Tajani: servono nuove sazioni per portare Mosca al tavolo dei negoziati

Il ministro degli Esteri Antonio tajani, foto: REUTERS/Guglielmo Mangiapane/File Photo.
| Aggiornato alle
Condividi articolo
Tempo di lettura: 2 Min.
Tempo di lettura: 2 Min.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato al Senato che sono necessarie nuove sanzioni per esercitare pressione sul presidente russo Vladimir Putin e portarlo al tavolo dei negoziati per porre fine al conflitto in Ucraina. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno coordinando i loro sforzi, e mercoledì il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che si sta valutando un’accelerazione dell’eliminazione dei combustibili fossili russi nell’ambito di nuove sanzioni. «Intensificare la pressione su Putin per spingerlo a negoziare è essenziale. Dobbiamo utilizzare ogni strumento a disposizione per ostacolare il finanziamento della sua macchina da guerra, incluse nuove sanzioni», ha affermato Tajani.
L’Ue prevede di acquistare circa il 13% del suo gas dalla Russia quest’anno, ma sta lavorando a delle proposte per “staccare la spina” alle importazioni di petrolio e gas russi entro il 1° gennaio 2028. «A Bruxelles stiamo lavorando per adottare al più presto un 19° pacchetto di sanzioni, che avrà un impatto significativo sui flussi finanziari», ha aggiunto il ministro degli Esteri. Dopo l’aumento delle tensioni tra Russia e Occidente per via dei droni russi abbattuti in Polonia, Tajani ha ribadito una proposta per estendere “l’ombrello” di difesa collettiva della Nato all’Ucraina, come garanzia di sicurezza in caso di accordo di pace. «Il punto di partenza è definire una clausola di sicurezza collettiva che consenta all’Ucraina di beneficiare del sostegno di tutti i suoi partner, inclusi gli Stati Uniti, in caso di nuovi attacchi», ha concluso.
Articoli attuali dell'autore
23 dicembre 2025
Trump: i colloqui con l’Ucraina stanno procedendo bene
22 dicembre 2025
Turning Point di Charlie Kirk si riunisce, interviene JD Vance
20 dicembre 2025
Tony Blair: l’Europa rischia l’irrilevanza











