Arriva la prima timida apertura del Cremlino: Vladimir Putin ha dichiarato ieri 27 novembre che il piano di pace attualmente in discussione e promosso dagli Stati Uniti potrebbe costituire la base per porre fine alla guerra in Ucraina.
Gli (immani) sforzi per fermare il conflitto tra Ucraina e Russia hanno ripreso slancio nelle ultime settimane, dopo che Stati Uniti hanno presentato il controverso Piano in 28 punti “favorevole” alla Russia e gli Stati europei – “volenterosi” e non – hanno ripreso a premere in modo parallelo per superare l’impasse.
Tornando alla Russia, parlando in conferenza stampa durante una visita in Kirghizistan, Zar Vladimir ha annunciato di essere pronto a una «discussione seria» sul piano, aggiungendo che una delegazione statunitense arriverà a Mosca la prossima settimana. «In generale, noi concordiamo sul fatto che questo potrebbe essere la base per futuri accordi», queste le sue parole al termine di un vertice dell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva con i capi di Stato di Bielorussia, Kazakistan e Tagikistan.
Il testo preliminare del Piano in 28 punti imponeva a Kiev concessioni territoriali rilevanti, un tetto alle forze armate e la rinuncia all’aspirazione all’adesione alla Nato, l’alleggerimento delle sanzioni per Mosca, il reindirizzamento degli asset russi congelati verso la ricostruzione ucraina e garanzie di non aggressione nei confronti di Ucraina e altri Paesi europei. Successivamente, quel testo – troppo “filo-russo” – è stato corretto in favore dell’Ucraina e ridotto rispetto ai 28 punti iniziali.
Entrambe le fazioni in guerra hanno rivendicato passi avanti sul documento: Zelensky ha definito il piano «l’approccio giusto» dopo averne ottenuto modifiche, aggiungendo: «c’è ancora del lavoro da fare insieme per completare il testo, e dobbiamo agire con dignità». A sua volta, Putin ha confermato che il nuovo testo rivisto è stato ufficialmente trasmesso a Mosca, precisando che il Cremlino ritiene che la proposta necessiti di una riformulazione in «linguaggio diplomatico», e liquidando come ridicoli elementi quali il divieto per la Russia di attaccare l’Europa: «Tali clausole fanno ridere – ha detto Zar Vladimir – perché noi non abbiamo alcuna intenzione di conquistare l’Europa». Per ora, pensano ormai (quasi) tutti in Europa.
Putin ha poi ribadito che i combattimenti cesseranno non appena le truppe ucraine si ritireranno dai territori sotto il loro controllo.
Venendo al dibattuto tema degli asset russi bloccati in Occidente, dall’inizio della guerra in Ucraina sono stati congelati circa 300 miliardi di dollari di riserve della Banca Centrale russa, in gran parte custodite/bloccate in Europa. Unione Europea e Stati Uniti dibattono da tempo se passare dal congelamento alla confisca vera e propria, destinando i fondi alla difesa e alla ricostruzione ucraina. I favorevoli ritengono che questo – oltre a costituire le giuste riparazioni di guerra a carico dello Stato aggressore – offrirebbe all’Ucraina un aiuto finanziario cruciale per la propria ricostruzione; gli sfavorevoli paventano rischi per la sovranità, la stabilità dei mercati internazionali e ritorsioni russe. «Ci sarebbero senza dubbio conseguenze gravi, perché la fiducia nell’eurozona crollerebbe in modo drammatico», ha detto Putin ai giornalisti, aggiungendo che in queste ore, Mosca sta preparando una risposta a uno scenario di sequestro degli asset.
Infine la posizione americana: Donald Trump ora definisce la fine della guerra ucraina la priorità della propria politica estera, ma questa volta ha scelto di non imporre date-ultimatum: «La mia scadenza è quando sarà finita» la guerra ha detto il presidente statunitense ai reporter parlando a bordo dell’Air Force One pochi giorni fa. «La Russia ha molte più persone, molti più soldati. Io credo che se l’Ucraina riuscisse a chiudere un accordo sarebbe una buona cosa. Ottima per entrambi». In un post su Truth, Trump ha poi sottolineato come rimangano «solo pochi punti di disaccordo» sul piano di pace, precisando poi: «Aspetto con speranza di incontrare presto il presidente Zelensky e il presidente Putin, ma solo quando l’accordo per porre fine a questa guerra sarà definitivo o in fase finale».