Movimento e gioco, due risorse per migliorare la vitalità

Con lo sviluppo tecnologico sempre più veloce e pressante, l’uomo sta gradualmente perdendo alcune capacità psicofisiche utili per il mantenimento di una salute e un benessere ottimale. È ormai noto quanto la sedentarietà costituisca un fattore di rischio per molte malattie e provochi un abbassamento generale della qualità della vita.

L’uomo moderno vive certamente poco a contatto con la natura, ma può recuperare molte capacità, esplorare nuovi ‘territori’ e vivere maggiormente in una dimensione di gioco utilizzando il movimento. Tutto questo senza isolarsi dalla società.
Per approfondire questo tema, Epoch Times ha intervistato Luca Speranza, ricercatore indipendente nel settore del benessere che gestisce diversi siti internet su queste tematiche. Speranza è anche co-autore di un libro sull’alimentazione a base prevalente di frutta.

Luca ho saputo che insegni una metodologia di movimento che chiami ‘biomovimento rievolutivo’

Quando l’ho ideato pensavo di chiamarlo ‘Fruitness’ perché l’idea era quella di riabituarsi a un movimento naturale e a uno stile di movimento fra gli alberi cogliendo la frutta, sia sotto che sopra. ‘Sotto’ nel senso di sapersi muovere agevolmente tra gli alberi correndo, saltando ed eventualmente per evitare e difendersi dai predatori, e ‘sopra’ per fare esercizi sugli alberi come se se si dovesse andare a raccogliere della frutta. Moltissimi di noi purtroppo non possiedono la capacità di arrampicarsi su un albero, ma in natura è abbastanza fondamentale. Ricordo che il non stare in uno stato di natura comporta vari benefici tipici della civiltà moderna ma anche tanti svantaggi, tra cui la perdita del tono muscolare.
In seguito ho ampliato questa metodologia includendo anche tutti i movimenti esterni, dal lavorare sulle dita dei piedi o delle mani, al movimento degli occhi e l’ho chiamato biomovimento rievolutivo.

Perché ‘rievolutivo’?

Per il motivo di cui sopra. L’uomo si è evoluto naturalmente come avrebbe dovuto, ma ha perso tantissime capacità motorie. Quindi quello che propongo consiste in pratica nel riappropriarsi di una coscientizzazione del corpo, per farlo lavorare nel modo ottimale e quindi rievolvere, ossia evolvere di nuovo. Questo perché l’evoluzione che abbiamo avuto, a mio avviso, non è stata corretta né efficace e per certi versi è stata un’ involuzione’. Spesso molti di noi stanno seduti in treno o in macchina, davanti a una scrivania o a una televisione per vedere un film o mangiare. Raramente facciamo movimento. Lo releghiamo a quelle 2/3 volte a settimana per i più fortunati, ma non basta. Il movimento è qualcosa di continuo. Infatti, insegno spesso anche il movimento per chi sta seduto alla scrivania, quindi come muoversi sulla sedia con i piedi, le mani, le spalle, il collo e le scapole. Sono tutti movimenti che riattivano il metabolismo. In questo senso parlo di ‘rievoluzione’.

Hai tratto spunto da qualche fonte?

Sì, fondamentalmente da tante cose perché sono sempre stato appassionato di sport e movimento. Da piccolo iniziai con l’atletica leggera, poi ho giocato molto a pallacanestro e a pallanuoto. In seguito ho praticato scherma per quattro anni. Attualmente sono istruttore di arti marziali e di atletica leggera. Ho avuto quindi modo di studiare e praticare molte cose, che è la cosa ideale perché si mette in pratica quello che si è studiato e si valuta sul proprio corpo, come fosse un laboratorio biologico. Poi ho avviato delle collaborazioni con degli amici osteopati, approfondendo l’interazione tra gli organi interni, i muscoli e il movimento esterno.
Mi sono fatto veramente un’idea completa, con le mie conoscenze attuali: l’uomo deve muoversi molto di più per risolvere vari blocchi, che ovviamente avvengono quando si sta eccessivamente fermi.

Quali sono i principi del movimento che proponi?

