La guerra delle diverse verità su Gaza

di Redazione ETI/Chris Summers
5 Giugno 2025 15:24 Aggiornato: 6 Giugno 2025 5:59

I tragici episodi accaduti il 3 giugno nella striscia di Gaza, che hanno causato la morte di 27 civili palestinesi mentre si dirigevano verso un centro di distribuzione di aiuti umanitari, hanno riacceso l’attenzione sul dibattito tra guerra e disinformazione. In una guerra che si combatte non solo con le armi ma anche con la comunicazione, le Forze di Difesa Israeliane accusano Hamas di diffondere informazioni false per apparire come la vittima, invece come il carnefice che in realtà è. Il portavoce dell’esercito israeliano, generale di brigata Effie Defrin, ha affermato che Hamas non solo ostacola la popolazione nell’accesso agli aiuti, ma spara e lancia pietre contro i civili palestinesi stessi: «Hamas diffonde informazioni false, spesso poi rilanciate da una parte della stampa internazionale senza alcuna verifica».

In merito alle accuse secondo cui l’esercito israeliano avrebbe sparato su civili nei pressi di un centro di distribuzione gestito dall’americana Gaza Humanitarian Foundation, il generale Defrin sostiene che si tratti di un’affermazione del tutto infondata, che rilancia la propaganda dell’organizzazione terroristica, la vera responsabile dell’accaduto. Secondo Defrin, i soldati israeliani si sono trovati costrette a esplodere colpi di avvertimento a circa mezzo chilometro dall’area di distribuzione, contro diversi sospetti che si avvicinavano in modo ritenuto pericoloso per la sicurezza dei militari. L’episodio è ancrora oggetto di indagine. Secondo una ricostruzione preliminare, l’incidente si sarebbe verificato nei pressi di Rafah, a circa 800 metri da un centro di distribuzione aiuti della Gaza Humanitarian Foundation, che il 4 giugno ha comunicato la sospensione temporanea delle operazioni, al fine di avviare un confronto con l’esercito israeliano.
Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha riferito il 3 giugno che il proprio ospedale da campo a Rafah ha riscontrato un evento con numerose vittime: 27 morti per ferite in prevalenza da arma da fuoco. La Croce Rossa ha inoltre dichiarato che tutti i pazienti coscienti hanno riferito che erano diretti verso un centro di distribuzione di aiuti e che nel corso di una sola settimana, il personale sanitario ha gestito cinque eventi con numerose vittime, quattro dei quali avvenuti negli ultimi quattro giorni.

Solo due giorni prima, il ministero della Sanità di Gaza aveva denunciato la morte di oltre 30 persone e il ferimento di quasi 170 civili a sud della Striscia, attribuendo la responsabilità all’esercito israeliano che avrebbe aperto il fuoco su una folla in attesa di aiuti. Le forze armate israeliane hanno replicato definendo tali notizie  «false» e «gravi». La Gaza Humanitarian Foundation ha prontamente smentito la presenza di episodi di violenza nei pressi dei propri centri di distribuzione, dicendo poi che l’esercito israeliano sta verificando se alcune delle vittime civili si siano allontanate dal “corridoio sicuro” per entrare in una zona militare interdetta.

Al contempo, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha condannato le morti avvenute nei pressi dei centri di distribuzione di aiuti, definendole «inaccettabili», chiedendo un’indagine «rapida e imparziale» e l’individuazione dei responsabili. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite la popolazione palestinese è posta davanti a una scelta tragica: rischiare la morte per fame oppure rischiare di essere uccisa nel tentativo di ottenere il poco cibo disponibile, attraverso un sistema di assistenza “militarizzato”.

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato che l’amministrazione Trump sta verificando la veridicità dei fatti riportati, sottolineando che a «differenza di alcuni mass media, noi non accettiamo come verità assoluta quello che proviene da Hamas».

 


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times

Consigliati