Traffico di organi in Cina continua: il Papa condanna, Xi Jinping tace

David Kilgour, avvocato di professione, ha prestato servizio presso la Camera dei comuni del Canada per quasi 27 anni. Nel gabinetto di Jean Chretien, ha prestato servizio come segretario di Stato per l’Africa e l’America Latina e segretario di Stato per l’Asia-Pacifico. È autore di diversi libri e coautore assieme a David Matas di Bloody harvest: The killing of Falun Gong for their organs [Prelievo insanguinato: L’uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi, ndt].

Una delle principali questioni che il presidente del Partito-Stato Xi Jinping ha evitato durante la sua visita della scorsa settimana alla Casa Bianca, è se metterà fine al saccheggio/traffico degli organi dei prigionieri di coscienza detenuti in tutta la Cina, tra cui i praticanti del Falun Gong, i cristiani delle chiese indipendenti, i tibetani e gli uiguri.

L’altro vip in visita a Washington, il tanto amato Papa Francesco, dopo aver incontrato un anno fa il sindaco di Roma Ignazio Marino e altri chirurghi specializzati nei trapianti, ha autorizzato la delegazione a dire pubblicamente che «il commercio di organi è immorale ed è un crimine contro l’umanità».

La promessa che Pechino ha fatto alla fine del 2014 di cessare il prelievo degli organi dai prigionieri giustiziati, non includeva i prigionieri di coscienza. Al presente, questo gruppo di prigionieri, raramente condannati per un qualche tipo di reato e solitamente inviati nei campi di lavoro forzato per oltre tre anni solo su disposizione della polizia, include senza dubbio oltre la metà delle vittime. Nessun funzionario del Partito ha mai ammesso il prelievo forzato degli organi da questa categoria di prigionieri.

La sottrazione degli organi ha avuto inizio per la prima volta negli anni 80. I ‘donatori’ erano quelle persone condannate per uno dei numerosi reati capitali e i destinatari erano i cittadini cinesi. Nel 1984, il Ministero della Sicurezza ha dato a intendere di volerne regolamentare il commercio, mettendo in chiaro che l’impiego di tali organi doveva essere tenuto ‘strettamente segreto’, e questo ordine rimane tutt’ora in vigore.

Negli anni 90, i prigionieri politici della comunità fortemente maltrattata degli uiguri, della provincia dello Xinjiang, sono diventati una fonte aggiuntiva per gli organi. Davanti ai parlamentari del Regno Unito, il dottor Enver Tohti ha testimoniato di essere è stato costretto nel giugno del 1995, in qualità di chirurgo generale, a rimuovere il fegato e i reni di un prigioniero uiguro giustiziato prima che l’uomo fosse deceduto.

Alla fine degli anni 90, secondo le stime del Partito, tra i settanta e i cento milioni di cinesi praticavano gli esercizi meditativi della disciplina del Falun Gong.

Nel 2001, dopo che l’allora capo del Partito Jiang Zemin aveva dato avvio alla persecuzione del Falun Gong in tutta la Nazione, che tutt’ora continua, sono stati per la prima volta prelevati forzatamente gli organi ai praticanti; alcuni degli organi venivano venduti a prezzi elevati ai ‘turisti dei trapianti’ provenienti dall’estero.

Dopo il 2001, il numero dei trapianti in tutta la Cina è aumentato in modo esponenziale e per avere a disposizione un organo vitale, stando a quanto pubblicizzato su internet dagli ospedali cinesi, c’erano dei tempi di attesa di solo alcune settimane. Ai destinatari di un cuore da trapiantare è stata comunicata persino l’ora esatta in cui il nuovo organo sarebbe stato disponibile – cosa impossibile a meno che il prelievo non fosse pianificato in relazione a un’esecuzione. Durante il 2006, il Partito-Stato ha affermato che in tutta la Cina c’erano oltre seicento centri ‘adibiti’ ai trapianti.

Il libro uscito nel 2014 intitolato The Slaughter [Il massacro,ndt] di Ethan Gutmann, un giornalista investigativo americano residente nel Regno Unito, fornisce una meticolosa documentazione degli atti di repressione, tortura e omicidio commessi dal Partito, testimoniati da persone coinvolte direttamente, solitamente sopravvissute e talvolta disertrici. Il libro illustra dettagliatamente la persecuzione nel contesto delle comunità dei praticanti del Falun Gong, dei tibetani, degli uiguri e dei cristiani delle chiese indipendenti, osservando che al presente il gruppo del Falun Gong è quello più brutalmente e ininterrottamente preso di mira. Inoltre, concede ampio spazio alle supposizioni sul perché Pechino rischi così tanto, incluso lo scandalo internazionale per l’uccisione segreta di così vasti gruppi dei propri cittadini.

Nel libro si legge di testimoni che sono stati sottoposti a visite mediche, nei campi di lavoro forzato, nelle carceri e nelle ‘prigioni nere’, chiaramente ed esclusivamente finalizzate ad accertare la compatibilità dei loro organi per eseguire il trapianto. Gutmann aggiunge molto alle prove che David Matas, io e molti altri abbiamo raccolto sul Falun Gong, documentando crimini simili commessi nei confronti di uiguri, tibetani e cristiani delle chiese indipendenti.

Spiega come è arrivato a concludere che, nel solo periodo dal 2000 al 2008, sono stati ‘prelevati’ gli organi a 65 mila praticanti del Falun Gong e quelli di un numero tra i due e i quattromila tra uiguri, tibetani e cristiani delle chiese indipendenti. In Cina, dal momento che vengono rimossi tutti gli organi vitali per essere venduti, nessuno di questi ‘donatori’ sopravvive al trapianto.

Come molti di noi, Gutmann ha molto rispetto per la campagna attualmente in corso promossa dalla Dafoh, finalizzata a mettere fine al saccheggio/traffico degli organi in Cina, tuttavia è fortemente deluso dal mancato impegno verso la causa dimostrato fino a oggi da parte di alcuni altri organismi, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Società dei Trapianti (Tts).

La Tts è stata creata per fornire una guida etica ai chirurghi di tutto il mondo. Di recente tre ispettori della Tts in visita in Cina hanno dato l’impressione, nelle dichiarazioni rilasciate ai media cinesi dopo aver visitato sei dei 165 centri di trapianto autorizzati, che i trapianti siano adesso esercitati eticamente in tutto il Paese. Tuttavia, la maggior parte degli osservatori sostiene che questo enormemente redditizio saccheggio/traffico di organi continuerà nel Paese a fruttare soldi come al solito fino a quando la pressione mondiale non crescerà ancora.

In tali circostanze, il resto del mondo democratico potrebbe nel frattempo, seguendo l’esempio di Israele e di Taiwan, emanare una normativa che consideri un crimine l’acquisto da parte dei propri cittadini di un organo in qualunque parte del mondo.

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

 
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