L'Europa paga il prezzo di troppi anni di 'pacchia' cinese
Bruxelles: basta dipendere dalla Cina per le terre rare
L’Unione europea ha finalmente presentato il suo nuovo piano strategico per limitare la dipendenza dalle terre rare e dai materiali per batterie provenienti dalla Cina. La Commissione ha annunciato un approccio «più proattivo» per rafforzare la sicurezza economica dell’Ue

Sede della Commissione europea a Bruxelles
Photo: foto: Johanna Geron/Reuters.
L’Unione europea ha presentato il suo nuovo piano strategico per limitare la dipendenza dalle terre rare e dai materiali per batterie provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. La Commissione ha annunciato un approccio «più proattivo» per rafforzare la sicurezza economica dell’Ue, attraverso un impiego più incisivo degli strumenti commerciali già disponibili e la creazione di nuovi meccanismi di intervento.
«Per consolidare la propria sicurezza economica – dice la nota della Commissione – l’Ue farà uso degli strumenti esistenti, indipendentemente dalla loro finalità originaria […] Inoltre, rafforzerà le proprie capacità di raccolta e analisi delle informazioni per orientare le decisioni europee e migliorare il coordinamento con gli Stati membri e con il settore privato».
Bruxelles introduce linee guida aggiornate per il vaglio degli investimenti esteri diretti, criteri di sicurezza economica in materia commerciale e il finanziamento di progetti volti a ridurre la dipendenza da altri Paesi. Sei le aree di rischio individuate: la riduzione delle dipendenze strategiche per beni e servizi fondamentali; il controllo degli investimenti nel mercato interno; il rafforzamento dei settori della difesa, dello spazio e di altri settori chiave; la tutela della leadership europea nelle tecnologie strategiche; la protezione delle informazioni sensibili, dei dati e delle infrastrutture vitali.
Bruxelles introduce linee guida aggiornate per il vaglio degli investimenti esteri diretti, criteri di sicurezza economica in materia commerciale e il finanziamento di progetti volti a ridurre la dipendenza da altri Paesi. Sei le aree di rischio individuate: la riduzione delle dipendenze strategiche per beni e servizi fondamentali; il controllo degli investimenti nel mercato interno; il rafforzamento dei settori della difesa, dello spazio e di altri settori chiave; la tutela della leadership europea nelle tecnologie strategiche; la protezione delle informazioni sensibili, dei dati e delle infrastrutture vitali.
Tra i nuovi strumenti presentati figura il programma RESourceEU, concepito per diminuire la dipendenza dai metalli e materiali per batterie importati dalla Cina, un progetto analogo al REPower, lanciato da Bruxelles nel 2022 per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia (finora con risultati limitati).
Nell’ambito di RESourceEU, la Commissione prevede di destinare nel prossimo anno quasi 3 miliardi di euro a progetti legati alle materie prime di importanza strategica, tra cui la miniera di molibdeno Malmbjerg della canadese Greenland Resources e l’impianto di estrazione di litio della Vulcan in Germania.
Il piano prevede anche misure per snellire le procedure autorizzative, favorire gli acquisti congiunti e lo stoccaggio comune dei materiali, istituire un centro europeo per la gestione delle materie prime e per la diversificazione e la resilienza, e infine mantenere in Europa le risorse necessarie al riciclo dei materiali.
Nell’ambito di RESourceEU, la Commissione prevede di destinare nel prossimo anno quasi 3 miliardi di euro a progetti legati alle materie prime di importanza strategica, tra cui la miniera di molibdeno Malmbjerg della canadese Greenland Resources e l’impianto di estrazione di litio della Vulcan in Germania.
Il piano prevede anche misure per snellire le procedure autorizzative, favorire gli acquisti congiunti e lo stoccaggio comune dei materiali, istituire un centro europeo per la gestione delle materie prime e per la diversificazione e la resilienza, e infine mantenere in Europa le risorse necessarie al riciclo dei materiali.
Secondo i dati pubblicati dalla Commissione, nel 2025 l’Ue dipenderà dalla Cina per il 90 per cento dei magneti, per il 95 per cento dell’estrazione di terre rare e per il 100 per cento delle attività di raffinazione e riciclo di tali materiali. Il traguardo che oggi (finalmente) si pone Bruxelles è quindi a dir poco ambizioso. Con i progetti programmati, Bruxelles mira a ridurre entro il 2030 tali percentuali rispettivamente all’80, al 42 e al 60 per cento. La dipendenza dal regime cinese dell’Europa non è, evidentemente, un qualcosa a cui sia possibile rimediare nel giro di pochi anni (come invece sembra essere possibile negli Stati Uniti).
Per quanto riguarda altre materie prime strategiche, la dipendenza europea dalla Cina ora varia tra il 29 e l’89 per cento; secondo le previsioni della Commissione, entro il 2030 le quote scenderanno in una forbice compresa tra lo zero e il 64 per cento.
Per quanto riguarda altre materie prime strategiche, la dipendenza europea dalla Cina ora varia tra il 29 e l’89 per cento; secondo le previsioni della Commissione, entro il 2030 le quote scenderanno in una forbice compresa tra lo zero e il 64 per cento.
Il vicepresidente esecutivo della Commissione, Stéphane Séjourné, ha definito «allarmante» l’attuale dipendenza dell’Ue da un solo Paese per l’approvvigionamento di materie prime critiche. Anche il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha ribadito che «è imperativo che l’Europa rafforzi la propria sicurezza economica» in un contesto di commercio di eccesso di capacità industriale cinese che non accenna a diminuire.
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