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Ma la maggioranza degli Ucraini vorrebbe votare a pace fatta

L’Ucraina si prepara a tornare alle urne

L'Ucraina recepisce le richieste di Trump: indirà al più presto nuove elezioni politiche. Ieri, 23 dicembre, la Commissione elettorale centrale ucraina ha annunciato di aver pienamente ripristinato le liste elettorali dopo quasi quattro anni di legge marziale che hanno congelato il sistema politico ucraino. Ma prima di poter tornare alle urne ci vorrà almeno un altro anno

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Il deputato David Arakhamia in un'immagine di archivio. Foto © Yevhen Kotenko/Ukrinform via ZUMA Press Wire via Ansa

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L’Ucraina indirà nuove elezioni politiche. Ieri, 23 dicembre, la Commissione elettorale centrale ucraina ha annunciato di aver pienamente ripristinato le liste elettorali dopo quasi quattro anni di legge marziale che hanno congelato il sistema politico ucraino. «L’aggiornamento del registro degli elettori è uno dei presupposti fondamentali per poter svolgere qualsiasi elezione», ha dichiarato il deputato David Arakhamia in un post su Telegram, aggiungendo che «la guerra ha inciso profondamente sui dati demografici» e che questo mutamento dovrà trovare riscontro nelle liste elettorali, «un lavoro complesso che richiederà tempo e dedizione».
Il registro elettorale ucraino era stato sospeso nel 2022 per tutelare i dati personali dato il rischio attacchi informatici russi. La Commissione elettorale ha dichiarato di aver impiegato tre anni per ricostruire e mettere in sicurezza l’intera banca dati elettorale. Parallelamente al ripristino del registro degli elettori, il 23 dicembre la Commissione elettorale ucraina ha approvato una serie di misure che delineano una pianificazione elettorale di lungo periodo, tra cui una strategia di comunicazione per le elezioni del dopoguerra e alcune proposte per migliorare l’accessibilità al voto delle persone con disabilità. La Commissione ha inoltre aggiornato l’elenco dei seggi elettorali e apportato le modifiche di routine alla composizione delle commissioni elettorali locali.
Il deputato Arakhamia ha poi annunciato che il Parlamento ucraino sta istituendo un gruppo di lavoro incaricato di verificare se sia possibile indire elezioni anche in regime di legge marziale, dimostrando di voler recepire i ripetuti inviti di Donald Trump di consentire al popolo ucraino di votare nonostante la guerra. «Si usa la guerra come pretesto per non votare – ha dichiarato il 9 dicembre Trump a Politico – ma io penso che il popolo ucraino debba poter scegliere» per poter garantire la democraticità delle istituzioni ucraine.
Volodymyr Zelensky ha manifestato apertura alla possibilità di una consultazione: «io sono pronto a nuove elezioni – aveva risposto Zelensky il 9 dicembre – anzi chiedo che gli Stati Uniti, magari insieme agli alleati europei, ci aiutino a garantirne la sicurezza» aggiungendo poi: «entro i prossimi 60 o 90 giorni, l’Ucraina sarebbe in grado di organizzare un voto».
Come è ormai noto, la legge ucraina vieta di tenere elezioni durante la legge marziale, che è stata confermata 17 volte dall’inizio dell’invasione russa  di quasi quattro anni fa. Ma Zelensky stesso ha richiesto al Parlamento di valutare una modifica della norma, così da consentire consultazioni anche in tempo di guerra. Ma uno dei principali ostacoli a nuove elezioni è rappresentato dal fatto che milioni di ucraini non vivano più nei luoghi di residenza precedenti al conflitto. Secondo le Nazioni Unite, quasi sei milioni di cittadini ucraini sono fuggiti all’estero. Zelensky ha più volte sottolineato che aggiornare i registri elettorali e consentire a queste persone di votare sarà essenziale per garantire la credibilità del nuovo voto, e ha precisato che il ministero degli Esteri ucraino sta già lavorando su diverse soluzioni che consentano ai connazionali all’estero di partecipare al voto.
Zelensky si è inoltre dichiarato favorevole all’introduzione del voto online per i cittadini residenti all’estero, ma il Parlamento non ha ancora legiferato in tal senso.
Ma la sicurezza rimane il principale problema. Un’analisi recente di Opora ha rilevato che, anche se la legge marziale venisse revocata, solo un numero limitato di comunità sarebbe oggi in condizioni di garantire un voto sicuro, poiché molti seggi elettorali risultano danneggiati o distrutti e i rifugi si trovano lontano dai luoghi di voto, mentre vaste aree dell’Ucraina sono ancora martoriate dai missili e dai droni russi.
In ogni caso, il ripristino degli elenchi dei votanti appena disposto costituisce la conditio sine qua non. Ma per avere elezioni regolari occorreranno liste elettorali aggiornate, seggi sicuri, e protezione dagli attacchi informatici e dalle campagne di disinformazione dalla Russia, oltre a norme chiare che regolino il voto nelle regioni occupate o già liberate. Tutte cose che – secondo Opora – per essere realizzate richiederanno come minimo un altro anno da oggi.
In tutto questo, un sondaggio condotto a dicembre dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev indica che la maggioranza degli ucraini ritenga opportuno votare solo dopo un eventuale accordo di pace con la Russia e non durante i combattimenti, come a indicare la fiducia risposta dal popolo ucraino in Zelensky e nel suo Gabinetto.
 

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