Renzi e Muscat: Ue unita contro pirateria. Gentiloni: in gioco reputazione dell’Europa

Lunedì pomeriggio il premier Matteo Renzi ha incontrato il premier maltese Joseph Muscat a Palazzo Chigi. Per entrambi il modo più efficace per risolvere il problema dell’immigrazione è restare uniti e affrontarlo alla radice.

«L’unione europea ha delle missioni contro la pirateria», ha detto Muscat precisando che questo è un «racket criminale» contro il quale l’Ue deve fare squadra e non si può limitare a tamponare con gli aiuti umanitari. Gli scafisti non possono pensare che l’Europa «non abbia gli attributi per fermarli» in modo definitivo, ha concluso Muscat.

Le sue parole hanno trovato l’appoggio di Renzi che ha replicato: «Condivido tutto. Il tema del controllo del mare è molto complicato. Non si può pensare di salvare persone semplicemente rincorrendo gli schiavisti», poiché per Renzi questo momento di «grave crisi umanitaria» richiede «una risposta solida da parte di tutta la comunità internazionale».

Riguardo all’ipotetico intervento militare in Libia al quale Renzi aveva già accennato, il premier italiano ha detto: «Non è un’ipotesi sul tappeto, ma l’obiettivo dell’Italia sono interventi mirati per distruggere un racket criminale che è fuori dal controllo in questo momento»

«Noi dobbiamo evitare che queste persone siano schiavizzate e da questo punto di vista spero che le cose che ha detto il premier maltese si realizzino, non possiamo pensare di lasciargliela vinta, poiché avremmo una responsabilità nei confronti della storia», ha continuato Renzi.

Renzi approfondendo poi la questione del coinvolgimento dell’Ue nel sempre più emergente problema immigrazione, ha detto: «Si tratta di capire se esiste un impegno internazionale o no, come già Italia e Malta stanno facendo […] la scommessa che stiamo cercando di fare è rendere l’Africa il futuro dell’Europa; l’Italia e Malta sono il ponte ma se fai commercio di carne umana… non posso consentirti, come Italia, di farla franca. La strategia è complessiva, quello che l’Italia sta facendo devo appartenere anche all’Europa».

GENTILONI: IN GIOCO REPUTAZIONE DELL’UE

Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha tenuto poco fa una conferenza stampa a Bruxelles sullo scottante tema di queste ultime ore e ha illustrato i punti più importanti sui quali far leva per una soluzione immediata: «Partiamo da una valutazione evidente. Oltre a potenziare ed europeizzare accoglienza, monitoraggio e salvataggio in mare, bisogna fare più sforzi contro i trafficanti in mare».

Per Gentiloni il punto da mettere al primo posto è dunque quello politico, poiché «strategicamente più importante».

«Un governo d’intesa, sia con il governo libico, sia con governo sia in assenza di governo. L’italia pone l’esigenza di mettere al centro questa questione [il monitoraggio, il salvataggio e l’accoglienza]. Sull’emergenza europea non è possibile che la risposta sia solo italiana. L’italia fa molto più della sua parte», ha puntualizzato Gentiloni.

Gentiloni ha parlato inoltre ai giornalisti di Rainews appena arrivato a Bruxelles, queste le sue parole: «Se ci fosse un impegno economico sufficiente, ci sarebbe un’azione in mare sufficiente. D’altra parte sappiamo che la minaccia principale proviene dalla tratta di esseri umani. La tragedia dell’altra notte non è causata da una mancanza di soccorsi, perché purtroppo i soccorsi erano presenti quando si è consumata la tragedia, ci vuole un impegno politico di sostegno a contrasto dell’azione dei trafficanti».

E di soccorsi ne sa qualcosa Filippo Marini, capitano portavoce della Guardia Costiera, che a Rainews ha dichiarato: «Gli equipaggi della Guardia costiera sono spinti da una generosità che va oltre il proprio ruolo. Quello che si cerca di fare è dare il massimo aiuto. Il tempo è qualcosa di tremendo, arrivare in tempo. Questi sono viaggi destinati a finire in tragedia, son barche sovraccariche, la galleggiabilità è estremamente limitata, non hanno razzi di segnalazione. E poi la profonda cattiveria di questi scafisti».

E se gli immigranti aumentano, ha ribadito Gentiloni, l’Italia non può essere la sola ad accogliere «un terzo degli immigranti irregolari che raggiungono il territorio dell’Unione europea. Quindi dico che è in gioco la reputazione dell’Unione, credo che lo spirito europeo debba reagire, e reagisca negli incontri di oggi e in quelli dei prossimi giorni», ha concluso il ministro degli Esteri.

 
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