YouTube: rimuoveremo i contenuti sui brogli elettorali negli Stati Uniti

Di Jack Phillips

Youtube ha annunciato che dal 9 dicembre bloccherà e rimuoverà i contenuti che parlano di «presunti brogli o errori diffusi che avrebbero cambiato l’esito delle storiche elezioni presidenziali statunitensi».

L’azienda di proprietà di Google ha dichiarato di aver preso la decisione in quanto «abbastanza Stati hanno certificato i loro risultati elettorali» ed è ormai passata la scadenza ‘di sicurezza’ dell’8 dicembre.

Tuttavia, ci sono ancora importanti ricorsi legali in sospeso, tra cui quello alla Corte Suprema, che potrebbero cambiare l’esito delle elezioni. Il comunicato di YouTube non ne fa menzione e non fa alcun riferimento al voto del Collegio elettorale previsto per il 14 dicembre.

«Inizieremo a rimuovere qualsiasi contenuto caricato oggi (o in qualsiasi momento successivo) che induca la gente in errore, sostenendo che diffusi brogli o errori abbiano cambiato l’esito delle elezioni presidenziali del 2020 negli Stati Uniti, in linea con il nostro approccio alle storiche elezioni presidenziali americane».

«Per esempio, rimuoveremo i video che affermano che un candidato alle presidenziali abbia vinto le elezioni a causa di diffusi malfunzionamenti del software o di errori di conteggio. Inizieremo a far rispettare questa politica oggi, e la rafforzeremo nelle settimane a venire – ha scritto Youtube – Come sempre, la copertura delle notizie e i commenti su questi temi possono rimanere sul nostro sito se c’è un sufficiente contesto educativo, documentaristico, scientifico o artistico». L’azienda non ha fornito però ulteriori chiarimenti sul contesto richiesto.

Youtube ha anche aggiunto che «guiderà» le persone verso «informazioni autorevoli» fornite da grandi agenzie di stampa come Abc, Cbs, Nbc o Cnn. Tuttavia, nel corso dell’ultimo mese, queste testate giornalistiche hanno fornito una scarsa copertura delle cause legali e delle accuse di brogli elettorali.

Su Twitter, l’annuncio di YouTube è diventato virale tra i commentatori conservatori, secondo cui l’azienda si starebbe dando alla censura.

Il giornalista Jack Posobiec di Oann ha scritto: «YouTube ha dichiarato che ora è vietato criticare la gestione delle elezioni da parte del governo». Peraltro, alcune settimane fa, il canale YouTube di Oann (One America News Network) era già stato sospeso e demonetizzato.

La mossa attirerà sicuramente l’ira di alcuni membri del Congresso e dello stesso Trump, che hanno suggerito in diverse occasioni che i social media non dovrebbero più godere della protezione garantita loro dalla Sezione 230 della legge federale. Molti parlamentari, sia repubblicani che democratici, sostengono che la legge dovrebbe essere riscritta o abrogata, in quanto protegge ingiustamente questo genere di aziende dalle proprie responsabilità.

I critici della Sezione 230 sostengono che essa consenta alle cosiddette Big Tech (grande aziende nel settore della tecnologia) di censurare impunitamente e di adottare provvedimenti di moderazione del contenuto scadenti. Molti conservatori denunciano che YouTube e altre società di social media hanno sistematicamente censurato le voci favorevoli a Trump o ai conservatori.

Una causa dell’ottobre 2020 intentata contro YouTube, per esempio, sostiene che l’azienda abbia ripetutamente violato i propri termini di servizio cancellando pagine o sospendendole senza una giusta causa e senza spiegare la motivazione dei provvedimenti.

L’avvocato M. Cris Armenta, nella sua denuncia presentata alla corte federale della California per conto di diversi querelanti, ha scritto: «I querelanti rimangono perplessi su quali siano gli specifici contenuti e le specifiche ragioni che li avrebbero portati a essere parte della grande operazione di rimozione di contenuti dalla piattaforma, se non il fatto che si tratti di canali di notizie con un punto di vista conservatore e seguiti da un grande pubblico».

Armenta sostiene che YouTube abbia violato i diritti garantiti dal Primo Emendamento degli Stati Uniti. La piattaforma, cancellando gli account, si sarebbe infatti «impegnata in un’azione statale capitolando alle pressioni del governo» californiano.

 

Articolo in inglese: YouTube to Delete Content Alleging Presidential Election Fraud

 
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