Sindaco di Prato: nei giovani la speranza per battere l’illegalità cinese

La speranza di sradicare la crisi dell’illegalità nella comunità cinese di Prato risiede principalmente nelle prossime generazioni. Così ha detto il sindaco di Prato Matteo Biffoni, specificando che è in quest’ambito che si inserisce la collaborazione del Comune con l’Istituto Confucio.

L’Istituto Confucio è un’organizzazione che insegna agli studenti la lingua cinese con l’obiettivo dichiarato di promuovere la cultura cinese. Secondo numerosi analisti, in realtà si tratterebbe di uno strumento di propaganda estera del Partito Comunista Cinese, volto ad esportare la sua visione del mondo e la sua interpretazione distorta della storia.

Recentemente l’università di Stoccolma e la McMaster University del Canada hanno chiuso i ponti con l’Istituto Confucio per discriminazione. Spesso criticato dalle associazioni dei docenti, agli insegnanti dell’Istituto è proibito praticare la Falun Dafa, una pratica spirituale perseguitata dal regime cinese e ormai ampiamente diffusa anche all’estero. Un gruppo di praticanti di questa disciplina meditativa il 19 maggio si è riunito davanti al Comune di Prato per svolgere esercizi di meditazione cercando di sensibilizzare le istituzioni pratesi sulle pratiche criminali del Partito Comunista Cinese nei loro confronti, come la tortura, il lavoro forzato e il prelievo di organi dai loro corpi ancora in vita, fatti internazionalmente condannati, ripetutamente anche in sede di Parlamento Europeo e Italiano.

Per Biffoni, intervistato da Epoch Times, il ruolo di interlocutore dell’Istituto Confucio è importante «al di la dei meriti», perché «ci aiuta ad avere un punto di riferimento».

Biffoni ha comunque assicurato che approfondirà la questione del ruolo dell’Istituto Confucio nel Comune, analizzando le accuse che ha ricevuto in diversi Paesi.

Ha anche parlato del’illegalità cinese importata a Prato, sottolineando che un 75 per cento delle ditte cinesi sarebbero irregolari, secondo gli ultimi controlli, e alcune violano la legge in maniera molto pesante. L’ex sindaco del Comune di Prato Roberto Cenni aveva valutato la percentuale addirittura al 95 per cento nel 2013. La popolazione di Prato è per il 30 per cento (su 190 mila persone) costituita da cinesi, regolari e clandestini, presentando la densità cinese più alta d’Europa.

«Certo è una comunità molto chiusa ma qualcosa si inizia a muovere», ha detto Biffoni. «Noi facciamo un investimento molto importante sulla formazione scolastica, perché riteniamo che con le generazioni adulte sia un po’ piu faticoso. È piu facile riuscire a far crescere e creare delle condizioni nelle generazioni più giovani, sperando che le generazioni che arrivano da questo percorso siano migliori… Quindi scommettere sulla scuola significa un investimento economico e culturale importante».

«Ci sono scuole della nostra città dove la lingua cinese, la cultura cinese, è materia facoltativa del percorso di studio. Rispetto ad anni fa siamo partiti dal nulla».

Il 20 febbraio è stato firmato il protocollo d’intesa tra il Comune di Prato, l’Istituto Confucio di Firenze e il Polo Universitario Città di Prato (Pin), «per una cooperazione istituzionale nell’ambito della qualità dell’offerta formativa e culturale, della città e del territorio», secondo quanto segnalato dal comune in precedenza.

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