Perché oggi i giovani non sono più tutti "di sinistra”?

Il giovane attivista conservatore Charlie Kirk parla il 13 marzo 2025 agli studenti dell'università del Tennessee
Photo: foto © Gage Skidmore/ZUMA Press Wire via Ansa.
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Tempo di lettura: 9 Min.
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Dopo sessant’anni di dominio dogmatico, la sinistra ha perso il monopolio delle idee del mondo giovanile. Una tendenza sociale che, come sempre, parte dagli Stati Uniti e che si sta affermando sempre di più anche in Europa.
Secondo il think tank statunitense Brookings Institution, nel 2028 i Millennial (ossia i nati fra il 1981 e il 1996) e la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) costituiranno oltre la metà degli aventi diritto al voto negli Stati Uniti, una quota destinata a superare il 60 per cento entro il 2036.
Quasi un americano su due tra i 18 e i 29 anni ha votato alle presidenziali del 2024, confermando una tendenza alla crescita degli ultimi dieci anni. In America i giovani elettori, quindi, stanno già modificando gli equilibri politici del Paese.
I nati dopo il 1997 sono influenzati in modo decisivo dall’uso (e abuso) dei social media, e per questo sono molto difficili da capire per le attuali classi dirigenti, che non sanno cosa significhi partecipare alle lezioni scolastiche con Zoom, vivere sotto l’esposizione costante dei social o crescere circondati da video che mostrano violenze o lanciano continui allarmi sul clima (che, come qualcuno sta iniziando ad ammettere, sono per lo più ingiustificati). E, secondo alcuni analisti, i giovani della Generazione Z vogliono essere protagonisti del proprio futuro, piuttosto che antagonisti del sistema – o addirittura fuori dal sistema – come sono stati per molti decenni.
Secondo gli osservatori, infatti, la Generazione Z non è solo in piazza o sui social: i giovani lavorano nei municipi, sono attivi sul territorio e a livello politico e, sempre più spesso, si candidano direttamente al Parlamento federale americano, costringendo i partiti a rivedere una retorica politica ormai bollita da decenni.
Secondo gli osservatori, infatti, la Generazione Z non è solo in piazza o sui social: i giovani lavorano nei municipi, sono attivi sul territorio e a livello politico e, sempre più spesso, si candidano direttamente al Parlamento federale americano, costringendo i partiti a rivedere una retorica politica ormai bollita da decenni.
Si tratta naturalmente di un processo normale e naturale della crescita umana: i più giovani hanno più voglia di “cambiare il mondo” di quanta ne avranno di lì a 10-15 anni.
Ma contrariamente a una diffusa percezione, la generazione Z non costituisce un blocco ideologicamente uniforme: ormai, i giovani non sono più tutti “di sinistra”. Piuttosto, un’analisi Reuters di diverse consultazioni elettorali recenti non solo nordamericane ma anche europee, mette in luce un fenomeno rilevato anche da altri esperti: la crescente frattura di genere fra i giovani elettori. In generale, ragazze e giovani donne tendono a privilegiare i partiti di sinistra e centro-sinistra, mentre molti coetanei maschi tendono a spostarsi verso il centrodestra e i valori conservatori, mostrando un allontanamento dall’attivismo rigidamente “progressista” in direzione di una più ampia esplorazione delle proprie convinzioni, con maggiore attenzione alle politiche che pensino a rispondere non a (vuote e illusorie) battaglie ideologiche ma alle reali questioni della vita: il lavoro, la salute, la famiglia, e la costruzione del proprio futuro in seno a una società che non va abbattuta con delle “rivoluzioni”, ma piuttosto migliorata dal di dentro col proprio contributo.
Ma contrariamente a una diffusa percezione, la generazione Z non costituisce un blocco ideologicamente uniforme: ormai, i giovani non sono più tutti “di sinistra”. Piuttosto, un’analisi Reuters di diverse consultazioni elettorali recenti non solo nordamericane ma anche europee, mette in luce un fenomeno rilevato anche da altri esperti: la crescente frattura di genere fra i giovani elettori. In generale, ragazze e giovani donne tendono a privilegiare i partiti di sinistra e centro-sinistra, mentre molti coetanei maschi tendono a spostarsi verso il centrodestra e i valori conservatori, mostrando un allontanamento dall’attivismo rigidamente “progressista” in direzione di una più ampia esplorazione delle proprie convinzioni, con maggiore attenzione alle politiche che pensino a rispondere non a (vuote e illusorie) battaglie ideologiche ma alle reali questioni della vita: il lavoro, la salute, la famiglia, e la costruzione del proprio futuro in seno a una società che non va abbattuta con delle “rivoluzioni”, ma piuttosto migliorata dal di dentro col proprio contributo.
Molti, se non la maggior parte degli elettori della Generazione Z condividono almeno alcune posizioni conservatrici, e ammette di aver temuto in passato di essere “cancellata” se avesse espresso apertamente le proprie idee; e dichiara di preoccuparsi per il fatto che molti dei loro coetanei si costruiscano opinioni sulla base di contenuti creati allo scopo di scatenare il “rage bait” sui social, senza verificare le fonti.
