IX. La natura senza scrupoli del Partito Comunista Cinese

Nel 2004, l’edizione cinese di Epoch Times ha pubblicato i ‘Nove Commentari sul Partito Comunista Cinese’. Il libro, proposto in una serie in nove parti, descrive con onestà la brutalità e l’inganno di cui il Partito Comunista ha fatto uso per governare la Cina. I ‘Commentari’ hanno immediatamente attirato l’attenzione del popolo cinese: poco dopo è sorto un movimento pacifico senza precedenti per la trasformazione e il cambiamento in Cina, chiamato ‘Tuidang’, che significa ‘dimettersi dal Partito’, e che ha portato 300 milioni di cinesi a dimettersi dal Partito e dalle sue organizzazioni affiliate.

I titoli dei ‘Nove Commentari sul Partito Comunista Cinese’ sono:

1. Che cos’è il Partito Comunista
2. Gli inizi del Partito Comunista Cinese
3. La tirannia del Partito Comunista Cinese
4. Il Partito Comunista è una forza contro l’universo
5. La collusione di Jiang Zemin con il Partito Comunista Cinese per perseguitare il Falun Gong
6. Come il Partito Comunista Cinese ha distrutto la Cultura Tradizionale
7. La storia omicida del Partito Comunista Cinese
8. Perché il Partito Comunista Cinese è un culto malvagio
9. La natura senza scrupoli del Partito Comunista Cinese

Nono commentario

Introduzione

Il movimento comunista, che ha ostentato la sua grandezza per più di cento anni, ha portato all’umanità solo guerre, povertà, brutalità e dittatura. Con il collasso dell’Unione Sovietica e dei Partiti comunisti dell’Europa dell’Est, questo disastroso e atroce dramma è finalmente entrato nella sua ultima fase verso la fine del secolo scorso. Nessuno, dai comuni cittadini fino al segretario generale del Partito Comunista crede più nel mito del comunismo.

Il regime comunista non è venuto in essere né per ‘mandato divino’ [1] né per elezioni democratiche. Oggi, con la sua ideologia distrutta, la legittimità del suo governo deve fronteggiare una sfida senza precedenti.

Il Partito Comunista Cinese (PCC) non è disposto ad abbandonare il palcoscenico della storia in accordo con il momento storico attuale. Al contrario, usa metodi spietati, sviluppati durante decenni di campagne politiche, per portare avanti una lotta disperata per legittimarsi e per rianimare il suo mandato, ormai defunto.

Le proposte di riforma e di apertura del PCC dissimulano un’intenzione disperata di mantenere i suoi interessi e il suo dominio totalitario. A dispetto di forti restrizioni, gli obbiettivi economici raggiunti con il duro lavoro del popolo cinese non hanno convinto il PCC a deporre il suo coltello da macellaio. Piuttosto, il PCC si è indebitamente appropriato di questi successi e li ha usati per convalidare il suo dominio, rendendo la sua condotta, da sempre senza principi, più ingannevole e fuorviante. Ciò che è più allarmante è che il PCC sta mettendocela tutta per distruggere le fondamenta morali dell’intera Nazione, tentando di trasformare ogni cittadino cinese, a vari gradi, in un cospiratore, al fine di creare un ambiente favorevole per poter ‘avanzare nel futuro’.

Nel momento storico attuale è particolarmente importante sia comprendere chiaramente perché il PCC agisca come una banda di furfanti, sia esporre la sua perfida natura, così che la Nazione cinese possa raggiungere una stabilità duratura e la pace, per entrare il più presto possibile in un’era senza PCC e per costruire un futuro di rinnovato splendore nazionale.

1. La natura senza scrupoli del PCC non è mai cambiata. Chi guadagna dalle riforme del PCC?

Nel corso della sua storia il PCC, ogni qualvolta ha sofferto delle crisi, ha mostrato dei barlumi di miglioramento che hanno spinto le persone a illudersi. Senza eccezioni, quelle illusioni sono state  distrutte più volte. In quest’ultimo periodo il PCC ha inseguito vantaggi a breve termine, e così facendo ha esibito una prosperità economica che ancora una volta ha persuaso la gente a credere alle fantasie del PCC stesso. Tuttavia i conflitti fondamentali fra gli interessi del PCC e quelli della Nazione e della gente indicano che quella falsa prosperità non durerà. La ‘riforma’ che il PCC ha promesso ha un solo scopo: mantenere il suo potere. È una riforma zoppa, un cambiamento superficiale, ma non nella sostanza. Al di sotto di questo sviluppo sbilenco vi è una grande crisi sociale. Una volta che la crisi esploderà, la Nazione e la gente soffriranno di nuovo.

