Intanto Kiev smentisce la presa di Pokrovsk
Nulla di fatto a Mosca
Nessun reale progresso nei negoziati in corso a Mosca tra Witkoff e Putin. La "questione territoriale" resta irrisolta ma per ora nessuno strappo: i colloqui continuano

Vladimir Putin, l'inviato presidenziale Kirill Dmitriev e il consigliere per la politica estera Yuri Ushakov, con gli inviati speciali del presidente statunitense Donald Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, al Cremlino, 2 dicembre 2025. Foto Sputnik/Kristina Kormilitsyna/Pool via Reuters
Il Cremlino ha reso noto che non è stato raggiunto alcun’intesa al termine del vertice di ieri di cinque ore tra Steve Witkoff, Jared Kushner e Vladimir Putin. Nel successivo briefing, Yuri Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, ha descritto l’incontro come «costruttivo», ma ha precisato che «non sono stati ancora individuati compromessi adeguati» e che «rimane molto lavoro da svolgere». Ushakov ha detto che i colloqui hanno toccato la “questione territoriale”, espressione con cui Mosca rivendica la sovranità russa sull’intero Donbass ucraino, precisando: «Alcune proposte americane appaiono più o meno accettabili e meritano ulteriori approfondimenti» mentre «altre formulazioni» non convincono il Cremlino, e «i negoziati proseguiranno inevitabilmente» ha chiosato il fedelissimo di Putin.
Witkoff aveva già incontrato Putin ad agosto. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt aveva dichiarato il giorno prima dell’incontro che l’amministrazione era «molto ottimista», dopo i colloqui positivi con la delegazione russa in Florida e successiva la missione di Witkoff a Mosca.
A margine dell’incontro in Florida del 30 novembre, il ministro degli Esteri americano Marco Rubio – quasi a voler rispondere alle critiche di eccessiva vicinanza alla Russia del piano iniziale in 28 punti presentato dal suo governo – ha precisato che da parte statunitense l’obiettivo non è solo di «fermare i combattimenti» ma concordare delle condizioni «che garantiscano all’Ucraina una prosperità stabile nel tempo» e una pace che mantenga «l’Ucraina sovrana, indipendente e con reali prospettive di benessere».
Sulla successiva correzione in chiave filo-ucraina del piano in 28 punti, Putin ha poi dichiarato che potrebbe fungere da base per chiudere il conflitto.
Parlando da Parigi il luendì dicembre, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha valutato il nuovo piano come «migliorato» dopo recenti confronti con gli americani, pur definendo il controllo sui territori riconosciuti internazionalmente come ucraini «l’aspetto più spinoso».
Passando al campo di battaglia, Kiev gela gli entusiasmi di Mosca rispetto alla presunta caduta della città di Pokrovsk: lo Stato maggiore ucraino ha liquidato il trionfalismo russo come «l’ennesimo tentativo propagandistico del Cremlino, con video di bandiere issate ad arte per influenzare i negoziati internazionali».







