L’eredità di Jiang Zemin, solo crimini e corruzione

Di Alex Wu

Jiang Zemin, ex leader del Partito Comunista Cinese (Pcc), è morto di malattia a Shanghai il 30 novembre scorso, all’età di 96 anni, secondo un annuncio ufficiale. Jiang ha esercitato un notevole controllo sulla Cina per oltre vent’anni, lasciando un’eredità politica duratura caratterizzata principalmente da crimini e corruzione.

Presunta spia del Giappone e dell’Unione Sovietica

Secondo documenti storici e ricerche del defunto studioso e storico civile cinese Lyu Jiaping, non solo il padre di Jiang fu un traditore durante l’occupazione giapponese della Cina nella Seconda Guerra Mondiale, ma Jiang stesso era anche una spia dell’intelligence militare imperiale giapponese.

Jiang Shijun, il padre biologico di Jiang, si unì al ‘Congresso di salvezza per la pace’ organizzato dalla forza di occupazione giapponese e dai suoi collaboratori cinesi nel 1938. Dopo la caduta di Nanchino, collaborò con l’Associazione di Mantenimento Temporaneo di Nanchino e con i giapponesi.

Grazie alle conoscenze del padre, Jiang si iscrisse al Dipartimento di ingegneria elettrica del Collegio di ingegneria dell’Università centrale di Nanchino. In quel periodo, si unì alla classe di formazione dei giovani quadri del college, istituita da un capo spia giapponese in Cina, e fu addestrato come spia per monitorare gli altri studenti cinesi, secondo Lyu.

Nel 1955 e 1956, Jiang si recò alla fabbrica di automobili Stalin di Mosca, in Unione Sovietica, per uno stage. Secondo lo storico, il Consiglio di Sicurezza Nazionale sovietico (Kgb) scoprì la storia di Jiang come traditore e lo trasformò in una spia del Kgb del suo Ufficio dell’Estremo Oriente. Dopo il ritorno in Cina, Jiang mantenne un legame con il Kgb e divenne una spia sovietica nascosta nel Pcc. Per coprire questa storia oscura, Jiang firmò un trattato segreto con la Russia, cedendo dei territori cinesi.

Nel dicembre 1999, Jiang e il presidente russo Boris Eltsin, in visita a Pechino, hanno firmato il ‘Protocollo sul Protocollo Narrativo tra il Governo della Repubblica Popolare Cinese e il Governo della Federazione Russa sulle sezioni est e ovest del confine sino-russo’. Nel 2001 ha firmato un altro trattato con il presidente russo Vladamir Putin, il ‘Trattato sino-russo di buon vicinato, amicizia e cooperazione’.

Nei trattati, Jiang ha venduto alla Russia almeno 1,5 milioni di chilometri quadrati di territorio appartenente alla Cina, tra cui Wulianghai, l’isola di Sakhalin e Vladivostok, che equivalgono a decine di Taiwan. Jiang ha anche assegnato alla Russia la foce del fiume Tumen, chiudendo l’accesso della Cina nord-orientale al Mar del Giappone.

Salito al potere dopo il massacro di Tiananmen

Il necrologio ufficiale del Pcc menziona il ruolo di Jiang durante il massacro di Tiananmen del 4 giugno 1989, affermando che Jiang «ha sostenuto e attuato la posizione del Pcc contro i disordini, mantenendo efficacemente la stabilità di Shanghai».

Durante il movimento democratico e le proteste di massa del 1989, Jiang è stato convocato a Pechino perché aveva epurato la pubblicazione World Economic Herald di Shanghai, che sosteneva il movimento studentesco, ottenendo il favore dell’ex leader del Pcc Deng Xiaoping. Dopo che il movimento è statoviolentemente represso dai militari del regime, Jiang è stato nominato nuovo leader del Pcc.

Dopo il massacro di Tienanmen, il Pcc ha dovuto affrontare sanzioni e blocchi da parte del mondo democratico guidato dagli Stati Uniti. Jiang si è impegnato (a parole) a migliorare i diritti umani in cambio di vantaggi commerciali con l’Occidente: una promessa che non sarebbe stata mantenuta.

Nel frattempo, ha lanciato una campagna di educazione e propaganda nazionalistica per manipolare l’opinione pubblica cinese e il sentimento contro l’Occidente.

Da quando è salito al potere, Jiang ha collocato i suoi fedelissimi di Shanghai in molte posizioni importanti, tra cui Zeng Qinghong, che in seguito è diventato il numero 2 della fazione di Jiang all’interno del partito, nota anche come fazione di Shanghai, e vicepresidente del Paese.

La corruzione

Dall’epoca di Jiang, tutti i livelli del Pcc e delle forze armate erano stati saturati da un livello di corruzione senza precedenti. Era diventata prassi comune accumulare ricchezza freneticamente con tutti i mezzi. La corruzione sistemica è ora un segno distintivo del governo del Pcc.

