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La Lega sempre più 'pacifista' si smarca da Fdi e Fi

Crosetto: dobbiamo costruire un "dome” nazionale

Crosetto conferma la linea del Governo: riarmare l'Italia il più velocemente possibile è una necessità imprescindibile. Giorgia Meloni dal Bahrein: «Finché ci sarà una guerra faremo quello che possiamo fare, come abbiamo sempre fatto, per aiutare l'Ucraina a difendersi»

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Il ministro alla Difesa Guido Crosetto in aula alla Camera

Photo: immagine di archivio. Foto ANSA/ANGELO CARCONI

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Tempo di lettura: 3 Min.

Il decreto per la proroga dell’invio di armi all’Ucraina «ci sarà». Lo ha assicurato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del suo viaggio in Bahrein dove ha incontrato – tra le altre personalità – il re, Hamad bin Isa Al-Khalifa. «Finché ci sarà una guerra faremo quello che possiamo fare, come abbiamo sempre fatto, per aiutare l’Ucraina a difendersi» ha ribadito la Meloni ai giornalisti, sottolineando che fornire aiuti militari «non vuol dire lavorare contro la pace».
Il commento della premier arriva in un contesto di tensione nella maggioranza di governo dopo lo scossone provocato dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il presidente del Comitato militare della Nato, che in una intervista pubblicata dal Financial Times il primo dicembre ha ipotizzato un possibile attacco preventivo alla Russia sul campo della guerra ibrida. Il caso è scoppiato dopo il duro commento della Lega, che ha accusato pubblicamente l’ammiraglio di «alimentare l’escalation». In più, dopo lo scandalo di corruzione nel settore energetico ucraino, il Carroccio ha espresso contrarietà a nuovi invii di armi a Kiev e continua a smarcarsi dalle idee del resto della maggioranza. Proprio ieri, 3 dicembre, Matteo Salvini – alla Camera per un question time sul Ponte sullo stretto di Messina – ha parlato con Repubblica del voto sul dl per il riarmo dell’Ucraina: «Ne parliamo tra venti giorni. Dipenderà dal contesto, per esempio dallo sviluppo delle inchieste di corruzione. E soprattutto dal negoziato portato avanti da Trump», ha detto il vicepremier leghista.
L’esecutivo, comunque, ha tempo fino al 31 dicembre per trovare una quadra sul decreto per l’invio di armamenti all’esercito ucraino, e la Meloni assicura che la questione verrà presto affrontata in Consiglio dei ministri.
Intanto oggi, 4 dicembre, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha tenuto un’audizione di fronte alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera sul Documento programmatico pluriennale. Il ministro ha parlato della necessità di istituire un «dome nazionale, un’architettura protettiva multilivello che prevede la difesa spaziale, missilistica e antidrone. Una difesa che non abbiamo mai avuto e non più rinunciabile, che assorbe investimenti nelle annualità pari a circa 4,4 miliardi di euro». Nello specifico – ha spiegato il titolare della Difesa – si tratta di « sistemi spaziali per l’allarme missilistico, radar avanzati, velivoli di difesa aerea come il Gcap [Global Combat Air Programme, il caccia stealth di sesta generazione che l’Italia sta sviluppando insieme a Gran Bretagna e Giappone, ndr] la batteria Samp-T next generation e sistemi antidroni. Un sistema multilivello interoperabile in grado di garantire in futuro, purtroppo non adesso, protezione e difesa al nostro territorio». Menzionando i «cambiamenti repentini che rendono impossibile definire il futuro dal punto di vista della minaccia, degli scenari e delle tecnologie», Crosetto ha annunciato l’intenzione di proporre in Parlamento, all’inizio del 2026, «il rinnovamento della Difesa, perché il tempo per ridefinirla è maturo».

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