Respinta la mozione di sfiducia, la von der Leyen rimane

di Redazione ETI/Reuters
10 Luglio 2025 13:11 Aggiornato: 10 Luglio 2025 13:12
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha superato un voto di sfiducia al Parlamento europeo, presentato giovedì principalmente da deputati di destra che l’accusavano di aver minato la fiducia nell’Unione europea attraverso diverse condotte al limite della legalità.
La mozione non ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria per rimuovere il presidente della Commissione. 175 Parlamentari hanno votato a favore della mozione di sfiducia, 360 hanno votato contro e 18 si sono astenuti.
Il conservatore rumeno Gheorghe Piperea, principale promotore della mozione, ha criticato tra l’altro il rifiuto della Commissione di rendere pubblici i messaggi di testo scambiati tra la von der Leyen e l’amministratore delegato del produttore di vaccini Pfizer durante la pandemia di Covid-19: «Il processo decisionale è diventato opaco e arbitrario, e suscita timori di abusi e corruzione. Il costo dell’ossessiva burocrazia dell’Unione europea, come quella per contrastare i cambiamenti climatici, è stato enorme», aveva dichiarato Piperea intervenendo in aula lunedì scorso, in cui la von der Leyen ha difeso il proprio operato in aula, respingendo le critiche sulla gestione della pandemia e sostenendo che il suo approccio avrebbe garantito un accesso equo ai vaccini in tutta l’Ue.
Sebbene la mozione di censura avesse poche probabilità di successo, ha rappresentato un grattacapo politico per la von der Leyen, mentre la sua Commissione è impegnata in negoziati con l’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump per scongiurare pesanti dazi doganali americani sui beni europei. Si tratta della prima volta dal 2014 che un presidente della Commissione affronta una simile mozione. All’epoca, Jean-Claude Juncker superò a sua volta il voto.