Con il rinnovamento della leadership, la nuova generazione di capi del PCC non ha partecipato alla rivoluzione comunista e perciò gode di sempre meno prestigio e credibilità nel dirigere la Nazione. All’interno della crisi di legittimità, la protezione del PCC degli interessi di Partito è diventata sempre più la garanzia fondamentale del mantenimento degli interessi dei singoli individui interni al PCC. La natura del PCC è egoista. Non conosce limiti. Sperare che un tale Partito possa dedicarsi pacificamente allo sviluppo del Paese è un pio desiderio.

Consideriamo quello che il Quotidiano del Popolo, giornale portavoce del PCC, ha riferito nell’articolo apparso in prima pagina il 12 luglio 2004: «La dialettica della storia ha insegnato ai membri del PCC quanto segue: quelle cose che devono essere cambiate devono cambiare, altrimenti seguirà un deterioramento; quelle che non devono cambiare devono rimanere immutate, altrimenti si arriverebbe alla auto-distruzione».

Che cosa deve rimanere immutato? Il Quotidiano del Popolo spiega: «La linea guida fondamentale del “un centro, due punti fondamentali” deve durare solidamente per cento anni senza tentennamenti». [2]

La gente non capisce necessariamente che cosa si intenda con ‘centro’ e con ‘punti fondamentali’, ma tutti sanno che la determinazione dello spettro comunista di salvaguardare i suoi interessi collettivi e la dittatura non cambiano mai. Il comunismo a livello globale è stato sconfitto, ed è condannato a un’agonia sempre più pronunciata. Ciò nondimeno, più corrotta una cosa diventa, più distruttiva diventa durante le sue convulsioni finali. Discutere di miglioramenti nella direzione della democrazia con il Partito Comunista è come chiedere a una tigre di cambiare pelle. Cosa farebbe la Cina senza il Partito Comunista?

Mentre la forza del PCC sta calando, la gente è giunta a rendersi conto all’improvviso  che per decenni lo spettro malvagio del PCC, con i suoi immutabili metodi malvagi, ha instillato elementi negativi in ogni aspetto della loro vita.

Alla morte di Mao Zedong tanti cinesi piangevano davanti al suo ritratto, chiedendosi: «Come potrà la Cina andare avanti senza il presidente Mao?» Ironicamente, vent’anni più tardi, quando il Partito Comunista ha perso la legittimità di governare il Paese, ha fatto circolare una nuova campagna propagandistica, mettendo le persone in condizione di chiedersi di nuovo ansiosamente: «Cosa farà la Cina senza il Partito Comunista?»

In realtà il controllo politico onnicomprensivo ha segnato così profondamente la cultura cinese attuale e la mentalità dei Cinesi che persino il criterio con cui il popolo cinese giudica il PCC porta il marchio del PCC stesso, o addirittura proviene dal PCC. Se in passato il PCC ha controllato le persone instillando in loro i suoi elementi, ora può raccogliere ciò che ha seminato, poiché quelle cose instillate nelle menti delle persone sono state digerite e assorbite in ogni loro singola cellula. La gente pensa secondo la logica del PCC e nello stabilire ciò che è giusto o sbagliato si mettono nei panni del PCC. Riguardo all’uccisione degli studenti che protestavano il 4 giugno 1989, alcuni hanno detto: «Se fossi stato Deng Xiaoping avrei soffocato anch’io la rivolta con i carri armati». Riguardo alla persecuzione del Falun Gong alcuni dicono: «Anch’io se fossi stato Jang Zemin, avrei eliminato il Falun Gong». Riguardo alla proibizione della libertà di parola, alcuni dicono: «Se fossi il PCC, farei lo stesso». Verità e coscienza sono sparite, lasciando solo la logica del PCC. Questi sono stati alcuni dei metodi più malvagi e spietati usati dal PCC, derivanti dalla sua natura senza scrupoli. Fino a quando nella mente della gente rimarranno le tossine morali instillate dal PCC, esso potrà continuare ad alimentarsi per sostenere la sua esistenza malvagia.

‘Cosa farebbe la Cina senza il PCC?’ Questo modo di pensare si adatta precisamente agli scopi del PCC: far sì che la gente ragioni servendosi della sua logica.

La storia della Cina è passata attraverso 5.000 anni di civiltà senza il PCC. In verità nessun Paese al mondo arresterà il suo sviluppo sociale a causa della caduta di un particolare regime. Tuttavia, dopo decenni di dominio del PCC, la gente non riconosce più questo fatto. La prolungata propaganda del PCC ha addestrato la gente a pensare al Partito come alla propria madre. Le politiche onnipresenti hanno reso la gente incapace di concepire la vita senza il PCC.

Senza Mao Zedong la Cina non è caduta. La Cina crollerà senza il PCC?

Qual è la vera causa dei disordini?

Molta gente conosce, e non apprezza, il comportamento machiavellico del PCC e detesta le sue battaglie e i suoi inganni. Ma allo stesso tempo molti temono le sue manovre politiche e i conseguenti disordini, e che il caos torni a fare la sua comparsa in Cina. Quindi, quando il PCC minaccia la popolazione con dei ‘disordini’, la gente accetta silenziosamente il dominio del PCC e si sente impotente di fronte al suo potere dispotico.

