Blackout in varie località italiane, non solo caldo

Nelle ultime settimane di luglio, l’Italia ha sperimentato una media di temperature di 29°C massime e 23°C minime. Con giornate particolarmente calde in cui si registravano 47° in alcune zone del Paese.

Ed è stato questo incontro tra caldo e richiesta energetica che ha fatto scaturire un blackout su più punti della rete, interessando diverse città.

Questo ha anche influito sui trasporti. Trenitalia ha dovuto affrontare disservizi, con passeggeri chiusi nei vagoni e climatizzatori funzionanti in solo due vagoni – racconta Stella Maris ad Agi – nonostante la presenza di molte persone a disagio, si è mantenuta la calma. La polizia e la protezione civile sono intervenuti, fornendo inoltre bottiglie d’acqua.

A Torino si sono verificati danni durati 30 minuti. E si sono registrate richieste di corrente pari a 457 MW. Gli interventi di alcune decine di minuti o un’ora hanno potuto restituire l’80% di fornitura elettrica.

Questi e altri eventi non sono da considerarsi una novità. Per quanto la richiesta energetica in tutto il Paese possa oscillare, si hanno, comunque, delle previsioni sui possibili consumi, che informano le aziende su come muoversi. Un esempio è il preventivo consuntivo di Terna, che il 15 luglio nel picco – ore 19:00 – di assorbimento elettrico da parte degli utenti (42,199 MW), ne aveva previsti di più (40,677 MW).

Terna ha rilevato ribassi di richiesta elettrica. A giugno di quest’anno si sono rilevate delle differenze pari al 9,2% (25,4 miliardi di kWh o 25,4 GWh) di consumi in meno, rispetto all’anno precedente. Le industrie ad elevato consumo energetico, misurate con indice Imcei (indice mensile dei consumi elettrici industriali), hanno riportato un -5,8% di richiesta a giugno, rispetto all’anno precedente.

I blackout sono riconducibili a (una o più di queste ragioni):

  • Calore esterno e interno (generato dalla corrente viaggiante, oltre che dal suolo).
  • Cavi più o meno degradati (e la loro tecnologia, oltre a possibili difetti).
  • Centraline primarie e secondarie guaste.
  • La rete elettrica e la sua progettazione (se la corrente oltre a scorrere su impianti nuovi, questi ultimi devono subire il carico di quelli datati che hanno una soglia inferiore di resilienza e conducibilità).

Napoli è stata una fra le varie località in cui i cavi non hanno resistito al clima. A Milano sono avvenute 426 interruzioni per la fornitura di energia elettrica.

Siracusa ha sperimentato disservizi alla rete energetica per più di 4 ore e Catania ha anche fatto i conti con la mancanza d’acqua e linea telefonica, oltre che di elettricità per più di 8 ore.

Questi sono alcuni degli esempi: la Sardegna come anche Roma (con 20 ore senza corrente elettrica, circa) potrebbero essere altri; dato che consultando la mappa di e-distribuzione si possono, ad occhio, vedere guasti generalizzati su tutto il territorio italiano.

Mappa disservizi e guasti.
Mappa disservizi e guasti.

I dettagli possono variare. Nonostante le ore vengano riportate, queste ultime possono non essere state riportate e aggiornate in modo completo. Con tempi, a volte, prolungati di disagi, anche dovuti ad effetti conseguenti.

Per tali disservizi, sono previsti rimborsi automatici nelle bollette, che arrivano solitamente non prima di 60 giorni. Vengono calcolati sulla base delle ore di elettricità mancante e degli abitanti. Meno abitanti ci sono, più aumentano le ore richieste. E se in quelle ore ci sono stati momenti di corrente, vengono sottratti dal conteggio della sua mancanza.

I possibili interventi preventivi, possono essere svolti tramite la disconnessione della linea elettrica; in determinati momenti programmati e comunicati agli utenti. Tuttavia questo metodo può essere migliorato dall’uso di attrezzature temporanee, atte a non creare una mancanza, come power station e gruppi elettrogeni.

La collaborazione è anche importante. Tutti, dalle imprese alle persone, possono contribuire costantemente. Non solo usando i climatizzatori a modalità deumidificatore – per ridurre il consumo energetico – ma ricorrendo anche ai metodi alternativi.

Quando si ha troppo caldo, si può fare una doccia con acqua non troppo fredda, oltre a bere acqua a temperature moderate e senza gas; incluse le bevande, dolci o snack che molto spesso, oltre a contenere tanti zuccheri, sono anche ricchi di sodio.

Se esposte troppo al sole, le finestre, col tempo, possono diventare molto calde; se non si dispone di una tenda esterna, si può ricorrere a persiane che possono riparare dalla luce.

Mettere i piedi a mollo all’acqua può aiutare a rinfrescare il corpo. Se esposti al forte calore, si possono inumidire i capelli, le gambe, il collo e il viso. E se non si dispone d’acqua, almeno, una buona respirazione e calma, possono aiutare a mantenere una buona ventilazione e temperatura, oltre ad aiutare ad affrontare la situazione al meglio; un po’ come meditare.

 
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