Quattro ragazzini in coma etilico in Puglia. Giovani intrappolati «nella rete» dell’alcool

Quattro giovani dai 14 ai 16 anni, tra cui due ragazze, sono stati soccorsi dal 118 a seguito di una festa sulle spiagge di Specchiolla, in provincia di Brindisi. Trasportati all’Ospedale più vicino, per loro il sospetto è di coma etilico, e per una la certezza d’intossicazione d’alcool.

Quella che doveva essere una normale festa in spiaggia, sotto le stelle di San Lorenzo, si è trasformata in una tragedia. A chiamare il 118 alcuni amici delle giovani, che spaventati hanno chiamato aiuto. Le ragazze (poco più che bambine, in effetti) sono state quindi portate in Ospedale con sospetto di coma etilico; una di loro è stata trasferita nell’Ospedale Perrino di Brindisi per intossicazione da alcool.

Sull’accaduto stanno investigando i carabinieri di San Vito dei Normanni, i quali vogliono verificare che quella sera oltre all’alcool, non circolassero anche delle droghe.

Quanto serviranno eventi come quelli accaduti nelle ultime settimane a rivalutare l’impatto delle droghe sui giovani? Un problema che per alcuni nasce dal fatto che non c’è educazione e non c’è controllo sui figli.

Questa ultima notizia avvalora la tesi della psicoanalista Donatella Guerriero, secondo cui il discorso non coinvolge soltanto le discoteche, ma «nasconde tutto il discorso dell’educazione familiare». Perché ai genitori non si dà la colpa, ma «la responsabilità dei propri figli».

Se poi si parla in generale della situazione nelle discoteche, «ci sono molti ragazzi che ci vanno e non prendono droghe. Perché la droga non viene proposta, ma viene cercata». E lo stesso vale per il problema dell’alcool, che se assunto in grandi quantità, è «come una rete» nella quale il ragazzo cade, dopo aver seguito l’esempio del gruppo. A volte la voglia di appartenere a un qualcosa che si discosti dalla figura dei genitori, se non c’è controllo da parte di questi ultimi, può sfociare in eccessi che portano a fatti come quello delle quattro ragazzine di Brindisi.

Soprattutto in periodo di vacanze estive, dove si fa festa con gli amici, «la capacità di divertirsi dovrebbe essere indipendente da qualcosa di esterno. Mentre chi non riesce a trovare dentro di sé le risorse per fare qualcosa, le cerca fuori. E in ogni caso è una scorciatoia. Perché uno per trovare delle risorse interne deve lavorare. Se invece non vuole fare fatica vuole tutto e subito». Un principio di valorizzazione della vita che per la dottoressa sembra essere distante dalla mentalità di alcuni giovani, che presi dalla corrente del ‘divertimento moderno’ a volte ci rimettono la vita.

Gli ultimi esempi sono quelli di Lorenzo Toma, morto a Lecce dopo una serata al Guendalina, e del 16enne Lamberto Lucaccioni, alla cui morte è seguita la chiusura del Cocoricò, famosa discoteca in provincia di Riccione.

Per cui, secondo la dottoressa Guerriero, c’è un’alta correlazione tra la droga, l’ambiente dei pari e la mancanza di regole all’interno delle famiglie. E quali sono i piccoli segnali che il figlio dà inconsapevolmente al genitore? «Il silenzio. E questo avviene quando non c’è una buona comunicazione in famiglia; tuttavia il problema più grave è che alcuni genitori questo problema non se lo pongono».

Sebbene la mancanza di consapevolezza riguardo a questo problema sia forte tra i giovani, con un certo tipo di educazione sui rischi e sul valore della vita in generale, si potrebbe senz’altro iniziare ad affrontare seriamente un problema la cui drammaticità degli avvenimenti degli ultimi giorni rappresenta solo la punta di un iceberg.

 
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