Prelievo forzato di organi in Cina, le connivenze dell’Occidente

HONG KONG – Due figure chiave nel campo internazionale dei trapianti di organi per diversi anni sono stati segretamente impegnati in una fitta collaborazione con i centri di trapianto in Cina; in base alle prove recentemente scoperte, sorge quindi il dubbio che i due medici australiani abbiano nascosto un potenziale conflitto di interesse.

Jeremy Chapman e Philip O’Connell, entrambi chirurghi del Westmead Hospital di Sydney in Australia, sono rispettivamente l’ex (dal 2008 al 2010) e l’attuale (dal 2014 a oggi) presidenti della Transplantation Society (Tts), l’associazione internazionale che rappresenta la professione.

Le collaborazioni sono avvenute proprio mentre i due giocavano un ruolo decisivo nel definire in che modo la comunità internazionale dei trapianti debba rispondere alle inquietanti prove, raccolte da ricerche indipendenti, secondo cui gli ospedali cinesi risultano coinvolti nell’uccisione di massa dei prigionieri di coscienza cinesi, i cui organi vitali vengono prelevati a scopo di lucro.

Chapman è anche il presidente del programma scientifico del convegno biennale del Tts (che si è tenuto quest’anno a Hong Kong dal 18 agosto) il cui programma è stato aspramente criticato per aver incluso numerosi dottori coinvolti in abusi della professione medica in Cina con l’obiettivo di ripulire l’immagine della Cina.

COLLABORAZIONI NASCOSTE

Dal 2005, il Westmead Hospital, ospedale universitario della Sydney Medical School, ha avuto una stretta relazione con il Third Hospital Xiangya legato alla Central South University di Changsha, a Huna, nella Cina centrale. Il primo contatto ha coinvolto un docente universitario e un ricercatore del Westmead; i contatti sono poi continuati anche nel 2008 in occasione della stipula di una dichiarazione congiunta sugli standard di ricerca. Nel 2012, Chapman e O’Connell hanno poi partecipato a un forum presso il The Second Xiangya Hospital, associato sempre alla stessa università cinese.

Nel novembre del 2013, dopo aver partecipato a un’assemblea per promuovere riforme sul sistema dei trapianti in Cina, O’Connell e Chapman hanno firmato una ‘lettera di intenti’ tra il Westmead e il Third Hospital Xiangya della Central South University, secondo un rapporto della quale, entrambe le parti si impegnavano a «condurre regolarmente conferenze di scambio accademico e visite per il personale, e ad avviare percorsi di studio avanzato per l’istruzione a distanza sul trattamento medico, sulle dimostrazioni chirurgiche e sulla consultazione medica».

Nel 2014, il rapporto di collaborazione, oltre a O’Connell, interessava anche l’allora presidente del Tts. Infatti, in occasione della conferenza sui xenotrapianti [con il termine xenotrapianto ci si riferisce al trapianto di cellule o tessuti tra specie diverse, in genere dagli animali all’uomo, ndr] Chapman, seguito da una delegazione di 14 specialisti del Third Hospital Xiangya, si è recato in visita al Westmead dal 27 al 30 ottobre. L’incontro a Westmead coinvolgeva Chapman e Chen Fangping, presidente del Third Hospital Xiangya, per la firma di un altro patto: un ‘accordo integrativo’ alla lettera di intenti del 2013.

Il patto comprendeva anche una nota in cui si acconsentiva alla «selezione di una squadra di infermieri e di personale addetto alla gestione per seguire un percorso di studi di livello avanzato al Westmead» e ancora, di visionare «altri contenuti» volti al rafforzamento di questa «cooperazione» tra le parti. Sul sito web dell’ospedale è stata inserita anche una fotografia che mostra la stretta di mano tra Chapman e Chen.

Tra quelli che hanno ricevuto gli ‘ospiti’ era presente anche un ricercatore cinese, il dottor Shounan Yi; una presenza sospetta, che fornisce un chiaro indizio sulla natura del rapporto tra le due istituzioni.

XENOTRAPIANTO

Dal 2004 in Australia la ricerca per i xenotrapianti è limitata da una moratoria. Ma Yi, ricercatore senior al Westmead e protetto di O’Connell, grazie alla connessione con il Third Hospital Xiangya, sono stati comunque in grado di portare avanti la ricerca in questo campo nonostante le limitazioni vigenti.

