Cina, uomo condannato a 4 anni di prigione solo per la sua fede

Di Dorothy Li

Pan Gang, un cittadino cinese che ha subito per dieci anni abusi nei centri di detenzione per essersi rifiutato di rinunciare alla propria fede, è stato segretamente condannato a quattro anni di carcere.

La condanna di Pan, un praticante del Falun Gong di 66 anni, è solo la più recente azione intrapresa dal regime comunista nella sua campagna in corso per sradicare la pratica spirituale.

Secondo Minghui,(un sito web dedicato al monitoraggio della persecuzione del Falun Gong) Pan è stato arrestato il 14 aprile 2023 e le autorità gli hanno negato le viste famigliari, e hanno rifiutato di fornire informazioni riguardo alla sua accusa, processo o sentenza.

Poi, il 9 gennaio, la famiglia ha ricevuto una chiamata da un funzionario del centro di detenzione della contea di Nong’an, che li ha informati che era stato trasferito nella prigione della provincia dello Jilin per scontare una pena di quattro anni perché pratica il Falun Gong.

Questa non era la prima volta che veniva arrestato. La prima volta è stata nel luglio 1999, mentre lavorava presso un ufficio delle imposte nella contea di Nong’an.

Da allora è stato arrestato altre quattro volte per la sua fede, trascorrendo più di un decennio dietro le sbarre. In un articolo pubblicato da Minghui nel 2005, Pan ha fornito resoconti dettagliati degli abusi fisici e psicologici subiti durante la sua detenzione nei campi di lavoro forzato del regime, nei centri di lavaggio del cervello e in altre strutture tra il 2000 e il 2003.

Una volta un agente di polizia gli ha legato le mani ad un radiatore e lo ha colpito con bastoni elettrici ad alta tensione fino a fargli perdere il controllo dei movimenti intestinali.

In un’altra occasione, le guardie carcerarie lo hanno spogliato e hanno versato acqua fredda sul suo corpo nudo per poi colpirlo con bastoni elettrici. Dopodiché lo hanno appeso al soffitto con le manette: «Ho sopportato il dolore per nove giorni. Alla fine, la mattina del decimo giorno mi hanno tirato giù, vedendo che le ferite ai polsi si erano aggravate».

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un’antica pratica spirituale cinese composta da esercizi di meditazione semplici e lenti e insegnamenti basati sui principi di verità, compassione e tolleranza. La sua popolarità è cresciuta durante gli anni ’90, raggiungendo la cifra di 70-100 milioni di aderenti in Cina a fine del decennio, secondo indagini statali.

Tuttavia, sentendosi minacciato dalla sua popolarità, nel luglio 1999 il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha lanciato una campagna di eliminazione sistematica. Secondo il Centro informazioni sulla Falun Dafa, da allora, milioni di persone sono state imprigionate all’interno di prigioni, campi di lavoro e altre strutture, dove centinaia di migliaia di loro sono state torturate.

Persecuzione intensificata

Secondo un’analisi dei documenti ufficiali del Falun Dafa Information Center, la persecuzione del Falun Gong rimane una priorità assoluta per la polizia, i pubblici ministeri e i giudici del regime in oltre una decina di province.

Secondo i dati raccolti da Minghui, nel 2023, i tribunali cinesi hanno condannato al carcere 755 aderenti al Falun Gong, superando il totale di 446 dell’anno precedente.

Molti hanno ricevuto condanne lunghe.

Hu Biao, un funzionario sanitario in pensione di 79 anni che vive nella provincia del Sichuan, è stato condannato a nove anni di prigione a dicembre.

Il Parlamento europeo, che ha recentemente adottato una risoluzione che condanna la repressione sistematica di Pechino nei confronti di questo gruppo, ha chiesto al regime cinese di porre fine alla persecuzione e di rilasciare Ding Yuande, un coltivatore di tè a cui è stata comminata una pena detentiva di tre anni per la sua fede.

La risoluzione invita inoltre l’Unione Europea e gli Stati membri a introdurre sanzioni contro «tutti gli autori ed enti che hanno contribuito alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong in Cina e all’estero».

Minghui riporta che ad oggi, più di 5.000 aderenti al Falun Gong sono stati uccisi mediante tortura. Data la difficoltà di ottenere informazioni in Cina, i difensori dei diritti umani sostengono che il numero effettivo delle vittime sia probabilmente molto più alto.

Inoltre, i praticanti in prigione rischiano di diventare vittime della pratica del prelievo forzato di organi sancita dallo Stato, come già confermato nel 2019 da un tribunale popolare indipendente di Londra. Esso ha concluso che il prelievo forzato di organi avviene in Cina da anni «su ampia scala» e che le uccisioni per rifornire l’industria dei trapianti sono tuttora in corso.

Le nazioni occidentali hanno espresso preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Cina durante un incontro delle Nazioni Unite a Ginevra il 22 gennaio. L’ambasciatrice statunitense presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite Michèle Taylor ha esortato il regime a «liberare tutte le persone imprigionate arbitrariamente», mentre il rappresentante del Canada presso le Nazioni Unite, Leslie Norton, ha invitato Pechino a porre fine alle «sparizioni forzate dei difensori dei diritti umani, delle minoranze etniche e dei praticanti del Falun Gong».

 

Articolo in inglese: Chinese Authorities Sentence Man to 4 Years in Prison for His Faith

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