Nel 2018, il miliardario cinese in esilio negli Stati Uniti Miles Guo ha affermato che la famiglia Jiang è la più ricca del mondo e che i beni che Jiang e la sua famiglia hanno «rubato al Paese» ammontano a 500 miliardi di dollari, e sono custoditi da suo nipote Jiang Zhicheng per conto della famiglia Jiang.

Il consigliere dell’ex leader cinese Zhao Ziyang, Wu Guoguang, ha dichiarato a Voice of America che sotto il governo di Jiang la corruzione dei singoli funzionari si è trasformata in corruzione di gruppo su larga scala di famiglie di funzionari di alto livello, di medio livello e persino di basso livello: «Il grado di corruzione del Pcc in questo periodo non ha precedenti nella storia dell’umanità. Naturalmente, ha creato un gran numero di interessi acquisiti».

La persecuzione del Falun Gong

Quando Jiang era al potere, ha represso vigorosamente i dissidenti, in particolare con la persecuzione del Falun Gong iniziata nel 1999, condannata dalla comunità internazionale.

Il Falun Gong, una pratica spirituale tradizionale basata sui principi di ‘Verità, Compassione e Tolleranza’, ha rapidamente guadagnato popolarità in Cina negli anni ’90, dopo essere stata resa pubblica. La pratica è stata ampiamente apprezzata per il miglioramento della forma fisica e della moralità sociale. Il Falun Gong ha un gran numero di praticanti in tutti gli strati sociali della Cina, il che ha scatenato il risentimento di Jiang.

Nel 1999, nonostante l’opposizione di altri membri del Comitato permanente del Pcc, Jiang ha lanciato una campagna di persecuzione a livello nazionale contro il Falun Gong e ha persino ordinato il prelievo forzato degli organi dei praticanti del Falun Gong ancora in vita. Di conseguenza, l’industria dei trapianti di organi in Cina ha iniziato a crescere in quel periodo, secondo quanto afferma l’Organizzazione Mondiale che Indaga sulla Persecuzione del Falun Gong.

La persecuzione continua ancora oggi. Secondo i dati su Minghui.org, il numero noto di praticanti del Falun Gong perseguitati a morte e i cui nomi sono stati identificati, ha raggiunto le 4.828 unità, mentre centinaia di migliaia di praticanti sono stati imprigionati illegalmente e torturati in centri di detenzione, campi di lavoro e prigioni.

Jiang si è dimesso dalla carica di leader del Pcc nel 2002 ed è stato poi sostituito da Hu Jintao. Tuttavia, gli esperti ritengono che Jiang abbia controllato la situazione politica cinese da dietro le quinte. Molti funzionari della fazione di Jiang avevano il controllo effettivo e prendevano ordini da Jiang, rendendo Hu una figura solo formale.

Xi Jinping, invece, dopo l’ascesa al potere nel 2012, si è scontrato duramente con la fazione di Jiang. Durante il suo primo mandato, Xi ha fatto fuori un gran numero di funzionari della fazione di Jiang in nome della lotta alla corruzione. Tuttavia, non ha toccato Jiang stesso e Zeng Qinghong.

Morto nella vergogna

Chen Yonglin, ex diplomatico del Pcc, ha dichiarato a Epoch Times il 30 novembre: «Come macellaio di persone, Jiang Zemin è morto con umiliazione e vergogna». Egli ritiene che non solo Jiang, ma anche il Pcc debba rispondere dei crimini commessi: «Perché anche se Jiang è morto, non è ancora finita. Finché ci sarà il Partito Comunista, la persecuzione della religione e dei diritti umani non si fermerà. Non solo il Falun Gong è perseguitato, ora la politica ‘zero-Covid’ del regime ha causato grandi sofferenze alle persone in tutto il Paese».

Il dottor Feng Chongyi, professore associato di Studi sulla Cina presso l’Università di tecnologia di Sydney, ha sottolineato che: «La repressione del Falun Gong da parte di Jiang Zemin è stata scritta nella storia, con vergogna, e non potrà mai sfuggire a questo crimine. Ha commesso crimini contro l’umanità».

La morte è la via d’uscita più facile per Jiang, perché «il miglior finale dovrebbe essere consegnare Jiang Zemin alla giustizia», ha affermato Wang Xing ex ingegnere di un’impresa statale della Cina continentale.

Li Yuanhua, uno storico con sede in Australia, ha dichiarato a Epoch Times: «Jiang è salito al potere dopo il massacro di Tiananmen, il che è intrinsecamente vergognoso. Ha iniziato a governare il Paese con la corruzione e ha fatto fortuna in segreto. Durante il suo governo, ha portato disastri al Paese e al popolo, in particolare la persecuzione disumana della Falun Dafa, che alla fine ha danneggiato tutta la nazione».

 

Articolo in inglese: Jiang Zemin’s Political Legacy: Crimes and Corruption

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