In realtà, con i suoi milioni di soldati e di poliziotti il PCC è la vera sorgente dei disordini. I cittadini comuni non hanno né i motivi né le capacità di iniziare il caos. Solo la politica spericolata del repressivo PCC può essere così sconsiderata da portare tumulti nel Paese a ogni minimo cenno di cambiamento. «La stabilità prevale su ogni altra cosa» e «stroncare sul nascere tutti gli elementi di instabilità» – questi slogan sono diventati le basi teoriche del PCC per reprimere il popolo. Qual è la causa principale di instabilità in Cina? Non è proprio il PCC, specializzato com’è nella tirannia? Il PCC istiga agitazioni, e poi usa ciò che esso stesso ha creato per obbligare il popolo a fare quello che vuole. Questo è un comportamento comune a tutti i delinquenti.

2. Il PCC sacrifica lo sviluppo economico

Prendersi il merito delle conquiste dovute al duro lavoro del popolo

La pretesa del PCC di essere legittimato è da ricercarsi nello sviluppo economico degli ultimi 20 anni. In realtà tale sviluppo è stato gradualmente raggiunto dal popolo cinese dopo che sono state leggermente allentate le catene del PCC e perciò non ha nulla a che fare con i meriti del PCC. Il PCC tuttavia ha preteso che lo sviluppo economico  sia un suo merito, chiedendo alla gente di essergliene grato, come se, senza il PCC, niente di tutto ciò avrebbe potuto essere raggiunto. Noi sappiamo in realtà che molti Paesi non-comunisti hanno ottenuto una crescita economica più rapida già da molto tempo.

Ai vincitori delle medaglie d’oro olimpiche viene chiesto di ringraziare il Partito. Il Partito non ha esitato a usare un’immagine contraffatta della ‘grande Nazione sportiva’ per auto-elogiarsi. La Cina ha sofferto molto per l’epidemia della Sars, ma il Quotidiano del Popolo ha scritto che la Cina ha sconfitto il virus «affidandosi alla teoria, alla linea, ai principi e all’esperienza del Partito». Il lancio della navicella spaziale Shenzhou-V è stato realizzato da professionisti nei campi della tecnologia e delle scienze astronautiche, ma il PCC l’ha usato per provare che solo lui è in grado di far entrare il popolo cinese nel consenso delle grandi potenze mondiali. Per ciò che concerne i Giochi Olimpici del 2008 ospitati dalla Cina, è stato in realtà un ‘ramoscello d’ulivo’ offerto dai Paesi occidentali per incoraggiare la Cina a fare dei passi in avanti sul tema dei diritti umani, ma il PCC l’ha usato per riaffermare le sue pretese di legittimità e per avere un pretesto per schiacciare il popolo cinese. ‘Il grande mercato potenziale’ della Cina, così ricercato dagli investitori stranieri, dipende dalla capacità di consumo della Cina, che conta una popolazione di 1,3 miliardi di persone. Il PCC si prende il merito di questa possibilità e lo usa come arma per obbligare la società occidentale a cooperare con il dominio del PCC.

Il PCC attribuisce ogni possibile male alle forze reazionarie e agli ‘ulteriori motivi’ dei singoli individui, mentre attribuisce tutto ciò che c’è di buono alla leadership del Partito. Il PCC farà uso di ogni singolo successo per rendere più attraente la sua pretesa di legittimità. Anche le malefatte del PCC possono essere trasformate in qualcosa di ‘buono’ per servire i suoi scopi. Per esempio, quando la verità circa la rapida diffusione dell’AIDS non poteva più essere tenuta nascosta, il PCC improvvisamente ha creato una nuova identità. Ha attentamente mobilitato la sua macchina propagandistica, utilizzando chiunque, da attori ben conosciuti al segretario generale del Partito, al fine di dipingere il principale colpevole, il PCC, come una benedizione per i pazienti, un distruttore dell’AIDS e una sfida alla malattia. Nel trattare con questioni di vita o di morte così gravi, tutto quello che il PCC poteva pensare era a come utilizzare la questione per auto-glorificarsi. Solo un malvagio intrigante come il PCC può essere capace di un tale comportamento spietato, elogiandosi così sfacciatamente e subdolamente, senza curarsi minimamente della vita umana.

Difficoltà economiche causate da comportamenti avventati

Dovendo fronteggiare una seria di ‘crisi di legittimazione’ negli anni 80, il PCC mise in atto una serie di riforme e di aperture allo scopo di mantenere il suo dominio. La sua smania di arrivare a un rapido successo ha messo la Cina in una situazione svantaggiosa, definita dagli economisti la ‘maledizione degli ultimi arrivati’.