Resta però una domanda di fondo: i partiti politici considereranno la Generazione Z per quello che sta diventando, ossia il nucleo centrale dell’elettorato? O continueranno a rivolgersi ai giovani come a una categoria marginale, limitandosi a allisciarla cinicamente solo in campagna elettorale?
Entrambi i grandi partiti statunitensi affermano di avere ben chiara la posta in gioco. I democratici hanno impiegato centinaia di creatori di contenuti digitali alla convention del 2024 e hanno puntato con forza su influencer di TikTok, Instagram e YouTube per raggiungere gli elettori più giovani, in affiancamento alle tradizionali campagne nelle università. Ma, allo stesso tempo, il Partito Democratico ha di fatto “abbandonato” questi giovani per dedicarsi a battaglie culturali marginali e per ingraziarsi gli immigrati clandestini, nell’estremo tentativo di restare a galla trovando nuove persone che votino democratico, considerato che anche le comunità tradizionalmente di sinistra (neri e ispanici innanzitutto) stanno sempre più allontanandosi dai democratici americani.
Anche il Partito Repubblicano, rifondato dal presidente Donald Trump (che ha riportato il Grand Old Party ai valori dei Padri costituenti che in passato incarnava) si è concentrato su podcast e dirette streaming seguite da un pubblico giovane. Trump è apparso in trasmissioni condotte da figure come Adin Ross e si è avvalso del coinvolgimento del figlio minore, Barron, a sua volta prodotto della Generazione Z, per costruire nuovi rapporti con influencer in grado di attrarre platee più giovani.
La portavoce del comitato nazionale repubblicano, Kiersten Pels, dice chiaramente che il partito riconosce nella Generazione Z un’opportunità di crescita. E infatti, anche la dirigenza repubblicana – per trovare un nuovo radicamento nei giovani – sta esplorando i “nuovi media” e guarda anche a organizzazioni nate spontaneamente, come Turning Point Usa, fondata dal giovane attivista Charlie Kirk, assassinato da un ragazzo vittima (presumibilmente) proprio dell’intossicazione ideologica woke.
La portavoce del comitato nazionale repubblicano, Kiersten Pels, dice chiaramente che il partito riconosce nella Generazione Z un’opportunità di crescita. E infatti, anche la dirigenza repubblicana – per trovare un nuovo radicamento nei giovani – sta esplorando i “nuovi media” e guarda anche a organizzazioni nate spontaneamente, come Turning Point Usa, fondata dal giovane attivista Charlie Kirk, assassinato da un ragazzo vittima (presumibilmente) proprio dell’intossicazione ideologica woke.
Tornando al divario di genere, un sondaggio Gallup lo ha recentemente studiato rilevando che circa il 25% degli uomini di età compresa tra i 18 e i 29 anni si identifica “di sinistra”, contro il 40% delle donne nella stessa fascia demografica. Ma resta il fatto che il 60% delle giovani donne americane non si riconosca nelle ideologie della sinistra. Un fenomeno che non è limitato agli Stati Uniti: in Europa occidentale e in Italia si osserva la medesima dinamica. Il concetto che le nuove generazioni siano ineluttabilmente destinate a votare in blocco a sinistra, ormai è superato.
Piuttosto, in Nord America e Europa sta emergendo il nuovo tratto comune della “frattura di genere”, proprio all’interno della Generazione Z: una parte rilevante di giovani donne continuano a credere nei partiti di sinistra o centro-sinistra, mentre quote crescenti di giovani uomini si orientano verso i partiti conservatori.
Nell’analisi di Reuters, sondaggisti ed economisti politici collegano questa spaccatura alle difficoltà di accesso al lavoro e alla casa, al risentimento verso il femminismo e i programmi di cosiddetta “diversità” e al ruolo dei social nel amplificare il conflitto. E questa particolare tendenza alla spaccatura è probabilmente l’aspetto più pericoloso: la cultura del conflitto – da sempre connaturata alle sinistre e ultimamente amplificata fino al parossismo dalla deriva woke – non essendo più applicata alle classi sociali (ricchi-poveri, operai-padroni) ma al genere, rischia non solo di fare esplodere la società ma anche di distruggere il potere creativo dell’essere umano nella sua forma più completa e elevata: l’unione dell’uomo e della donna. E questa probabilmente è la sfida più grande e difficile che tanti, fra i ragazzi di oggi, dovranno affrontare nel costruire il proprio futuro.
Nell’analisi di Reuters, sondaggisti ed economisti politici collegano questa spaccatura alle difficoltà di accesso al lavoro e alla casa, al risentimento verso il femminismo e i programmi di cosiddetta “diversità” e al ruolo dei social nel amplificare il conflitto. E questa particolare tendenza alla spaccatura è probabilmente l’aspetto più pericoloso: la cultura del conflitto – da sempre connaturata alle sinistre e ultimamente amplificata fino al parossismo dalla deriva woke – non essendo più applicata alle classi sociali (ricchi-poveri, operai-padroni) ma al genere, rischia non solo di fare esplodere la società ma anche di distruggere il potere creativo dell’essere umano nella sua forma più completa e elevata: l’unione dell’uomo e della donna. E questa probabilmente è la sfida più grande e difficile che tanti, fra i ragazzi di oggi, dovranno affrontare nel costruire il proprio futuro.







