Volodymyr Zelensky ha annunciato una nuova proposta di negoziati di pace con la Russia per la prossima settimana. Quest’anno, in Turchia, si sono già tenuti due serie di trattative che hanno portato a intese sullo scambio di prigionieri e sulla restituzione delle salme dei caduti, ma senza produrre progressi concreti verso la cessazione delle ostilità.
«Il dialogo con la parte russa sugli scambi di prigionieri è in corso: stiamo proseguendo con l’attuazione degli accordi raggiunti durante l’incontro di Istanbul» ha dichiarato Zelensky sabato sul suo canale ufficiale Telegram, dicendo poi che sono in corso trattative per un ulteriore scambio, e che Rustem Umerov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale e capo delle delegazioni nei precedenti round di negoziati, ha formalmente invitato il Cremlino a un nuovo incontro.
Zelensky ha inoltre ribadito il desiderio di un confronto diretto con Vladimir Putin: «È necessario un incontro al vertice per garantire una pace autentica e duratura. L’Ucraina è pronta per un dialogo di questo livello». Zelensky chiede anche con urgenza di accelerare i negoziati: «il ritmo delle trattative deve essere intensificato. Dobbiamo fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco. La Russia deve smettere di eludere decisioni concrete». Nell’ultimo ciclo di colloqui, tenutosi a giugno, per porre fine al conflitto la Russia ha avanzato richieste di fatto inaccettabili: la cessione di quattro province sud-orientali parzialmente controllate dalle sue forze, che comporterebbe la perdita di circa il 15% del territorio che Kiev considera proprio, oltre alla rinuncia alle aspirazioni ucraine di aderire alla Nato e il rifiuto di ogni forma di assistenza militare occidentale.
Putin ha anche ribadito l’obiettivo, volutamente vago, di “denazificare” l’Ucraina, quale motivazione usata per giustificare l’escalation del conflitto scatenato dal Cremlino nel febbraio 2022. La riluttanza della Russia a fare progressi nel processo di pace ha suscitato critiche anche da parte di Washington. Il vice presidente statunitense JD Vance ha dichiarato ai leader europei che Putin «sta chiedendo troppo». Anche Donald Trump ha espresso insoddisfazione dopo una recente conversazione telefonica con Putin. Il 14 luglio, Trump e il segretario generale della Nato Mark Rutte hanno quindi annunciato il nuovo, massiccio, piano di forniture belliche Nato per l’Ucraina. Trump ha inoltre dichiarato che gli Stati Uniti imporranno dazi del 100% ai Paesi che continueranno a intrattenere rapporti commerciali con la Russia, qualora non si raggiunga un accordo di pace entro 50 giorni.
In risposta, venerdì la Russia ha confermato che si terrà un terzo round di negoziati con l’Ucraina. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha precisato che le parti discuteranno delle bozze di memorandum scambiate nei precedenti incontri. Sabato, il Cremlino ha chiarito che i colloqui di pace con Kiev e le relazioni diplomatiche con Washington sono questioni distinte. Peskov, citato dall’agenzia di stampa statale Tass, ha infatti dichiarato: «Un tema è la risoluzione della questione ucraina, un altro sono le nostre relazioni bilaterali, le tensioni e le numerose questioni problematiche che ci dividono».