Il concetto di ‘maledizione degli ultimi arrivati’, o come lo chiamano altri ricercatori, di ‘vantaggio degli ultimi arrivati’, si riferisce al fatto che i Paesi sottosviluppati, che hanno iniziato tardi il loro sviluppo economico, possono imitare i Paesi sviluppati sotto molti aspetti. L’imitazione può assumere due forme: imitazione del sistema sociale o imitazione delle tecnologie o del modello industriale. L’imitazione di un sistema sociale è di solito difficile, perché la riforma del sistema metterebbe a rischio gli interessi acquisiti di qualche gruppo sociale o politico. Quindi, i Paesi sottosviluppati tendono a imitare le tecnologie dei Paesi sviluppati. Sebbene l’imitazione tecnologica tenda a generare una crescita economica a breve termine, può dare origine a molti rischi nascosti o addirittura fallimenti nello sviluppo a lungo termine.

Il PCC ha seguito precisamente la ‘maledizione degli ultimi arrivati’, una strada che porta al fallimento. Nel corso degli ultimi vent’anni, ‘l’imitazione delle tecnologie’ ha condotto la Cina a certi risultati, che sono stati sfruttati dal PCC a proprio vantaggio, al fine di provare la sua legittimità e continuare a impedire quelle riforme politiche che minerebbero i suoi interessi. Così gli interessi a lungo termine della Nazione sono stati sacrificati.

Un tributo pesante per lo sviluppo economico voluto dal PCC

Mentre il PCC si vanta costantemente dei suoi progressi economici, in realtà l’economia cinese attuale è in una posizione peggiore rispetto al Regno di Qianlong (1711-1799) durante la Dinastia Qing. Durante il periodo Qianlong, il Pil della Cina ammontava al 51 per cento del totale mondiale. Quando il dott. Sun Yat-sen fondò la Repubblica Cinese (periodo del Kuomintang o Kmt) nel 1911, il Pil cinese ammontava al 27 per cento del totale mondiale. Nel 1923, la percentuale scese, ma rimase comunque al 12 per cento. Nel 1949, quando il PCC prese il controllo la percentuale era del 5,7 per cento, ma nel 2003 era meno del 4 per cento del totale mondiale. Rispetto al declino economico durante il periodo del Kmt causato da decenni di guerre, il continuo declino economico durante il regno del PCC è avvenuto durante un periodo di pace.

Per legittimare oggi il suo potere, il PCC è alla ricerca di rapidi successi e benefici istantanei. La zoppicante riforma economica  che il PCC lanciò per salvaguardare i suoi interessi è costata molto cara al Paese. La rapida crescita economica negli ultimi 20 anni è in gran parte costruita sull’eccessivo sfruttamento, se non addirittura spreco, di risorse, ed è stata ottenuta a costo della distruzione dell’ambiente. Una porzione considerevole del Pil cinese viene ottenuto sacrificando le opportunità delle future generazioni. Nel 2003 la Cina ha contribuito per meno del 4 per cento all’economia mondiale, ma il suo consumo di acciaio, cemento e altri materiali ha raggiunto un terzo del consumo globale totale. [3]

Dagli anni 80 fino alla fine degli anni 90, la desertificazione in Cina è aumentata da poco più di 1.000 chilometri quadrati a 2.460 chilometri quadrati. La terra arabile pro capite è diminuita da circa 2 mu nel 1980 a 1,43 mu nel 2003 [4]. L’uso indiscriminato di terreni per lo sviluppo ha portato la Cina a perdere 100 milioni di mu di terre coltivabili in solo pochi anni. Tuttavia, solo il 43 per cento della terra confiscata viene in effetti usata. Attualmente la quantità totale di acque di scarico è di 43,95 miliardi di tonnellate, il che eccede la capacità ambientale dell’82 per cento. Nei sette sistemi fluviali principali, il 40,9 per cento dell’acqua non è potabile né per gli uomini né per il bestiame. Il 75 per cento dei laghi sono inquinati con fenomeni a vari livelli di eutrofizzazione [5]. I conflitti fra uomo e natura in Cina non sono mai stati così intensi come oggi. Né la Cina, né il mondo intero possono sopportare una crescita così malsana. Illusa dallo splendore superficiale di grattacieli e palazzi, la gente non è consapevole della crisi ecologica incombente. Quando arriverà il momento in cui la natura chiederà di pagare il conto agli esseri umani, tuttavia, le conseguenze che subirà la Nazione cinese saranno disastrose.

