Telecom acquisita dagli americani?

Un fondo americano, Kkr, ha deciso di acquisire l’italiana Telecom, per 19 miliardi di euro. Una mossa avvenuta senza consultare gli azionisti, passando direttamente al Cda. 

A detta di alcuni, la mossa ha causato insoddisfazioni, che comportano tra l’altro possibili deprezzamenti azionari dell’ex società monopolistica di telecomunicazioni del Bel Paese.

Mentre, secondo altri, questo passaggio ha reso più luminoso il futuro dell’azienda. Dati gli investimenti in relazione ad eventuali migliorie dell’infrastruttura, quindi dei servizi.

Le principali società di rating, comunque, sono pronte ad una rivalutazione di Telecom Italia, soprattutto se nei prossimi giorni questo accordo andrà a buon fine.

Con questa operazione, si stima che circa 14 miliardi di euro – dalla cessione di Netco – di debiti che pesano sull’azienda italiana, vengano sollevati, concedendole un più ampio respiro.

«Consente all’azienda di seguire la tendenza emergente a livello internazionale, che vede le grandi telecomunicazioni storiche riorganizzarsi in modo focalizzato sul cliente e lasciare ad altri investitori a lungo termine il compito di costruire le reti», afferma Tom Mockridge, Ad di Virgin Fibra ed ex Ceo di Sky Italia, intervistato da Il fatto quotidiano.

Non pochi però sono scontenti, tra cui la società di media francese Vivendi impegnato in una possibile causa contro quella che ritiene una decisione illegale quella di agire senza il voto degli azionisti.

Nel frattempo, il governo italiano è intervenuto autorizzando il Dipartimento del Tesoro ad acquistare una parte di azioni Telecom per 2.2 miliardi di euro. In modo da possedere il 20% della società.

Così lo Stato italiano potrà mantenere una posizione tra i principali azionisti, anche se in minoranza. Soprattutto se nell’arco di un decennio il fondo americano, Kkr, decidesse di uscire tramite Ipo (Offerta pubblica iniziale).

Da parte sua Vivendi – oltre ad essere in testa tra gli azionisti, delle quote di Telecom Italia (23.75%) – è stata da tempo dell’opinione che la società abbia un valore di oltre 30 miliardi di euro. E tali voleva offrire per acquistarla.

Kkr inizialmente aveva proposto €33 miliardi ($37 miliardi) per l’acquisto di Telecom Italia.

Sparkle, responsabile dei cavi sottomarini di rete, facente parte del Gruppo Tim, è anche al centro dell’attenzione, dato il suo ruolo. Per questo il Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) ha stanziato circa 2 miliardi di euro per detenere il pieno controllo della società, a fronte di un possibile acquisto anche di Kkr, che tuttavia ritiene la società abbia un valore inferiore al miliardo di euro.

 
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