Trump riprova a fermare la guerra in Ucraina

di Artemio Romano
21 Novembre 2025 10:40 Aggiornato: 21 Novembre 2025 10:40

Diverse ombre si stagliano sul nuovo tentativo di pace in Ucraina di Donald Trump. L’America lavora da mesi con Russia e Ucraina per elaborare un piano volto a porre fine al conflitto, nonostante i falliti tentativi precedenti. Lo ha confermato la Casa Bianca ieri, 20 novembre, in seguito a notizie trapelate alla stampa.

L’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il ministro degli Esteri Marco Rubio hanno lavorato «con discrezione» a questo piano durante l’ultimo mese. Secondo quanto dichiarato dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt nel corso di un incontro con i giornalisti, Witkoff e Rubio «hanno dialogato con entrambe le parti, Russia e Ucraina in ugual misura, per comprendere quali impegni ciascuno Stato sarebbe disposto a prendere per giungere a una pace duratura e stabile».

Da alcuni giorni, alcune indiscrezioni suggeriscono che il piano preveda “concessioni territoriali” da parte dell’Ucraina in cambio di “garanzie di sicurezza”. Nulla di nuovo, quindi, rispetto ai tentativi falliti della scorsa estate. Con una differenza: un giornalista ieri ha chiesto alla portavoce del presidente americano se il piano non imponga a Kiev troppe concessioni a Mosca. Domanda a cui la Leavitt ha risposto in mondo evasivo, precisando che Witkoff e Rubio hanno avuto incontri con gli omologhi ucraini la scorsa settimana e che «il presidente appoggia il piano», che è considerato «accettabile» per entrambe le fazioni.
In conferenza stampa, Leavitt ha anche ribadito che Trump «è sempre più deluso da entrambi i fronti della guerra, Russia e Ucraina, per il loro rifiuto» di scendere a compromessi, aggiungendo: «So che ci sono molte critiche e molti scettici, ma voglio ricordare il successo storico che questo presidente e il suo gruppo di lavoro hanno conseguito in Medio Oriente. Noi crediamo che sia possibile ottenere un risultato analogo con Russia e Ucraina». Ma rimane il (legittimo) dubbio che Donald Trump nella sua seppur lodevole volontà di mettere fine a questa orrenda guerra – che continua a mietere vittime fra i civili e a mettere in pericolo l’intera Europa – sia forse disposto a “concedere troppo” a Putin. Che in questa guerra è e rimarrà sempre l’aggressore, non l’aggredito.

Intanto, il Segretario per l’Esercito statunitense, Daniel Driscoll, ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky il 20 novembre; incontro dopo il quale Zelensky ha mostrato molto ottimismo e ha espresso il proprio apprezzamento il lavoro di mediazione di Donald Trump. «I nostri gruppi di lavoro — ucraino e statunitense — lavoreranno insieme sulle disposizioni del piano per porre fine alla guerra» ha poi dichiarato Zelensky.

Il 22 ottobre, il ministero del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia, colpendo le due maggiori compagnie petrolifere del russe: Rosneft e Lukoil. Le sanzioni stanno riducendo le entrare della Russia e abbassando i prezzi del petrolio e, secondo i primi rapporti di reazione del mercato forniti a Epoch Times Usa dall’Ufficio per il Controllo dei Beni Esteri, si prevede una forte diminuzione di lungo periodo dei volumi di petrolio russo venduti.

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