Per fare un paragone, la Russia, da quando ha abbandonato il comunismo, ha realizzato contemporaneamente riforme economiche e politiche. Dopo aver vissuto un breve periodo angoscioso ha imboccato un rapido sviluppo. Dal 1999 al 2003 il Pil della Russia è aumentato in totale del 29,9 per cento. Lo standard di vita dei suoi abitanti è migliorato significativamente. I circoli d’affari occidentali hanno cominciato non solo a discutere del ‘fenomeno economico russo’ ma hanno anche cominciato a investire su vasta scala in Russia, il nuovo punto d’attrazione. Nella classifica delle Nazioni più appetibili per effettuare degli investimenti, la Russia è balzata dal 17° posto nel 2002 all’8° nel 2003, andando a far parte per la prima volta della top ten delle Nazioni in cui investire.

Persino l’India, un Paese che per la maggior parte dei Cinesi è soffocato dalla povertà ed è pieno di conflitti etnici, ha goduto di un significativo e rapido sviluppo e ha raggiunto, da quando ha dato il via nel 1991 alle riforme economiche, un tasso di crescita economica del 7-8 per cento annuo. L’India ha un sistema legale relativamente completo nell’economia di mercato, un sistema finanziario prospero, un sistema democratico ben sviluppato ed è stabile nel settore pubblico. La comunità internazionale ha riconosciuto l’India come un Paese con un grande potenziale di sviluppo.

Al contrario, il PCC si impegna solo in riforme di tipo economico, tralasciando completamente quelle di carattere politico. La falsa apparenza di un’economia florida a breve termine ha ostacolato la naturale ‘evoluzione dei sistemi sociali’. È questa riforma incompleta che ha causato un crescente squilibrio nella società cinese e ha esasperato i conflitti sociali. I guadagni finanziari ottenuti dalla gente non sono protetti da un sistema sociale stabile. Per di più, nel processo di privatizzazione delle proprietà dello Stato, i potenti del PCC hanno utilizzato la loro posizione per riempire le proprie tasche.

Il PCC inganna i contadini ancora una volta

Il PCC si è servito dei contadini per raggiungere il potere. Nella sua prima fase di formazione, i residenti nelle zone rurali controllate dal PCC dedicarono tutto ciò che avevano al PCC. Ma quando il PCC ottenne il controllo del Paese, i contadini dovettero subire delle gravi discriminazioni.

Dopo che il PCC formò il Governo, mise in opera un sistema molto ingiusto, ovvero il sistema di registrazione residenziale. Il sistema classificava obbligatoriamente la gente in popolazione rurale e non rurale, creando un’irragionevole separazione e opposizione dentro il Paese. I contadini non godevano del sistema sanitario, né di sussidi di disoccupazione, né di pensionamento e non potevano prendere denaro a prestito dalle banche. I contadini sono la classe più impoverita della Cina, ma anche quella che sopporta il carico fiscale più pesante. I contadini devono pagare per un fondo di previdenza obbligatorio, per il fondo sociale, per il fondo di gestione amministrativa, devono pagare un tributo in più per l’istruzione e un tributo di compensazione per il servizio militare. Al di là di tutti questi tributi sono obbligati anche a vendere parte dei cereali che producono allo Stato a un prezzo forfettario, devono pagare tasse per l’agricoltura, tasse sui terreni, tasse speciali locali sui prodotti e tasse per la macellazione, oltre a numerose altre imposte. Al contrario, la popolazione non rurale non paga tutte queste tasse e tributi.

All’inizio del 2004 il premier della Cina Wen Jiabao ha pubblicato il ‘Documento n.1′ che dichiara che la Cina rurale sta affrontando la peggiore crisi dagli inizi delle riforme economiche, iniziata nel 1978. Per la maggior parte dei contadini le entrate non sono aumentate, se non addirittura diminuite. Sono diventati più poveri e il gap fra residenti urbani e rurali ha continuato ad allargarsi.

In un’azienda arboricola nella Provincia del Sichuan, le autorità  avevano distribuito 500 mila yuan (approssimativamente 45 mila euro) per un progetto di riforestazione. I capi della azienda si sono  intascati subito 200 mila yuan e poi hanno allocato i rimanenti 300 mila per la riforestazione. Ma siccome ad ogni passaggio da un livello governativo all’altro un po’ del denaro veniva prelevato, ne è rimasto molto poco nelle mani dei contadini che dovevano fare il lavoro vero e proprio di riforestazione. Il Governo poteva anche fare a meno di preoccuparsi di un eventuale rifiuto da parte dei contadini di fare il lavoro a causa della scarsità dei fondi. I contadini erano così impoveriti che accettavano qualunque lavoro, anche per pochissimi soldi. Questo è uno dei motivi del perché i prodotti fabbricati in Cina sono così a buon mercato.

Usare interessi economici per esercitare pressioni sui Paesi occidentali

Molta gente credeva che il commercio con la Cina avrebbe favorito i diritti umani, la libertà di espressione e le riforme democratiche nel Paese. Dopo più di un decennio è chiaro che quella supposizione era solo un pio desiderio. Abbiamo un esempio mettendo a paragone come funziona il mondo degli affari in Occidente e in Cina. La giustizia e la trasparenza delle società occidentali sono rimpiazzate dal nepotismo, dalla corruzione e dalle appropriazioni indebite in Cina. Molte grandi società occidentali sono diventate le principali responsabili dell’ulteriore peggioramento della corruzione in Cina. Alcune imprese aiutano addirittura il PCC a coprire le violazioni dei diritti umani e la persecuzione dei cittadini cinesi.