Diversi e li dirò non in ordine di importanza ma come li ricordo ora. Fondamentalmente si basano sulla gradualità del cambiamento. Quindi qualsiasi miglioramento dovrebbe avvenire con una transizione lenta e cosciente, in modo graduale e soprattutto consapevole. Un altro fondamento è che questo ‘metodo-non metodo’ pur ispirandosi a tanti principi, alla fine è un sistema che non ha una collocazione precisa: quando tengo i miei seminari, può darsi che con una persona io lavori sui movimenti oculari e sull’altra sul movimento scapolare, perché hanno delle caratteristiche differenti. Quindi non è un metodo che impone di fare un determinato percorso, ma è singolare e personale. Dipende appunto dalla situazione di ognuno e dalla sua storia fisica e anche alimentare.
Un altro fondamento è che si occupa anche di movimento interno. Quindi dal movimento esterno come l’acrobatica o il lento movimento del Tai Chi Chuan e del Qi Gong, si arriva a quello interno che riguarda per esempio la masticazione, i movimenti dell’esofago, la peristalsi intestinale, i movimenti dello stomaco e dei polmoni. Si fanno anche movimenti respiratori per rilassare il flusso sanguigno; per cui anche il flusso sanguigno è un particolare tipo di movimento. Tutti i movimenti interni, più o meno consapevoli, possono essere migliorati grazie a un miglior tono muscolare.
Un altro principio è conoscere i propri limiti per superarli, evitando però il sovrallenamento che accade di frequente. Io stesso ci sono caduto tante volte in passato. Quindi bisogna sempre allenarsi in modo cosciente, magari sfiorando il limite ma leggermente e sempre con dolcezza. Credo che tutto sia possibile con l’allenamento costante. Questi più o meno sono alcuni dei principi fondamentali. Poi ci sono tanti altri aspetti che si analizzano assieme alla persona che seguo.

Cosa intendi per ‘coscientizzazione corporea’?

Abbiamo un corpo ma non ci rendiamo conto di come è fatto, di come funziona, delle sue capacità e lo usiamo spesso in maniera inconsapevole. Per esempio nel traffico, quando si attraversa la strada si fa in modo inconsapevole. Si presta attenzione solamente a due punti di osservazione: le macchine che vengono da destra e quelle da sinistra. Essere completamente coscienti del proprio corpo significa essere completamente presenti e a quel punto si presta attenzione anche a una persona che arriva da dietro. Adesso qui non mi dilungo nelle spiegazioni ma questo è un altro principio che si collega alla coscientizzazione, ossia il tempo presente. Essere completamente coscienti non solo del proprio corpo ma anche dell’ambiente in cui si trova, fa parte di quello che io applico nell’autodifesa. È importante percepire tutto: cose piacevoli, odori, suoni ma anche sensazioni di pericolo che possono avvenire in città, in natura o nel bosco. Si tratta quindi di avere i sensi e i riflessi più sviluppati, che è uno degli obbiettivi rievolutivi: evolvere i nostri sensi, migliorare le nostre capacità.

Parli anche di minimo sforzo con massimo rendimento

Questo si applica in tantissimi aspetti. Uno dei più semplici avviene quando si compie un movimento. Per esempio quando una persona si siede e si alza da una sedia, spesso lo fa in modo meccanico. Si potrebbe invece eseguirlo in modo armonico, ottimizzando tutti i nostri muscoli principali senza sforzarne altri. E questo può avvenire semplicemente spostando il proprio centro di equilibrio. In questo movimento faccio eseguire diverse prove in cui dico alle persone di spostare il centro di equilibrio per esempio muovendo la schiena o le spalle un po’ più avanti. Quest’aspetto si applica a tutti i movimenti. Per esempio insegno alle persone a camminare in un certo modo: appoggiare il tallone e la punta del piede in un certo modo, usare le spalle per sentirsi più elastici e quindi alleggerire la camminata. È come se eliminassimo gli attriti da una macchina e migliorassimo la carburazione. Ottimizzare il movimento significa quindi risparmiare energia da utilizzare per altre attività.

Il minimo sforzo con il massimo rendimento è un concetto che viene applicato naturalmente da qualsiasi specie biologica

Hai centrato il punto. Anzi ti ringrazio perché mi hai fatto ricordare un altro punto essenziale su cui mi sono basato: osservare la natura. E nella natura non esiste spreco di energia. Semplicemente gli animali riposano quando lo sentono e fanno attività quando invece sentono di doversi alimentare. Esiste poi un altro aspetto: in natura esiste la cooperazione. Questo si collega alla persona quando per esempio esegue un movimento armonico in cui c’è una forte cooperazione tra i muscoli delle gambe e della schiena, ma anche quando per esempio propongo dei giochi a due persone: si coopera perché in natura tutto è cooperazione, non è competizione. Questo è molto importante ed è un altro punto chiave perché nel movimento che propongo non vince chi fa un prestazione migliore, ma ciascuno si muove e impare in base al proprio livello.

Non c’è competizione?

Quando propongo gli esercizi a due, lo scopo non è vincere ma ci si aiuta a vicenda cooperando. Si può anche competere per agonismo in gare, così per gioco ma uno dovrebbe competere sempre con sé stesso, misurarsi con se stesso, fondamentalmente per migliorare il propri limiti (che con altri sarebbero sfalsati).

Esistono delle regole o limitazioni?

