Uber non ci sta e rilancia petizione in rete

Uber non molla e ci riprova. Dopo la sentenza del tribunale di Milano che ha bloccato Uber e la sua applicazione Uberpop per concorrenza sleale, gli sviluppatori hanno rialzato timidamente la testa e rilanciato sul profilo ufficiale di Facebook la petizione #iostoconuber.

«Abbiamo già fatto 60 volte il giro del mondo insieme. 2,4 milioni di km in passaggi. Facciamolo ancora. ?#‎iostoconuber?», è lo slogan che invita tutti gli utenti favorevoli al servizio a sostenere la petizione che ha raccolto fino ad oggi 6074 firme.

La petizione era già stata lanciata nell’estate del 2013 quando il Comune di Milano aveva sostenuto l’irregolarità dell’app nei confronti di alcune leggi italiane, ma dato che allora le cose erano ancora in fase di elaborazione e non esisteva una sentenza definitiva come quella di pochi giorni fa, la fiducia degli sviluppatori per la startup era ancora alta e, anche per rispondere alle aggressioni da parte di alcuni tassisti in rivolta, avevano lanciato una petizione che sfruttava l’ondata di entusiasmo e invitava a inviare una mail di reclamo al sindaco Giuliano Pisapia.

Questa volta Uber, davanti alla sentenza di Milano, sembra aver accusato di più il colpo e ha accettato la realtà dei fatti:«Siamo ovviamente molto dispiaciuti dalla decisione presa ieri su Uberpop, una decisione che rispettiamo ma non comprendiamo», ha scritto Uber italia sul profilo ufficiale Facebook che conta circa 1,7 milioni di utenti.

Ma allo stesso tempo, a giudicare ‘dall’attivismo social’, sembra non volersi arrendere e ha ricordato che Uber black continua ancora ad operare: «Intanto in Italia oggi continua ad operare Uber black e per le prossime due settimane UberPop», si legge ancora sul profilo.

In queste ore tanti utenti stanno esprimendo la loro opinione proprio sul profilo Facebook della multinazionale californiana , dando vita ad accesi dibattiti. Molti si schierano a favore di Uber invitando a firmare la petizione, come Giorgio che scrive: «Sai che differenza c’è tra salire su un taxi o su un veicolo uber? Che quando sali sul taxi sai che ti costerà caro, possibilmente persino molto caro (se ci sono supplementi) e se sei sfortunato molto molto caro. Però se ci sali vuol dire che sei costretto… e lo sa anche il tassista, ma sa anche che ha il monopolio. Quando sali su Uber invece sei compartecipe di uno scambio, sei il secondo paletto della tenda, sei la controparte di un duplice vantaggio (rimborso aci a lui, passaggio a te) e il viaggio è diverso… ti ringrazi a vicenda… e ti metti a parlare del suo vero lavoro che non è uber… magari è vendere tessuti in svizzera… mi spiego?»

Altri come Alessandro invece difendono la categoria dei tassisti e ricordano come l’app stia agendo nell’illegalità: «Chi parla di lobbies non sa che cos’è davvero una lobby…i tassisti devono sottostare ad una miriade di regole comunali, pagano fior di tasse (che ci crediate o no, è così!), pagano il carburante esattamente come tutti gli altri, sebbene da anni abbiano chiesto di poter avere un prezzo agevolato, il cosiddetto “carburante professionale”, non hanno riconosciute malattie professionali che invece altri (ad esempio gli autisti degli autobus) hanno, pur guidando per un numero molto inferiore di ore, e pagano circa il 30% in più di assicurazione perché devono coprire anche i passeggeri trasportati per professione. I clienti di uber non sono invece coperti, in quanto non autorizzati a trasportare persone a pagamento»

Nel frattempo Uber sta preparando il ricorso, come aveva annunciato poco dopo la decisione del tribunale: «Ora faremo appello per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati di una soluzione sicura, affidabile e economica per muoversi nelle loro città… Inoltre ricordiamo che la Commissione Europea ha chiaramente affermato che gli stati membri dovrebbero garantire equità, proporzionalità e nessuna discriminazione nella regolamentazione dei nuovi servizi basati sulla tecnologia come Uber».

Ma da quanto si apprende la multinazionale avrebbe già provveduto a inviare una email a tutti i suoi autisti e clienti per metterli al corrente del fatto che se il reclamo non verrà accolto allora la società sarà costretta a sospendere il servizio. Gli sviluppi della vicenda comunque, sono ancora tutti da vedere.

 
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