Terremoto, nuova scossa. Soccorsi a pieno regime

La nuova violenta scossa delle 6,30 di stamane ha riattivato l’allarme terremoto in centro Italia, sono ormai circa mille le scosse avvertite dopo quella di 6,2 gradi della scala Mercalli di mercoledì scorso.

Stando alle dichiarazioni di chi opera in loco, i soccorsi funzionano e sono adeguati alla situazione: come dichiara ai microfoni di Rai News 24 il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, «cibo, vestiti e volontari» sono più che sufficienti «forse serviranno sacchi a pelo» nei prossimi giorni.

LE VITTIME

Le vittime accertate (purtroppo provvisorie) sono 268, di cui 208 ad Amatrice, 49 ad Arquata del Tronto (compresa la frazione di Pescara del Tronto) e 11 ad Accumoli. 

Quasi altrettante sono le persone salvate: 238, di cui 215 salvati dai Vigili del Fuoco e 23 dal Soccorso Alpino.

Sono 2100 i posti letto occupati dagli sfollati nelle tendopoli allestite nel Lazio e nelle Marche subito dopo il sisma. La disponibilità di posti letto attualmente è di 3500.

Continuano intanto le ricerche: si scava tra le macerie, a mano e con pale gommate, in cerca degli ultimi sopravvissuti ma le speranze di trovare ancora persone vive purtroppo è ormai minima.

I DANNI

Il Ponte ‘A Tre Occhi’ sulla strada regionale 260 che porta ad Amatrice sta cedendo ed è stato chiuso a seguito dei danni causati dalla scossa di stamattina.

La responsabile emergenze della Protezione civile, Titti Postiglione, spiega infatti che il «danno si è acutizzato dopo la scossa di questa mattina».

I tecnici stanno lavorando a una soluzione alternativa: il ponte è «molto importante per il trasporto, per la movimentazione dei soccorritori», anche in considerazione del fatto che rappresenta una delle due uniche vie d’accesso ad Amatrice.

Le autorità sottolineano, l’importanza – in questo caso più che mai – di evitare nel modo più assoluto il macabro fenomeno del ‘turismo della disgrazia’: i centri colpiti dal sisma hanno subito danni gravi a una viabilità che, trattandosi di comuni di montagna, è di per sé limitata, senza considerare il ‘traffico’ causato dai numerosi – e spesso pesanti – mezzi di soccorso.

IL GOVERNO

Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio si dice sicuro che i sindaci interessati dal sisma rifiuteranno la soluzione delle cosiddette ‘new town’: «Ogni terremoto ha la sua storia, non voglio giudicare le scelte fatte nel 2009 all’Aquila. Però stavolta a decidere saranno i sindaci. E credo che tutti preferiranno ricostruire il proprio paese lì dov’era».

«La decisione verrà presa quando usciremo dall’emergenza vera e propria – continua Delrio – Quando imposteremo la ricostruzione daremo la parola a chi rappresenta la gente del posto».

 

 
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