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Il Pcc sta 'espellendo' l'Australia dalle Isole

L’infiltrazione del regime cinese nelle Isole Salomone

Se la notizia della firma dell'accordo militare tra le Isole Salomone e la Repubblica Popolare Cinese del 2022 non fosse trapelata, ora nelle Isole Salomone ci sarebbero i soldati cinesi per le strade

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Immagine di archivio dell'esercito del Partito comunista cinese. Foto EPA LUSA/LIM CHOI/lc-cl /TO via Ansa

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Se la notizia della firma dell’accordo militare tra le Isole Salomone e la Repubblica Popolare Cinese del 2022 non fosse trapelata, ora nelle Isole Salomone ci sarebbero i soldati cinesi per le strade. Lo sostiene l’analista Paul Johnstone in un’intervista esclusiva a The Epoch Times. Gli abitanti delle Isole Salomone, a differenza della classe politica, sono preoccupati dalla presenza del Partito comunista cinese.
L’accordo militare firmato dall’allora governo Sogavare avrebbe permesso al regime cinese di posizionare le proprie truppe e navi da guerra. Le Isole Salomone, Vanuatu e Fiji sono tutte di grande importanza per il Partito comunista cinese, per cui il Pacifico rappresenta una base da cui controllare attentamente Australia e Nuova Zelanda. Secondo Johnstone, la Cina starebbe usando la stessa strategia utilizzata durante la Seconda guerra mondiale dai giapponesi: «il Giappone voleva prendere le Isole Salomone» perché erano un punto strategico «da cui bloccare le rotte marittime».
Il regime cinese ha continuato ad aumentare la sua spesa per le infrastrutture nel Paese e la sua influenza sulla classe politica in seguito all’accordo. Honiara ha scelto di rafforzare i legami con la Cina dal 2019, nonostante i consistenti investimenti economici da parte dell’Australia – storicamente il principale alleato delle Isole – stimati dal ministero degli Affari Esteri e del Commercio a 172,2 milioni di dollari australiani solo per il biennio 2024/2025. L’Assistenza fornita da Canberra prevede finanziamenti da programmi bilaterali, regionali e mondiali, nonché da altri dipartimenti e agenzie governative, inclusa la Polizia federale australiana.
L’Australia ha investito circa 1,2 miliardi di dollari in infrastrutture resistenti ai disastri nelle Isole Salomone dal 2019, e migliaia di suoi cittadini hanno partecipato al programma di mobilità lavorativa australiano. La grande differenza con il Pcc sta però nei controlli: l’Australia finge di sapere per cosa saranno utilizzati i fondi, cosa che il regime cinese non rivela.
Mentre i capi dei governi delle Nazioni insulari del Pacifico affermano che il loro sostegno al Pcc, caratterizzato dal taglio delle relazioni diplomatiche con Taiwan, dalla modifica dei documenti ufficiali per adattarli alla visione del mondo di Pechino e persino dall’espulsione di consiglieri australiani e neozelandesi dagli edifici governativi, è ricambiato con aiuti e investimenti, Johnstone afferma che i cittadini comuni non ne vedono alcun beneficio: «Ci saranno pure nuove strade, ma la maggior parte delle persone non la macchina. Quindi a trarre beneficio sono le imprese e per i funzionari governativi cinesi» ma non la popolazione locale.
Anche l’aiuto tanto decantato alla polizia delle Isole Salomone, che doveva includere una flotta di veicoli, non risulta aver raggiunto chi di dovere. Johnstone racconta di un articolo sul giornale locale durante la sua ultima visita, in cui la polizia diceva ai magistrati di non poter portare le persone in tribunale perché non c’erano veicoli disponibili. «Ho visto molte auto lì, auto della polizia e auto governative. Ma sulla fiancata c’è scritto “China Aid” o che sono state donate dalla Polizia di Guangzhou. Quindi ci sono molti veicoli della polizia dalla Cina, ma quando sono necessarie, a quanto pare, non possono essere usate per gli arresti».
Gli abitanti delle Salomone lamentano che la grande spesa per le infrastrutture sostenuta da Pechino apporti pochi benefici alla popolazione. Il motivo è che tutti questi progetti infrastrutturali, come il bellissimo stadio sportivo per i Pacific Games, impiegano manodopera dalla Cina continentale, non la popolazione locale, a cui restano solo le briciole
Ma un segmento della popolazione delle Isole Salomone sta ricevendo molta attenzione dal regime cinese: i giovani. Il Pcc sta sfruttando il vuoto lasciato dalla mancanza di opportunità lavorative per i giovani con attività sociali e indottrinamento ideologico, affiancato da una presenza di forze dell’ordine cinesi.
 

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