Il primo contatto tra Yi Shounan e il Third Hospital Xiangya ha avuto luogo nel maggio del 2005, quando Yi divenne docente universitario in quell’ospedale; secondo i dati dell’ospedale il medico ha ricoperto lo stesso incarico anche nel 2012. Wayne Hawthorne, professore associato alla Westmead, lo raggiunse un mese più tardi per una tre giorni di incontri.

Yi ha continuato la sua ricerca e, per anni, ha firmato pubblicazioni in materia di xenotrapianti; un buon numero delle sue pubblicazioni sono state firmate anche da O’Connell, Hawthorne e dal professor Wang Wei, l’esperto in xenotrapianti del Third Hospital Xiangya.

Nel 2011, durante un periodo di lavoro al Xiangya, Yi ha pubblicato una ricerca che in quel momento non si sarebbe potuta condurre in Australia a causa della regolamentazione etica vigente: la pubblicazione riguardava infatti l’iniezione di cellule da maiale su 22 pazienti affetti da diabete. La procedura sperimentale prevede il posizionamento nel paziente di cellule prelevate dal pancreas di feti di maiale per produrre insulina e regolare la glicemia.

Un trattamento potenzialmente redditizio: «È un mercato enorme», ha riportato un importante portale web cinese, il Sina Finance, in un articolo del maggio 2016: «Anche se venissero eseguiti 10 mila interventi all’anno, questo apporterebbe un guadagno di un miliardo di Rmb»

Yi citato nell’articolo, commenta così la sua ricerca: «Questo passo avanti ci fa sperare in una svolta nell’industrializzazione dello xenotrapianto in Cina».

Ma nell’impressionante lista di pubblicazioni di Yi, questo studio in particolare risulta essere introvabile, anche se lo stesso Yi nel 2010 aveva presentato domanda di brevetto insieme a Wang del Third Xiangya per una tecnica medica correlata allo studio. All’e-mail in cui gli veniva chiesto il motivo dell’omissione, Yi non ha mai risposto.

Il collegamento esistente tra Westmead e Xiangya non è riportato in nessuna delle pubblicazioni di O’Connell in materia di xenotrapianti. Chapman ha pubblicato quattro articoli su temi di trapianto in Cina (1, 2, 3, 4), alcuni dei quali sostengono largamente il punto di vista ufficiale della riforma nel paese, ma il rapporto con il Xiangya non viene mai reso noto.

Nemmeno Chapman e O’Connell hanno risposto all’e-mail in cui si chiedevano maggiori informazioni sui legami tra il Westmead e il Third Xiangy.

UN PREOCCUPANTE CONFLITTO DI INTERESSI

Il coincidere del fallito tentativo di divulgazione di queste relazioni legate a una ricerca potenzialmente redditizia che non poteva essere condotta in Australia, e l’apatico, e a volte ostile, atteggiamento di alcuni membri del Tts di fronte alle prove dei numerosi abusi di trapianto avvenuti in Cina, ha scosso gli osservatori.

La complessa rete di relazioni e di progetti di ricerca che lega i medici del Westmead e del Third Hospital Xiangya sono state messe insieme da Arne Schwarz, ricercatore indipendente in Germania, che con un dossier ha fornito tutto il materiale alla stampa.

Schwarz è l’autore dell’inchiesta sulla casa farmaceutica Roche che nel 2010 ha ricevuto il premio Hall of Shame [letteralmente ‘Premio alla vergogna’, ndt] per i test clinici sui trapianti avvenuti in Cina, e segue da molti anni gli abusi in materia di trapianti in Cina.

Schwarz ha raccontato di aver iniziato questo giugno a ricercare potenziali conflitti di interesse che potessero coinvolgere i direttori del Tts.

La sua curiosità è stata suscitata da un’osservazione sprezzante di Chapman in seguito alla pubblicazione di un rapporto indipendente di quasi 700 pagine sugli abusi di trapianto di organi in Cina. Il lungo rapporto contiene oltre 2 mila note (oltre il 90 per cento delle quali riconducibili a siti web di ospedali cinesi) e prova che il sistema dei trapianti in Cina funziona su una scala molto più ampia di quanto si pensi.

