Con l’ultima bozza del ddl presentato dal centrodestra, il presidente della Repubblica avrà il potere di sciogliere le Camere durante gli ultimi sei mesi del suo mandato (conosciuto anche come «semestre bianco»).
Anche l’articolo 89 – in materia delle responsabilità del presidente della Repubblica – della Costituzione è stato rivisto nell’ultima bozza presentata. Con questo emendamento di Marcello Pera si assume che «nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità».
In base all’emendamento, poi, la controfirma del governo su alcuni atti viene esclusa, stabilendo che: «Gli atti del Presidente della Repubblica sono controfirmati dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. Non sono controfirmati la nomina del Presidente del Consiglio, la nomina dei giudici della Corte Costituzionale, la concessione della grazia e la commutazione delle pene, il decreto di indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi al Parlamento e il rinvio delle leggi alle Camere».
Le opposizioni, intanto, vorrebbero dei nuovi ascolti agli esperti, per comprendere quale sia il giudizio che gli emendamenti propongono – nella riforma numero due – presentati dal governo.
Finora sono stati uditi 52 esperti, 49 dei quali hanno espresso un parere discordante, verso una riforma che finora è stata modificata con quattro emendamenti.
Attualmente vi sono circa mille emendamenti proposti dalle opposizioni.