Non ci sono assolutamente. Il movimento che propongo non è una tecnica ma uno ‘non-tecnica’, ossia un’istintività da recuperare e applicare in qualsiasi momento. Quello che insegno (16’51”) è fare movimento anche quando si sta seduti. In questo momento mi sto sgranchendo le braccia e la schiena. È un movimento che si può fare in qualsiasi momento, per esempio davanti al computer. In questo modo il metabolismo migliora, si è più irrorati di sangue e si ragiona meglio.

Utilizzi attrezzi?

Sì, ma non sono indispensabili. Si può usare anche una busta con la spesa o una tanica da 20 litri di acqua. Per chi ha dei figli, può fare movimento con loro. È molto piacevole perché si gioca alzandoli, abbassandoli, girandoli e prendendoli in braccio. Oppure si usa un manico di scopa per lavorare sulle spalle o si salgono diverse volte gli scalini del proprio condominio.

Parlami dei benefici

Sono numerosi e variabili in base alla persona. Fondamentalmente in tutti si riattiva il metabolismo. Quindi si digerisce meglio e più velocemente, aumenta l’irrorazione sanguigna, la pelle assume un aspetto migliore. Il cervello ragiona meglio e più velocemente. Poi migliorano i riflessi e l’equilibrio in qualsiasi situazione. Cambia anche leggermente il carattere perché una persona che ha un buon tono – dove per tono intendo sia emozionale che muscolare – riesce a rapportarsi meglio nella società. 

In effetti mente e corpo sono collegati

Assolutamente sì. Per esempio quando si mangia troppo, si prova sonnolenza dopo pranzo e non si riesce a lavorare bene perché le energie vengono indirizzate per la digestione dei cibi. Quando invece si digerisce facilmente una persona è più attiva; tra l’altro in natura, i pasti degli animali non sono così pesanti da essere stanchi e dormire, perché altrimenti diverrebbero una facile preda.

E che mi dici delle controindicazioni?

Assolutamente non ce ne sono perché quello che viene insegnato nel Biomovimento è conoscere il proprio corpo e i suoi limiti. Se un movimento arreca dolore è un segnale e si dovrebbe stare attenti ed evitarlo. Significherebbe che in quel movimento c’è qualcosa che non va. A quel punto, ci si può affidare per esempio a degli osteopati e magari utilizzare anche delle tecniche di rilassamento.

Quali tecniche sportive utilizzi per migliorare il benessere delle persone?

Uso molto le tecniche di autodifesa del pancrazio, di cui sono istruttore, che conferiscono prontezza di riflessi, velocità reattiva e coordinazione. Propongo molto gli esercizi di coordinazione tra braccia e gambe e i saltelli tipici dell’atletica leggera. Uno dei prossimi progetti che sto realizzando nel centro Italia è un Boot Camp, ossia sessioni e spazi di allenamento in stile militare dove ci sono corde, paletti, palizzate e percorsi, il tutto eseguito secondo i principi di cui ho parlato prima.

Ho letto sul tuo sito che una persona quando fa movimento non dovrebbe sudare

Siamo abituati a pensare che quando una persona suda, perda grasso e che sia sulla strada giusta. Se invece non si suda significa che non si è allenato abbastanza. Questo è il messaggio che passa, simile un po’ al ‘No pain, no gain’, nessun dolore, nessun guadagno. Personalmente mi discosto molto da questo principio in quanto esiste il principio dell’adattamento. In realtà, il sudore è una difesa del corpo: si perdono sali minerali, il corpo attiva una serie di complesse reazioni biofisiche, biochimiche e biologiche per difendersi. Ma io stesso ho visto che in determinate condizioni di sforzo intenso, anche con un’alimentazione adeguata, durante gli sforzi intensi non si suda. Mentre quando mi alimentavo con molti amidi e grassi, sudavo tanto al minimo sforzo. Questo perché il corpo cerca di alleggerirsi, eliminando i grassi per mantenere il sangue fluido. Quindi, quando si attiva un meccanismo del genere (la sudarazione) va bene, ma è un segnale che abbiamo raggiunto il nostro limite. Spesso si va oltre, pensando erroneamente che se si suda si dimagrisce, ma in realtà si perdono sali minerali che poi devono essere reintegrati. Inoltre il grasso si perde in tutt’altro modo.
Sono argomenti molto interessanti, che poche persone approfondiscono. Ho poi osservato che abbinando un’alimentazione crudista fruttariana, i limiti verso cui ci si può allenare sono molto più alti e quasi non si suda perché il corpo è perfettamente idratato e integrato e il sangue è molto fluido.

Quanto è importante la corretta alimentazione nell’allenamento in generale?