Il PCC è come la mafia, giocando con la diplomazia straniera la carta dell’economia. Il fatto che il contratto per la costruzione di aeroplani venga dato alla Francia piuttosto che agli Stati Uniti dipende da quale Paese tace sulle questioni dei diritti umani. Molti uomini d’affari e politici occidentali sono guidati e controllati dai profitti economici in Cina. Alcune aziende informatiche nordamericane hanno fornito prodotti specifici al PCC per bloccare internet. Pur di ottenere l’accesso al mercato cinese, alcuni portali internet hanno accettato di auto-censurarsi e di filtrare le informazioni sgradite al PCC.

In base ai dati forniti dal Ministero del Commercio cinese, alla fine di aprile 2004 la Cina ha visto arrivare 990 miliardi di dollari di investimenti stranieri. L’enorme ‘trasfusione di sangue’ nell’economia del PCC da parte dei capitali stranieri è evidente. Ma nel processo di investimento, i capitali stranieri non hanno portato i concetti fondamentali di democrazia, libertà e diritti umani al popolo cinese. Nella sua propaganda, il PCC capitalizza questa cooperazione senza condizioni da parte degli investitori stranieri e il come viene omaggiato da alcuni Paesi. Utilizzando la superficiale prosperità dell’economia cinese, i funzionari del PCC sono diventati estremamente bravi nelle trattative con il mondo degli affari, per spartirsi le ricchezze dello Stato e bloccare le riforme politiche.

3. Le tecniche di lavaggio del cervello del PCC spaziano da quelle evidenti a quelle ‘raffinate’

Spesso si sente dire alla gente: «Lo so che il PCC in passato continuava a mentire, ma questa volta sta dicendo la verità». Ironicamente, voltandosi indietro, questo è ciò che la gente ha sempre detto ogni volta che il PCC in passato ha commesso un grave errore. Ciò riflette la capacità che il PCC ha acquisito nel corso dei decenni di usare le menzogne per ingannare le persone.

La gente ha sviluppato una certa resistenza verso le frottole grossolane raccontate dal PCC. Come conseguenza, la propaganda e le invenzioni sono diventate più raffinate e ‘professionali’. Con un’evoluzione degli slogan del passato, le menzogne del PCC sono diventate ora più raffinate e sottili. In particolare, nelle condizioni attuali di blocco delle informazioni che il PCC ha eretto intorno alla Cina, per fuorviare la gente crea delle storie basate su mezze verità, la qual cosa è ancora più negativa e ingannevole delle frottole grossolane.

Un giornale in lingua inglese, Chinascope, nell’ottobre 2004 ha pubblicato un articolo che analizzava i casi in cui il PCC ha usato i mezzi più sottili per la fabbricazione delle menzogne, al fine di nascondere la verità. Quando nel 2003 la Sars esplose in Cina, il resto del mondo sospettò che la Cina avesse nascosto le informazioni sull’epidemia, eppure il PCC rifiutò ripetutamente di riconoscerlo. Per scoprire se il PCC avesse detto la verità nei suoi rapporti sulla Sars l’autore dell’articolo dovette leggere più di 400 resoconti sulla Sars che erano stati pubblicati sul sito web di Xinhua dall’inizio dell’anno fino all’aprile 2003.

Questi resoconti raccontavano la storia seguente: appena la Sars apparve, i governi a livello centrale e locale mobilitarono alcuni esperti per curare tempestivamente i pazienti, che poi venivano dimessi dagli ospedali dopo la guarigione. In risposta ai fomentatori che incitavano la gente ad accumulare beni al fine di evitare di uscire quando la malattia si sarebbe diffusa ovunque, il Governo non perse tempo nel porre fine alle voci e a prendere provvedimenti perché non si diffondessero, e così l’ordine sociale fu effettivamente assicurato. Sebbene un piccolo numero di forze anti-cinesi sospettasse un occultamento da parte del governo cinese, la maggior parte dei Paesi non credette a quelle voci. L’imminente Expo commerciale di Guangzhou avrebbe avuto la più ampia partecipazione di sempre delle imprese straniere. I turisti dall’estero confermavano che viaggiare in Cina era sicuro. In particolare, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità (che erano stati ingannati dal PCC) affermavano pubblicamente che il governo cinese aveva dato la sua piena cooperazione e aveva preso le misure appropriate nell’affrontare la Sars, quindi non ci sarebbe stato alcun problema. E gli specialisti diedero ordine di procedere (con più di 20 giorni di ritardo) con ispezioni sul campo nella Provincia del Guandong.

