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Il libro di Peter Kreeft propone una metodologia per discutere le grandi domande della vita

Cosa direbbe Socrate sui problemi di oggi?

Il filosofo greco Socrate è il soggetto del libro What Would Socrates Say? An Introduction to Philosophy by the Socratic Method (Cosa direbbe Socrate? Introduzione alla filosofia attraverso il metodo socratico) del filosofo e teologo statunitense Peter Kreeft

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Un libro di Peter Kreeft rivolto a chiunque ami imparare e partecipare a un dialogo socratico.

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Tempo di lettura: 7 Min.

Probabilmente, leggere libri di filosofia non è qualcosa che facciamo abitualmente nel tempo libero, considerando soprattutto la forte concorrenza di film, videogiochi e sport. Per gli studenti universitari e per chi sta per intraprendere gli studi superiori, questa materia può sembrare arabo, o greco antico… in questo caso, lo è davvero. Il filosofo greco Socrate è il soggetto del libro What Would Socrates Say? An Introduction to Philosophy by the Socratic Method (Cosa direbbe Socrate? Introduzione alla filosofia attraverso il metodo socratico) del filosofo e teologo statunitense Peter Kreeft.
Kreeft, che è nato nel 1937, è professore emerito di Filosofia al Boston College e ha scritto oltre 86 libri su molteplici argomenti, tra cui teologia, filosofia, logica, guerre culturali e surf  (I Surf, Therefore I Am: A Philosophy of Surfing associa due cose che ama). Tra i suoi numerosi titoli si può ricordare inoltre Christianity for Modern Pagans: Pascal’s ‘Pensées’ (Cristianesimo per pagani moderni: i Pensieri di Pascal), libro in cui Kreeft analizza gli scritti del matematico e filosofo francese del Seicento Blaise Pascal in difesa della fede cristiana di fronte a un mondo fortemente secolarizzato.
In quest’ultimo libro di filosofia, Kreeft propone un diverso approccio al metodo socratico. Come spiega nella prefazione, è il risultato di «sessant’anni di insegnamento della filosofia a studenti di ogni livello intellettuale, [che] gli hanno insegnato in che cosa gli studenti si identificano». Quindi, uno dei due protagonisti principali del libro rappresenta questi studenti. Ha chiamato questo personaggio Nat Whilk (in inglese antico significa Non so chi). Nat intraprende una discussione con l’altro personaggio principale, il grande filosofo Socrate, una «scadente imitazione del vero Socrate».

Nicolas-André Monsiau, Dibattito tra Socrate e Aspasia. Pubblico dominio.

Nel presentare il metodo socratico attraverso un dialogo fittizio tra il filosofo e il suo allievo, Kreeft dimostra che questo metodo è più coinvolgente rispetto ai monologhi sovraccarichi di argomenti che si trovano nella maggior parte dei libri di testo e nelle lezioni dei professori universitari. I lettori arrivano a capire il metodo in modo induttivo: seguendo i dialoghi, vedono con i propri occhi i «principi comuni, sia teorici … che pratici», hanno modo cioè di vedere come operi il metodo e ne possono trarre conclusioni proprie. Ma, prima di arrivare ai dialoghi, si devono leggere oltre trenta pagine di premessa, in cui i principi di base della filosofia, della logica e del metodo socratico sono presentati in tre introduzioni separate. Dopotutto, prima di poter filosofare, è necessario sapere che cos’è la filosofia. In questo caso, Kreeft fa anche un ottimo lavoro nello spiegare cosa non è la filosofia.
Una delle introduzioni tratta dell’effetto della filosofia sia su singoli individui che su gruppi. Diverse correnti filosofiche hanno scatenato guerre tra nazioni, mentre le filosofie sul matrimonio di una coppia possono tenerla unita o portare alla separazione: le ideologie e le affiliazioni politiche hanno lacerato famiglie. Lo abbiamo visto nel secolo scorso, nella Storia recente e alcuni lo hanno potuto osservare anche da vicino. Tenendo presente questo aspetto, c’è una sezione speciale del libro, dal titolo Come usare il metodo socratico con persone difficili, che potrebbe interessare il lettore.
Kreeft ricorda infatti ai lettori che «lo scopo della discussione non è la vittoria personale, ma la verità». Proprio come in un esperimento scientifico, una discussione socratica richiede coerenza logica e, nel porre domande e dare risposte, consente un processo di riflessione che aiuta ad affinare le capacità di discorso degli studenti.
Dopo queste premesse, ci si può godere la lettura dei sedici dialoghi su diversi argomenti, che Nat e Socrate «interpretano», spaziando dall’astratto (“pensare al pensiero”) al concreto (l’importanza della tecnologia nella vita quotidiana). I personaggi discutono di temi come l’aldilà, del significato di «reale», di guerra e pacifismo, e del perché «conservare il vecchio rispetto al progredire verso il nuovo». Kreeft non evita argomenti scottanti come l’aborto, la moralità sessuale e lo scopo dell’istruzione. Ma le questioni non sono solo rilevanti: i dialoghi riflettono come sia possibile avere una discussione produttiva su di esse senza dover accapigliarsi a tutti i costi.
Kreeft chiarisce poi che il testo è sì destinato ai principianti, ma questo non significa che sia edulcorato o semplicistico, piuttosto si rivolge anche e non solo ai giovani di oggi, qui rappresentati da Nat. Socrate e Nat si scambiano domande, possibili risposte e altre domande, coinvolgendo i lettori nel metodo socratico. L’obiettivo è che entrambi riescano (e vogliano) vedere i punti di vista dell’altro su una questione, prima di formulare una conclusione improvvisata.
Nell’introduzione alla filosofia che Kreeft propone, i commenti umoristici dell’autore, le analogie comparative, le riflessioni sconcertanti e persino le battute banali rendono l’argomento accessibile e persino divertente. Ogni capitolo termina con ulteriori domande che i lettori possono utilizzare in un gruppo di studio o in un saggio personale, in questo modo coinvolgendoli realmente come partecipanti attivi nel processo.
Chiunque, anche persone comuni, si può accostare alla filosofia e imparare a partecipare al dialogo socratico. Kreeft si augura che il suo libro, man mano che i lettori si inoltrano nel ragionamento induttivo e deduttivo, susciti l’interesse di chi desidera continuare ad apprendere. L’amore per la sapienza, o saggezza – questo è il significato di filosofia, φιλοσοφία in greco antico – e la volontà di conoscere possono essere alimentati e dare frutti, aiutando gli esseri umani a realizzare il loro potenziale, come testimonianza del loro Creatore.
 

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