Jean de la Fontaine. (A. Ring/castello reale di Varsavia)

 

Nella metà del settecento, l’architetto barocco Giovanni Battista Gisleni ha ideato la Sala di Marmo, un vestibolo nell’appartamento di stato. Nel tardo ottocento, l’architetto barocco e neoclassico Jakub Fontana aggiunse altri oggetti, come 22 ritratti di re polacchi. (M. Bronarski/castello reale di Varsavia)
Nella metà del settecento, l’architetto barocco Giovanni Battista Gisleni ha ideato la Sala di Marmo, un vestibolo nell’appartamento di Stato. Nel tardo ottocento, l’architetto barocco e neoclassico Jakub Fontana aggiunse altri oggetti, come 22 ritratti di re polacchi. (M. Bronarski/castello reale di Varsavia)

 

Il re Stanislao II Augusto Poniatowski ha commissionato al nipote di Giovanni Antonio Canal (Canaletto), Bernardo Belotto, il compito di dipingere 22 paesaggi di Varsavia. Belotto spesso firmava le sue opere come ‘Bernardo de Canaletto’. I suoi dipinti esposti nella Stanza di Canaletto, sono così accurati che sono stati usati come riferimenti per ricostruire Varsavia dopo la Seconda Guerra Mondiale. (A. Ring/castello reale di Varsavia)
Il re Stanislao II, Augusto Poniatowski, commissionò al nipote di Giovanni Antonio Canal (Canaletto), Bernardo Belotto, il compito di dipingere 22 paesaggi di Varsavia. Belotto spesso firmava le sue opere come ‘Bernardo de Canaletto’. I suoi dipinti esposti nella Stanza di Canaletto, sono così accurati che sono stati usati come riferimenti per ricostruire Varsavia dopo la Seconda Guerra Mondiale. (A. Ring/castello reale di Varsavia)

 

Il Consiglio Stabile della Polonia un tempo si riuniva nella Camera del Senato, progettata nello stile classico del re Stanislao, con il suo bianco elegante e decorazioni in oro e pavimento in parquet. Nel 1791 è stata emanata La Costituzione del 3 maggio nella Camera del Senato - la prima costituzione in Europa e la seconda nel mondo. (A. Ring/castello reale di Varsavia)
Il Consiglio Stabile della Polonia un tempo si riuniva nella Camera del Senato, progettata nello stile classico del re Stanislao, con il suo bianco elegante e decorazioni in oro e pavimento in parquet. Nel 1791 è stata emanata La Costituzione del 3 maggio nella Camera del Senato – la prima costituzione in Europa e la seconda nel mondo. (A. Ring/castello reale di Varsavia)

 

Nella Sala dei Cavalieri tutto è stabilito per glorificare la Polonia, dai dipinti di eventi storici ai busti di grandi uomini dello francese André-Jean Lebrun. Un verso dell'Eneide di Virgilio scorre sotto il cornicione, che si può tradurre come: «Qui vi sono coloro che sopportarono le ferite battendosi per il loro paese e quelli che erano puri nel sacerdozio continuando a vivere con tolleranza e i buoni poeti i cui discorsi rendevano dignità ad Apollo e coloro che resero meravigliosa la vita con le arti del loro ingegno e quelli che con il loro operato sono ricordati dagli uomini». (A. Ring/castello reale di Varsavia)
Nella Sala dei Cavalieri tutto è stabilito per glorificare la Polonia, dai dipinti di eventi storici ai busti di grandi uomini dello scultore francese André-Jean Lebrun. Un verso dell’Eneide di Virgilio scorre sotto il cornicione, che si può tradurre come: «Qui vi sono coloro che sopportarono le ferite battendosi per il loro Paese e quelli che erano puri nel sacerdozio continuando a vivere con tolleranza e i buoni poeti i cui discorsi rendevano dignità ad Apollo e coloro che resero meravigliosa la vita con le arti del loro ingegno e quelli che con il loro operato sono ricordati dagli uomini». (A. Ring/castello reale di Varsavia)

 

Articolo in inglese: A Symbol of Polish Patriotism: The Royal Castle in Warsaw

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