Gli oltre 400 articoli diedero l’impressione all’autore che la condotta del PCC fosse stata trasparente durante quei quattro mesi, e che avesse agito responsabilmente per proteggere la salute della gente, convincendo il popolo che il PCC non aveva tenuto nascosto nulla. Tuttavia, il 20 aprile 2003, l’Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato annunciò in una conferenza stampa che la Sars era in effetti esplosa in Cina ammettendo così indirettamente che il Governo aveva tenuto nascosto il diffondersi dell’epidemia. Solo allora l’autore comprese la verità e quindi l’inganno; i metodi truffaldini impiegati dal PCC, si erano a loro volta ‘evoluti nel tempo’. Durante le elezioni a Taiwan, il PCC, usando lo stesso approccio sottile e ‘raffinato’, suggerì che un’elezione presidenziale avrebbe portato al disastro – un aumento dei suicidi, un collasso della borsa, un aumento di ‘malattie strane’, disturbi mentali, emigrazione degli abitanti dell’isola, litigi in famiglia, un’insensibilità nei confronti della vita, un mercato depresso, sparatorie indiscriminate per le strade, proteste e dimostrazioni, un assedio al Palazzo presidenziale, disordini sociali, instabilità politica e così via. Il PCC riempì giornalmente la testa della gente della Cina Continentale con queste idee, nel tentativo di portare la gente a credere che tutte queste calamità fossero il risultato disastroso di un’elezione e che quindi la Cina non avrebbe mai dovuto tenere elezioni democratiche.

Sulla questione del Falun Gong, il PCC ha mostrato un livello di destrezza ancora maggiore, con una serie di menzogne destinate a incastrare il Falun Gong. Il PCC organizzò uno dopo l’altro i suoi teatrini. Non c’è da stupirsi che così tanti cinesi siano stati ingannati. La criminale propaganda del PCC è stata così ingannevole che le vittime hanno di buon grado creduto alle menzogne, pensando di avere tra le mani la verità.

Negli ultimi decenni, il lavaggio del cervello del PCC tramite la propaganda è diventato più raffinato e sottile nell’ingannare, la qual cosa è una naturale conseguenza della sua natura senza scrupoli.

4. L’ipocrisia del PCC sui diritti umani

Dall’usurpazione della democrazia per prendere il potere alla sua simulazione per mantenerlo

«In una Nazione democratica la sovranità dovrebbe essere nelle mani del popolo, la qual cosa è in linea con i principi di cielo e terra. Se una Nazione afferma di essere democratica, ma la sovranità non sta nel suo popolo, non può sicuramente dirsi sulla giusta strada e la si può considerare solo una deviazione, e quella Nazione non può essere considerata democratica… come può esserci democrazia senza la fine del dominio del Partito e senza delle elezioni popolari? Ridate al popolo i suoi diritti!»

Questa citazione non suona come un qualcosa preso da un articolo scritto da ‘nemici stranieri’ intenti a martellare il PCC? In realtà, questa dichiarazione proviene da un articolo del Xinhua Daily, l’organo ufficiale del PCC, pubblicato il 27 Settembre 1945.

Il PCC, che aveva invocato «elezioni popolari» e chiesto di «rimettere i diritti nelle mani del popolo», ha trasformato il «suffragio popolare» in un tabù da quando ha usurpato il potere. Il popolo, che avrebbe dovuto essere «il proprietario e padrone dello Stato», non ha alcun tipo di diritto di prendere le proprie decisioni. Le parole non bastano a descrivere la natura senza scrupoli del PCC.

Se pensate che ciò che è fatto è fatto, e che il culto malvagio del PCC – che ha prosperato nell’uccidere e dominato la Nazione servendosi di menzogne – ora riformi sé stesso, diventi benevolo e sia disposto a «restituire al popolo i suoi diritti», vi state sbagliando. Sentiamo che cosa ha da dire il Quotidiano del Popolo, giornale del PCC, il 23 novembre 2004, ovvero 60 anni dopo la dichiarazione citata prima: «Un costante controllo dell’ideologia sono le fondamenta essenziali, politiche e ideologiche, per consolidare il dominio del Partito».

Recentemente il PCC ha proposto un nuovo cosiddetto ‘Principio dei Tre No’ [6] il primo dei quali è ‘Sviluppo senza dibattiti’. ‘Sviluppo’ è falso, ma è il ‘senza dibattiti’ che viene enfatizzato; ‘una voce, una platea’ è il vero scopo del PCC.

Quando nel 2000 il corrispondente della Cbs Mike Fallace chiese a  Jiang Zemin perché in Cina non ci fossero state elezioni popolari, Jiang rispose che «il popolo cinese ha un livello di istruzione troppo basso».

