Piantedosi: previsti 927 mila ingressi regolari in due trienni

di Agenzia Nova
22 Agosto 2025 19:13 Aggiornato: 24 Agosto 2025 12:14

«Sono orgoglioso di far parte di un governo che su temi come l’immigrazione e il sociale ha investito profondamente. Abbiamo programmato su due trienni l’ingresso di 927 mila nuovi ingressi, cioè immigrati regolari da inserire nel mercato del lavoro, secondo quella che era l’incrocio tra domanda e offerta che ci veniva dal sistema economico». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo al panel “Dall’accoglienza al lavoro: le nuove frontiere dell’integrazione” in corso al Meeting di Rimini. «Mai nella storia repubblicana era stata adottata una programmazione di questo tipo. Lo abbiamo fatto – ha aggiunto – con i decreti flussi, per evitare che le persone che arrivavano sul nostro territorio finissero in mano alla criminalità, adottando cautele organizzative e anche un intervento normativo per garantire che quei numeri fossero piena e totale espressione della volontà di favorire ingressi per motivi di lavoro. Credo che su questo il governo abbia dimostrato concretamente di voler mettere il tema dell’integrazione in cima alla propria agenda», ha sottolineato Piantedosi.

Il ministro ha anche evidenziato l’azione sul fronte della sicurezza. «Da quando sono ministro di questo governo, ormai da due anni e mezzo, mi è capitato di espellere per motivi di sicurezza nazionale più di 200 cittadini stranieri». «In alcuni casi, grazie alle leggi che abbiamo approvato, abbiamo preventivamente revocato la cittadinanza italiana che nel frattempo era stata concessa. Si trattava quasi sempre di persone di cui erano emerse evidenze oggettive di tendenze alla radicalizzazione, alla propaganda o di legami con cause terroristiche», ha spiegato. «Questi dati dimostrano che il lavoro non basta per garantire integrazione, così come non basta un foglio di carta. Viviamo talvolta l’illusione, anche un po’ ipocrita, che basti dare un permesso di soggiorno per risolvere il problema. Non è così: il percorso di integrazione deve fondarsi su una reale adesione ai valori di libertà, democrazia e convivenza civile», ha concluso Piantedosi.

Infine, il ministro ha rimarcato: «L’umanità si è modellata con i movimenti delle persone, ed erigere muri è profondamente illusorio. Chi sceglie di venire da noi, in Occidente, in Europa, lo fa non solo per il nostro mercato del lavoro, ma anche perché sceglie la nostra libertà, la nostra democrazia e la nostra società uguale e plurale. Se dimentichiamo questo, non avremo mai processi di integrazione compiuti».


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