Il rapporto ora si pone come la maggiore fonte di informazioni in materia di trapianti in Cina. I suoi autori, David Kilgour, David Matas e Ethan Gutmann, hanno concluso che ogni anno in Cina vengono effettuati probabilmente tra i 60 e i 100 mila trapianti, e ritengono che la maggior parte di questi organi provengano da praticanti del Falun Gong, una pratica spirituale perseguitata.

Chapman, però, in un’intervista al Globe and Mail, ha respinto i risultati dell’inchiesta di Matas, Kilgour e Gutmann secondo cui la gran parte degli organi proviene dai prelievi forzati inflitti ai praticanti del Falun Gong.

Davanti alla dichiarazione di Chapman, Schwarz è rimasto senza parole, e ha voluto constatare se ci fosse di più oltre al rapporto di Chapman con la Cina. Quindi ha iniziato a indagare e ha scoperto una rete di relazioni e interessi fino ad allora sconosciuta.

Il materiale era reperibile su internet solo attraverso ricerche mirate in lingua cinese; nessuna di queste informazioni era stata segnalata in precedenza in lingua inglese né era mai stata menzionata sul sito web di Westmead.

Alcuni colleghi di Chapman, che erano all’oscuro di tutto, sono rimasti esterrefatti dalle rivelazioni di Schwarz. «Questa collaborazione non è mai stata resa nota al Comitato Etico del Tts», così ha commentato il dottor Jacob Lavee, membro dimissionario del Comitato in segno di protesta per l’atteggiamento lassista dell’associazione nei confronti degli abusi di trapianti in Cina.
In un’e-mail Schwarz ha poi scritto: «I presidenti attuali e precedenti della Transplantation Society hanno un’influenza significativa sul modo in cui la comunità internazionale dei trapianti si pone nei confronti dell’immorale sistema di trapianti in Cina».

Arne Schwarz ha poi aggiunto che «Se il loro giudizio sulle pratiche di trapianto che avviene in Cina è basato da interessi acquisiti nel Paese, allora non può più essere attendibile».

Così Schwarz ha iniziato a dipanare la matassa, trovando prove che alimentavano nuove domande: incontri non dichiarati, promesse di cooperazione, progetti di ricerca comuni e brevetti in procedure cliniche potenzialmente lucrative.
«Ecco!», ha esclamato ricollegando i fatti. «Ora capisco perché Chapman era così furioso per il rapporto di Kilgour-Gutmann-Matas».

Ma, in un certo senso, la ricerca sugli xenotrapianti è solo un aspetto collaterale di fatti ancora più gravi che avvengono al Third Xiangya.

SETTE TRAPIANTI AL GIORNO

Changsha è una città della Cina poco sviluppata, che però vanta tre ospedali di alto livello: il Xiangya, il Second Xiangya e il Third Xiangya, tutte queste strutture sanitarie sono collegate alla Central South University.

Il Third Xiangya è un centro di trapianto molto produttivo. Nel 2001, l’anno del «rapido sviluppo» dell’industria dei trapianti di organi in Cina, secondo quanto riportato dal sito del Third Xiangya, sono stati investiti 100 milioni di Rmb (circa 15 milioni di dollari) nella costruzione di un centro trapianti con 150 posti letto a Changsha, che rapidamente è diventato il miglior centro nell’intera provincia.

Secondo i dati riportati dalla fonte ufficiale sui trapianti di organi, mentre veniva stanziato un così massiccio investimento per lo sviluppo di questa attività sanitarie, le statistiche evidenziano che il numero dei prigionieri condannati a morte era in calo, indicando così che le fonti di organi avrebbero dovuto essere inferiori, non maggiori.

Il Third Xiangya è diventato rapidamente una ‘base di ricerca nazionale’ per la tecnologia del trapianto e, secondo il suo sito web, attualmente effettua un gran numero di trapianti di organi solidi (cioè reni, cuore, polmoni, fegato eccetera).

Secondo una ricerca dell’Organizzazione mondiale di indagine sulla persecuzione del Falun Gong (una rete non governativa di ricercatori) in concomitanza della visita a questa struttura ospedaliera dell’alto funzionario dei trapianti in Cina, di Huang Jiefu, il Third Xiangya ha eseguito sette trapianti in un solo giorno. Questa informazione è stata successivamente eliminata dal sito web dell’ospedale.

