Un oggetto celeste largo circa 700 chilometri, individuato nelle gelide e remote regioni esterne del sistema solare, potrebbe rientrare nella categoria dei pianeti nani. L’oggetto è stato osservato mentre percorre un’orbita estremamente allungata attorno al Sole.
Secondo i ricercatori, si tratta di uno degli oggetti visibili più distanti mai rilevati nel sistema solare. La sua scoperta lascia intendere che l’ampia fascia di spazio situata oltre Nettuno, inclusa la regione della fascia di Kuiper, potrebbe non essere così deserta come finora ritenuto. La fascia di Kuiper è popolata da numerosi corpi ghiacciati.
L’oggetto, denominato 2017 OF201, rientra nella categoria dei corpi trans-nettuniani, cioè quelli che orbitano attorno al Sole oltre l’orbita di Nettuno. Per completare un giro completo intorno al Sole, impiega circa 25 mila anni, a fronte dei 365 giorni richiesti dalla Terra. La sua individuazione è avvenuta grazie a osservazioni effettuate nell’arco di sette anni con telescopi situati in Cile e alle Hawaii.
«Le sue dimensioni potrebbero essere sufficienti per classificarlo come pianeta nano. L’orbita è molto ampia ed eccentrica, il che fa pensare a un’evoluzione orbitale complessa in passato», ha spiegato l’astrofisico Sihao Cheng dell’Istituto di Studi Avanzati di Princeton, nel New Jersey, che ha guidato la ricerca insieme ai collaboratori Jiaxuan Li ed Eritas Yang, entrambi dottorandi presso l’università di Princeton.
Le stime attuali indicano che 2017 OF201 è leggermente più piccolo di Cerere, il più piccolo tra i cinque pianeti nani finora riconosciuti nel sistema solare, che ha un diametro di circa 950 chilometri. Il più grande, Plutone, raggiunge invece i 2.377 chilometri di diametro.
La massa di 2017 OF201 sarebbe circa ventimila volte inferiore rispetto a quella della Terra e cinquanta volte più piccola di quella di Plutone. «Non se ne conosce ancora la forma. La distanza è eccessiva e le osservazioni telescopiche non consentono una risoluzione sufficiente», ha aggiunto Cheng. «Anche la composizione è al momento ignota, ma con ogni probabilità è simile a quella degli altri corpi ghiacciati».
La scoperta è stata annunciata dal Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale, associazione internazionale di astronomi, ed è descritta in dettaglio in uno studio pubblicato sulla piattaforma di ricerca ad accesso libero arXiv. La pubblicazione non ha ancora superato la revisione tra pari.
Attualmente, 2017 OF201 si trova a una distanza di 90,5 unità astronomiche dal Sole, ovvero 90,5 volte più lontano rispetto alla distanza Terra-Sole. Tuttavia, nel punto più estremo della sua orbita può arrivare oltre le 1.600 unità astronomiche, mentre nel punto più vicino si avvicina fino a circa 45 unità astronomiche. In alcune fasi del suo percorso, quindi, si trova più vicino al Sole rispetto a Plutone, la cui distanza varia tra 30 e 49 unità astronomiche lungo un’orbita ellittica.
Si ipotizza che l’orbita insolita di 2017 OF201 sia il risultato di un’antica interazione gravitazionale con un pianeta gigante. «La conoscenza delle regioni più lontane del sistema solare resta ancora molto limitata, soprattutto perché attualmente è difficile osservare direttamente oggetti oltre le 150 unità astronomiche», ha osservato Cheng. «La presenza di questo singolo corpo celeste lascia pensare che possano esistere un centinaio di oggetti simili per orbita e dimensioni, oggi non rilevabili per la loro distanza».
I pianeti nani riconosciuti ufficialmente dall’Unione Astronomica Internazionale sono cinque: in ordine di distanza dal Sole, si tratta di Cerere – situato nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove – seguito da Plutone, Haumea, Makemake ed Eris, tutti oltre Nettuno.
L’Unione distingue pianeti e pianeti nani sulla base di criteri precisi: un pianeta deve orbitare attorno a una stella – nel nostro caso il Sole – avere forma pressoché sferica ed essere sufficientemente massiccio da ripulire la propria orbita da altri corpi simili. Un pianeta nano, invece, pur orbitando attorno al Sole ed essendo sferico, non ha eliminato altri oggetti nelle vicinanze della propria orbita. La scoperta di 2017 OF201 potrebbe avere implicazioni per le teorie che ipotizzano l’esistenza di un nono pianeta nel sistema solare, soprannominato Pianeta Nove o Pianeta X.
L’interesse nasce dal fatto che l’orbita di 2017 OF201 si discosta da quella degli altri oggetti trans-nettuniani finora noti, i quali tendono a raggrupparsi secondo uno schema che alcuni scienziati attribuiscono alla possibile influenza gravitazionale di un pianeta ancora sconosciuto. «Il fatto che 2017 OF201 si presenti come un’eccezione rispetto a quel modello di raggruppamento potrebbe mettere in discussione tale ipotesi», ha concluso Cheng.