Il Pcc ordina ad Apple di ritirare WhatsApp e Threads dall’App Store cinese

Di Katabella Roberts

Apple ha confermato di aver rimosso le applicazioni WhatsApp e Threads di proprietà di Meta dal suo App Store in Cina, su ordine del principale ente di vigilanza di internet del Paese.

Il colosso della tecnologia ha dichiarato a Reuters il 19 aprile che l’amministrazione cinese del cyberspazio ha ordinato la rimozione delle app per motivi non specificati di «sicurezza nazionale».

Apple non ha fornito ulteriori dettagli su quando le app sono state rimosse o su a cosa fossero legate le preoccupazioni per la sicurezza nazionale.

«L’Amministrazione del Cyberspazio cinese ha ordinato la rimozione di queste app dal negozio cinese in base a preoccupazioni per la sicurezza nazionale», ha affermato Apple.  «Siamo obbligati a seguire le leggi dei Paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo».

La Cina è un mercato cruciale per Apple. Tuttavia, secondo Reuters, WhatsApp e Threads non sono ampiamente utilizzati in Cina e WeChat di Tencent è di gran lunga il servizio dominante.

Numerose app straniere, tra cui WhatsApp e Threads, sono generalmente limitate dal «Great Firewall» sulle reti cinesi, un ampio sistema di censura di internet del Paese. È possibile accedervi solo tramite una rete privata virtuale (Vpn) o altri strumenti proxy.

Gli utenti Apple esperti di tecnologia in Cina possono comunque scaricare WhatsApp e Threads, a condizione che dispongano di account iCloud impostati al di fuori del Paese.

Apple ha sottolineato che le due app rimangono disponibili a Hong Kong e Macao.

Secondo Reuters, Facebook, Instagram e Messenger, tutte piattaforme di comunicazione social di proprietà di Meta, erano ancora disponibili sull’App Store in Cina al momento della pubblicazione, così come altre popolari app sviluppate da aziende occidentali, tra cui YouTube e X (ex Twitter).

Il giro di vite di Pechino sulle app

L’Amministrazione Cinese del Cyber-spazio, fondata nel 2011, è l’ente nazionale di regolamentazione di internet e censore dei contenuti online.

Secondo un rapporto pubblicato alla fine dello scorso anno da Diplomat, l’Amministrazione contiene anche il segretariato della Commissione centrale per la sicurezza informatica e l’informatizzazione, un organo decisionale di alto livello presieduto personalmente dal leader cinese Xi Jinping.

Inoltre, varie organizzazioni statali chiave, così come la Banca popolare cinese e l’Esercito popolare di liberazione sono tutti coinvolti nella definizione delle politiche digitali con la Commissione centrale per la sicurezza informatica e l’informatizzazione.

Alcuni esperti ritengono che l’ultima ordinanza emessa dal Partito Comunista Cinese (Pcc) al potere riguardo WhatsApp e Threads potrebbe essere collegata a una nuova regola emanata lo scorso agosto che impone a tutte le app disponibili in Cina di registrarsi formalmente presso Pechino entro il 1° aprile altrimenti rischiavano di essere rimosse.

Rich Bishop, amministratore delegato di AppInChina, editore e operatore di software internazionale in Cina, ha dichiarato al Financial Times che la registrazione formale obbliga gli sviluppatori a fondare una società locale o a «utilizzare un editore locale e ospitare il back-end dell’app in Cina. Una volta che Apple inizierà ad applicarlo, centinaia di migliaia di app verranno rimosse perché pochissime hanno ottenuto la registrazione dell’app».

I legislatori valutano il divieto di TikTok

La rimozione di WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina è arrivata appena un giorno prima che i legislatori della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti votassero su una legislazione per costringere la piattaforma di streaming video TikTok a tagliare tutti i legami con la sua società madre cinese, ByteDance. o rischiare di perdere la capacità di operare negli Stati Uniti.

Il disegno di legge, noto come «Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act», è stato approvato dalla Camera con il sostegno bipartisan ed è attualmente pendente al Senato.

Ciò avviene mentre i legislatori del Congresso sollevano da tempo preoccupazioni sulla sicurezza nazionale relativa all’app, che negli ultimi anni è cresciuta in popolarità negli Stati Uniti, in particolare tra gli utenti più giovani.

Sia i democratici che i repubblicani hanno più volte sottolineato che i dati di TikTok sugli utenti americani potrebbero potenzialmente cadere nelle mani del Pcc, dato che la piattaforma è soggetta alle leggi cinesi che impongono alla società di consegnare tutti i dati in suo possesso a Pechino se richiesto.

ByteDance ha negato che sia così e afferma di archiviare i dati degli utenti statunitensi su server negli Stati Uniti, Singapore e Malesia.

Nonostante le loro affermazioni, TikTok è stato bandito dai dispositivi governativi negli Stati Uniti, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito.

 

Versione in inglese: CCP Orders Apple to Pull WhatsApp, Threads From China App Store

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