«Sette trapianti di organi al Third Xiangya nella giornata in cui Huang Jiefu è intervenuto per festeggiare l’anniversario della struttura!» – ha dichiarato Schwarz incredulo – «Com’è possibile farlo senza disporre di una banca di donatori ancora in vita?».

Ye Qifa, vice direttore del Third Xiangya e direttore esecutivo della rete nazionale di reperimento di organi della Cina, è intervenuto il 18 agosto al Congresso del Tts a Hong Kong. Accanto a lui, ci saranno altri medici dello Xiangya che, secondo la documentazione on-line, hanno avuto una condotta professionale alquanto discutibile.

DUBBI

Forse la figura di maggiore rilievo in questo terribile sistema è la dottoressa Ming Yingzi, un chirurgo dei trapianti del Third Xiangya reputato in Cina l’astro nascente nel campo dei trapianti.

Secondo la lusinghiera biografia del 2014 riportata sul sito dell’ospedale, in questi anni la squadra della dottoressa Ming ha eseguito circa mille trapianti di organi. La pagina online riporta questa descrizione della dottoressa: «porta sulla schiena un pesante contenitore frigo, recupera organi da tutto il mondo».

L’indagine indica che, considerato quanto avviene in Cina in materia di trapianto di organi, quasi tutti gli organi con molta probabilità provengono da prigionieri di coscienza uccisi per rifornire una chirurgia di trapianto su ordinazione.

Nel 2009, quando la dottoressa del Third Xiangya si è recata in visita a Taiwan, è stata accolta da un gran numero di pazienti che aveva sottoposto a trapianto che, riunitisi, l’hanno salutata come ‘salvatore’. Secondo quanto sostiene il suo profilo medico, la Ming ha personalmente eseguito 500 trapianti di reni e 200 trapianti di fegato.

Ma in patria è anche al centro di un lungo procedimento penale, con l’accusa di appropriazione indebita di 150.000 yuan (ovvero 22 mila dollari) che un paziente ha pagato per ottenere un rene.

Secondo un giornalista locale, l’avvocato della dottoressa Ming in tribunale ha riconosciuto che il medico abbia effettivamente ricevuto il denaro destinato all’acquisto del rene, e che non abbia mai emesso alcuna ricevuta. Ma la dottoressa sostiene di aver dato il denaro alla Croce Rossa, o a un organismo locale che si occupa del reperimento organi.
In un’intervista telefonica, Jiang Jiasong, avvocato della parte lesa, ha dichiarato: «Continua a cambiare versione, e non ha mai presentato alcuna prova… Le ho chiesto a quale organismo di reperimento organi avesse donato il denaro ma si è rifiutata di rispondere».

È probabile che tutto questo non sia chiaro a O’Connell e a Chapman. La biografia della Ming riportata sul sito web del Third Xiangya fornisce quello che è quasi certamente un resoconto apocrifo del collegamento tra i tre medici. Si racconta infatti che, nel 2014, quando i due australiani hanno lasciato Changsha, entrambi salutarono Ming con il ‘pollice in alto’ esclamando: «I tuoi risultati sono sorprendenti! Speriamo che tu diventi la leader della nuova generazione di medici di trapianto di organi in Cina!».

Il Westmead, grazie alla mediazione di Chapman e O’Connell, ha acconsentito al rapporto di collaborazione con il Xiangya ma, sul suo sito web, non esiste alcun riferimento a esso.

Quando sono state richieste le copie degli accordi stipulati tra le due istituzioni e le annotazioni in merito alla pertinenza di questa collaborazione, Emma Spillett, responsabile della comunicazione del Westmead che fa parte del Distretto sanitario locale della parte occidentale di Sydney, ha risposto lapidaria: «Grazie per la vostra inchiesta. Vi risponderemo al più presto».

Tre ore più tardi ha invece replicato: «Il Distretto sanitario locale della parte occidentale di Sydney non ha nulla da dichiarare in merito».

Articolo in inglese: International Transplant Leaders’ Undisclosed Ties to China Raise Ethical Questions

Traduzione di Valentina Schifano

 

 

 

 

 

 
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