Netanyahu: Hamas non sta rispettando i patti, in pericolo la tregua

di Redazione ETI
28 Ottobre 2025 17:11 Aggiornato: 28 Ottobre 2025 17:11

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu convocherà oggi, 28 ottobre, i vertici militari della sicurezza per discutere come agire alla violazione da parte di Hamas della tregua, in riferimento alla restituzione di tutti gli ostaggi, in vita o meno, rapiti il 7 ottobre 2023. Ieri, Israele ha ricevuto tramite la Croce Rossa una bara contenente i resti di un ostaggio deceduto identificato come Ofir Tzarfati. Ma, accusa Gerusalemme, i resti dell’uomo erano già stati recuperati a Gaza circa due anni fa e il corpo era già stato tumulato in Israele. Tradotto: Hamas mente sulla reale identità dei corpi (o di quello che ne rimane) che “restituisce” a Israele. In una nota diffusa lunedì, l’ufficio di Netanyahu ha infatti dichiarato che la restituzione parziale dei resti di Tzarfati «costituisce una chiara violazione dell’accordo» da parte di Hamas.

Il portavoce del governo israeliano, Shosh Bedrosian, ha poi spiegato lunedì che Hamas aveva scavato una fossa per collocarvi parte dei resti dell’uomo – a riprova della malafede dell’organizzazione terroristica – e che «le Forze di difesa israeliane hanno ripreso l’intera sequenza con un drone militare». Un atto deliberato di «vergognosa mistificazione che si aggiunge alle numerose menzogne che Hamas diffonde dall’inizio della guerra».

In base all’accordo del 10 ottobre, Hamas è tenuta a restituire tutti gli ostaggi israeliani rimasti prima che possa avviarsi la fase successiva del processo di pace. Secondo Gerusalemme, a Gaza si troverebbero ancora tredici corpi di ostaggi israeliani. Hamas dice di avere difficoltà a rintracciare i resti a causa delle devastazioni diffuse nella Striscia, mentre Israele accusa il movimento di ritardare intenzionalmente la restituzione e di malafede, come dimostra il caso di Ofir Tzarfati.

Il presidente statunitense Donald Trump ha avvertito la scorsa settimana che Hamas deve restituire rapidamente i corpi, o pagare conseguenze della violazione dell’accordo.

Proseguono intanto le operazioni militari. Nella mattinata di oggi, l’esercito israeliano ha ucciso tre militanti palestinesi in Cisgiordania, nei pressi della città di Jenin. Le autorità israeliane hanno dichiarato che i tre uomini erano dei terroristi stavano preparando nuovi attacchi nella zona.

Durante la riunione di governo del 26 ottobre, Netanyahu ha difeso l’operato dell’esercito, ribadendo che la politica di sicurezza israeliana resta di esclusiva competenza nazionale e che Israele non tollererà aggressioni. Il ministro degli Esteri americano Marco Rubio, commentando ieri la situazione, ha appoggiato la linea di Netanayahu, precisando che il fatto che Israele abbia firmato una tregua non significa che abbia perso il diritto a difendersi.

 

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