I leader del G7 uniti nella lotta al coronavirus

Di Zachary Stieber

Nel pomeriggio del 16 marzo, i leader di alcuni tra i Paesi più potenti al mondo hanno promesso che «faranno tutto il necessario» per rispondere alla nuova pandemia di coronavirus.

I leader del Gruppo dei Sette, o G7, al termine della videoconferenza di lunedì hanno dichiarato che la pandemia «è una tragedia umana e una crisi sanitaria globale, che comporta anche seri rischi per l’economia mondiale».

«Ci impegniamo a fare tutto il necessario per garantire una forte risposta globale tramite una più stretta cooperazione e un maggiore coordinamento dei nostri sforzi», hanno dichiarato i leader nella dichiarazione congiunta.

Il gruppo è composto da alcune delle economie più avanzate al mondo: Stati Uniti, Giappone, Canada, Francia, Germania, Italia e Regno Unito.

I leader, tra cui era presente anche il premier italiano Giuseppe Conte, hanno affermato che la situazione potrebbe richiedere «misure di emergenza nazionali», ma anche che «rimangono impegnati per la stabilità dell’economia globale».

«Esprimiamo la convinzione che le attuali sfide legate alla pandemia di Covid-19 necessitano di un approccio internazionale fortemente coordinato, basato sulla scienza e sull’evidenza, coerente con i nostri valori democratici e che sfrutti i punti di forza dell’impresa privata».

Il nuovo virus causa una malattia chiamata Covid-19 che per alcune persone può essere mortale, soprattutto per gli anziani o per chi ha gravi patologie pregresse.

I leader hanno dichiarato che useranno tutto il potere dei loro governi per coordinare le misure sanitarie necessarie per proteggere le persone messe a rischio dalla malattia, ristabilire la fiducia, garantire la crescita e proteggere i posti di lavoro, sostenere il commercio globale e gli investimenti, e incoraggiare la cooperazione nel campo della scienza e della ricerca.

«Agendo insieme, lavoreremo per risolvere i rischi sanitari ed economici causati dalla pandemia Covid-19 e per gettare le basi per un forte recupero e una forte crescita economica sostenibile».

Uno degli impegni presi consiste nel condividere i dati epidemiologici e gli altri dati necessari per comprendere e combattere meglio il virus, condividere le informazioni in tempo reale e coordinarsi con le piattaforme online per garantire che l’opinione pubblica abbia accesso a informazioni ufficiali, corrette e pertinenti.

I ministri della sanità e delle finanze di ogni Paese saranno in contatto e si coordineranno settimanalmente.

La maggior parte delle infezioni da Covid-19 sono localizzate in Cina, dove il virus ha avuto origine, ma al secondo posto c’è l’Italia, che ha visto un rapido aumento dei contagi nelle ultime settimane.

Iran, Spagna, Corea del Sud, Germania e Francia hanno tutti segnalato oltre 5 mila casi confermati, mentre gli Stati Uniti hanno registrato 4 mila e 138 casi fino a lunedì.

Numerosi Paesi stanno implementando severe normative nel tentativo di rallentare la diffusione della nuova malattia, tra cui il coprifuoco, la chiusura di scuole e ristoranti, e le restrizioni sugli spostamenti.

Gli esperti raccomandano di tenersi alla larga dalle persone malate, di mantenere almeno un metro e mezzo di distanza dagli altri, di restare a casa quando si è ammalati, di lavarsi spesso e a fondo le mani e di pulire regolarmente oggetti e superfici.

Circa l’80 percento dei pazienti si riprende dopo aver sperimentato uno stato asintomatico o con sintomi lievi o moderati, che assomigliano a quelli dell’influenza, mentre nel 20 percento dei casi si rende necessario il ricovero in ospedale, e nei casi peggiori i pazienti devono essere trasferiti in terapia intensiva; questo è quanto emerge dai dati raccolti sinora a livello globale. Il tasso di mortalità attualmente varia da un Paese all’altro: in alcune nazioni è sceso fino allo 0,3 percento, mentre in altre si assesta intorno al 4 per cento.

 

Articolo in inglese: G7 Leaders Commit to ‘Doing Whatever is Necessary’ to Respond to Coronavirus Pandemic

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