Usa, Marco Rubio si candida alle presidenziali del 2016

Ancora novità sul fronte nordamericano. Dopo la storica stretta di mano Obama-Castro e la candidatura di Hilary Clinton, si fa avanti Marco Rubio. Il senatore ha presentato infatti l’annuncio per le presidenziali del 2016 e ha affermato di sentirsi «estremamente qualificato» per correre alla nomination repubblicana. L’ufficialità arriverà in serata durante un discorso pubblico al Freedom Tower di Miami.

Per mostrarsi più che mai pronto per la corsa alla Casa Bianca, Rubio ha già presentato delle proposte politiche specifiche che, secondo Associated Press, lo rivelerebbero come esperto di politica, sia nazionale che estera. Ad esempio, domani martedì 14 aprile nonché suo primo giorno di candidatura, tornerà a Washington per partecipare a una seduta del Senato in occasione dell’accordo con l’Iran sul nucleare.

Sarebbero proprio le sue competenze ciò che lo distinguerebbero dalla candidata democratica Hillary Clinton; proprio ieri Rubio ha detto di aver sentito dalla leader che «ci vuole portare indietro a ieri, ma io sento che questo Paese è sempre stato quello del futuro». La nota introduttiva della sua futura campagna politica parla soprattutto delle disuguaglianze vissute da famiglie e giovani, portando il messaggio di un Partito Gop (Grand Old Party) impegnato non solo con i ceti alti.

Il 43enne di origini cubane oggi è il terzo repubblicano in gara, assieme a Ted Cruz e Rand Paul. Tutti e tre sono stati eletti con l’aiuto del Tea Party, la corrente più radicale del partito Repubblicano. Tra le più importanti opinioni espresse dal senatore ci furono quelle a favore dei tagli al bilancio dello Stato, contro l’introduzione di maggiori controlli su chi acquista armi e contro matrimoni gay e tasse sugli immobili.

Marco Rubio – ritenuto uno dei più giovani promettenti del suo partito – è senatore della Florida e nel 2009 ha vinto delle avvincenti primarie contro Charlie Crist, all’epoca governatore uscente. L’anno successivo è uscito vittorioso dalle elezioni di metà mandato battendo nuovamente Crist, che si era candidato come indipendente.

Si dice possa essere il candidato perfetto perché «non si adatta allo stereotipo tipico del vecchio bianco repubblicano». D’altronde, con le sue radici d’immigrazione da Cuba, potrebbe anche diventare un buon punto d’incontro per gli elettori latinoamericani, sempre più in crescita negli Stati Uniti.

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