Posso dire una cosa molto semplice. Più che l’alimentazione è importante la digestione. Spesso si dice: ‘Io mangio frutta’, ma il corpo non è abituato a quei cibi e si provocano dei gonfiori alla pancia per fermentazioni vari con altri cibi recenti; mentre invece con una buona digestione, l’alimentazione crudista fruttariana è la migliore in assoluto, in quanto è leggera, fornisce sali minerali e non appesantisce il corpo, mantiene un sangue fluido e apporta sali minerali per nutrire tutti i distretti muscolari del corpo.

Parlami dell’aumento delle tue prestazioni atletiche

Quello che ho notato è essenzialmente una maggiore agilità, la forza è rimasta la stessa, ma la resistenza alla forza cambia molto quando seguo un’alimentazione integrale crudista. L’aumento di resistenza l’ho sperimentato non solo nella forza, ma anche nelle camminate e nella corsa. E tutto questo con un’alimentazione fruttaliana, a base cioè di frutta e vegetali crudi e cotti.
Ho poi notato che il mio pensiero è molto più rapido ed è migliorata la mia capacità di risolvere i problemi. Pensando più velocemente si possono rapportare più variabili e riesco a trovare una soluzione in modo più facile e pratico. L’aumento della forza è sempre stato costante invece, da quando ho iniziato questo percorso di ricerca dell’alimentazione sana e naturale e mi alleno con il biomovimento rievolutivo. La resistenza è invece legata molto alla digestione, allo stato del sangue.

Luca, parli di sport in fase di transizione. Cosa significa?

Quando si passa da un’alimentazione onnivora a un’alimentazione a vegana-crudista o fruttariana, se è in transizione il corpo sta già effettuando dei cambiamenti biologici e quindi è impegnato in una trasformazione. Fare sport durante la transizione, intendo sport agonistico o di un certo livello, non lo consiglierei poiché si toglie energia al cambiamento transitorio interno per dedicarlo al movimento esterno. E questo provoca spesso dei disagi nel corpo. Poi dipende anche da che tipo di transizione che si sta facendo: se è lenta e graduale non c’è problema; ma se si è deciso di fare una transizione abbastanza rapida, meglio evitare in quanto il corpo ha bisogno di stare tranquillo e rilassato per effettuare i suoi cambiamenti biologici.

Quando può durare una transizione lenta?

Dipende dalla persona e dalle scelte intraprese. Solitamente, se si vuole fare un cambiamento definitivo, cioè cambiare considerevolmente la propria alimentazione e fare tutto il percorso nel minor tempo possibile, si dice che il tempo di transizione corrisponderà a circa il dieci per cento della propria età biologica. Quindi se un ragazzo di vent’anni ha sempre mangiato in modo onnivoro, dovrebbe metterci due anni. Comunque secondo me sono dati indicativi, visto che potrebbe metterci meno.

Immagino che la serenità nel fare le proprie scelte conti molto

Assolutamente sì, è fondamentale. L’aspetto mentale, mi sono accorto sulla mia pelle, è veramente il più importante di tutti. Perché spesso se non si è sereni e soprattutto convinti della propria scelta non si riesce a fare il cambiamento.

D’altro canto credo sia importante assecondare il corpo nei suoi bisogni alimentari

Sono perfettamente d’accordo. Lo sostengo anch’io e infatti sono per una transizione graduale e soprattutto armonica. Per esempio se si sta facendo una transizione e si ha voglia di pizza, è meglio mangiarla senza sensi di colpa Si potrebbe però applicare trucchi salutari come mangiarla ben cotta e masticarla molto per eliminare gli amidi e condirla con molte verdure che aiutano la transizione intestinale. Meglio che mangiarsi una mela con il pensiero di gustarsi un altro cibo. Per questo parlo di transizione lenta: come cambia il corpo, cambia anche la mente. Se si vuole mangiare un’arancia, una mela o una banana è importante averne voglia, altrimenti non funziona.

Nel movimento che proponi quanto è importante il gioco?

Importantissimo. Prima ho detto che una delle mie ispirazioni è la natura ma anche i bambini. Avendo delle figlie, vedo a scuola come interagiscono: giocano sempre. E giocare significa anche danzare, ballare, muoversi in continuazione. Sono sempre tonici i bambini, non hanno problemi di mal di schiena o cervicali. Ora non dico che bisogna sempre essere come i bambini, ma un approccio più giocoso, attivo e spensierato nel mondo adulto è quantomeno necessario.

Aiuti anche il mondo del lavoro con il movimento?

È una proposta per chi ha un’azienda. Si tratta per esempio di inserire degli intervalli durante una giornata, come tre pause in cui si fanno dei piccoli stiracchiamenti, dei giochi di riflessi e altre attività motorie che tengono alto il tono muscolare e l’umore. Anche il sorriso è una ginnastica e stimola veramente degli ormoni che migliorano il benessere. Quando si fanno dei giochi in un’azienda, migliora molto anche il rendimento dei lavoratori e i risultati dell’azienda stessa.

 
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