Trump manda Witkoff a Gaza per toccare con mano la situazione

di Redazione ETI/Jackson Richman, Lawrence Wilson
2 Agosto 2025 20:28 Aggiornato: 3 Agosto 2025 11:25

In un contesto segnato da una crisi umanitaria sempre più grave, il primo agosto l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e l’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, hanno visitato la Striscia di Gaza per visionare le strutture gestite dalla Fondazione umanitaria  americana per Gaza e altre strutture. La missione risponde alle crescenti pressioni internazionali per affrontare la drammatica situazione nella Striscia, definita dall’Onu come segnata da «fame diffusa, malnutrizione e malattie». Witkoff ha chiarito su X che la visita, durata cinque ore, mirava a «fare chiarezza sulla situazione reale sul campo» e «fornire al presidente Trump una visione nitida della crisi umanitaria» utile a «elaborare un piano per consegnare cibo e aiuti medici alla popolazione di Gaza». Huckabee, ha precisato che vi è anche stato un briefing con le Forze armate israeliane.
Il portavoce della Gaza Humanitarian Foundation, Chapin Fay, ha accolto con favore l’iniziativa: «Il presidente Trump comprende l’importanza della posta in gioco a Gaza e ritiene prioritario nutrire i civili, non Hamas» ha dichiarato, sottolineando l’impegno dell’organizzazione per sostenere la popolazione.

Al centro della crisi si collocano le accuse sulla gestione degli aiuti umanitari. Israele accusa Hamas di appropriarsi del cibo per rivenderlo. Hamas nega. In ogni caso, per evitare furti di prodotti alimentari vitali per la popolazione di Gaza, Washington e Gerusalemme appoggiano la Gaza Humanitarian Foundation, che dal 5 maggio ha distribuito 100 milioni di pasti, garantendo quotidianamente cibo a milioni di persone.
L’Onu, tuttavia, rifiuta di collaborare con la fondazione, giudicandone i metodi insicuri e non conformi al principio di neutralità; una posizione che secondo alcuni ha aggravato la crisi alimentare. Secondo dati Onu aggiornati al 15 luglio, 875 palestinesi hanno perso la vita tentando di procurarsi cibo, di cui 674 nei pressi dei centri gestiti dalla fondazione. Per agevolare la distribuzione degli aiuti, dal 27 luglio Israele ha introdotto pause giornaliere di 10 ore nei combattimenti in alcune aree della Striscia.

I negoziati di pace sono stati interrotti il 24 luglio senza che producessero risultati, dice Witkoff, a causa della «malafede» di Hamas, aggiungendo che gli Stati Uniti stanno attualmente esplorando varie alternative «per riportare a casa gli ostaggi» e stabilizzare la situazione a Gaza.


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