Tuttavia il 25 febbraio 1939 il PCC dichiarava, tramite il suo Xinhua Daily: «Loro (il Kmt) pensano che oggi in Cina non si possa realizzare una politica democratica, ma che lo si potrà fare solo fra qualche anno. Loro sperano che la politica democratica debba aspettare fino a quando i livelli di conoscenza e di istruzione del popolo cinese avranno raggiunto quelli dei Paesi democratici borghesi d’Europa e America… ma solo sotto un sistema democratico diventerà più facile educare e istruire il popolo».

La differenza ipocrita fra ciò che ha scritto Xinhua nel 1939 e ciò che Jiang Zemin ha detto nel 2000 riflette la vera immagine della natura  malvagia del PCC.

Dopo il Massacro di Tiananmen del 1989, il PCC riapparve sul palcoscenico mondiale con un miserabile primato riguardo ai diritti umani. La storia ha lasciato al PCC una scelta: rispettare veramente il suo popolo e migliorare veramente i diritti umani oppure continuare a commettere abusi dentro i propri confini, facendo finta davanti al mondo esterno di rispettare i diritti umani, allo scopo di evitare una condanna internazionale.

Sfortunatamente, in accordo con la sua natura dispotica, il PCC ha scelto senza esitazione la seconda strada. Ha riunito e sostenuto un gran numero di persone di talento ma senza scrupoli, in campi scientifici e religiosi, e li ha guidati specificatamente a fare della pubblicità ingannevole all’estero al fine di promuovere dei progressi fasulli nel campo dei diritti umani. Ha messo insieme una serie di falsi diritti, come il ‘diritto alla sopravvivenza’ o il diritto alla casa e al cibo. Le argomentazioni procedevano in questo modo: quando la gente ha fame, non ha il diritto di parola? Anche se l’affamato non può parlare, è permesso che coloro che hanno la pancia piena parlino per l’affamato? Il PCC ha cercato persino di ingannare il popolo cinese e le democrazie occidentali facendo giochetti con il tema dei  diritti umani, arrivando persino ad affermare sfacciatamente che «adesso è il miglior periodo per i diritti umani in Cina».

L’articolo 35 della Costituzione cinese dichiara che i cittadini della Repubblica Popolare Cinese hanno libertà di parola, stampa, riunione, associazione, protesta e dimostrazione. Il PCC, semplicemente, gioca con le parole. Sotto il dominio del PCC innumerevoli persone sono state private del diritto di credo, parola, stampa, riunione e difesa legale. Il PCC ha ordinato persino che gli appelli di determinati gruppi siano considerati illegali. Nel 2004, in più di un’occasione, alcuni gruppi civili hanno fatto richiesta di dimostrare a Pechino. Invece di concedere il permesso, il Governo ha arrestato i richiedenti. Anche la direttiva per Hong Kong ‘un Paese, due sistemi’  proclamata dalla costituzione del PCC è uno stratagemma. Il PCC sostiene che non ci sarà nessun cambiamento a Hong Kong per 50 anni, mentre invece ha cercato di unificare i due sistemi in uno solo, tentando di far passare una legislazione tirannica, l’articolo 23, dopo appena cinque anni dal ritorno di Hong Kong alla Cina. [7]

Il nuovo piano sinistro del PCC è quello di usare un fasullo ‘parlare in maniera sciolta’ per nascondere le dimensioni del suo gigantesco controllo. Ora sembra che i cinesi rivelino i loro pensieri più liberamente e, inoltre, internet ha permesso alle notizie di viaggiare più velocemente. Quindi il PCC afferma che ora permette la libertà di parola, e un certo numero di persone ci crede. Questa è solo una falsa apparenza. Non significa che il PCC sia diventato buono; piuttosto che il Partito non è in grado di arrestare lo sviluppo sociale e i progressi tecnologici. Diamo un’occhiata al ruolo che il PCC sta giocando riguardo a internet: sta bloccando i siti web, filtrando le informazioni, monitorando le chat room, controllando le e-mail e incriminando gli utenti della rete. Tutto ciò che fa è retrogrado per natura. Oggi, con l’aiuto di qualche capitalista che non ha riguardi per i diritti umani e la coscienza, la polizia del PCC si è dotata di strumenti ad alta tecnologia con i quali è in grado di controllare, dall’interno delle proprie auto di pattuglia, ogni mossa di chi utilizza internet. Quando osserviamo la degenerazione del PCC, che commette atti malvagi alla luce del sole, nel contesto del movimento globale per le libertà democratiche, come possiamo aspettarci che facciano dei progressi nel campo dei diritti umani? È Il PCC stesso che in fin dei conti dice: «Ammorbidirsi all’esterno, ma irrigidirsi all’interno». La natura senza scrupoli del PCC non è mai cambiata.

Per dare una buona immagine di sé stesso alla Commissione Onu sui Diritti Umani del 2004, il PCC ha messo in atto una serie di eventi per punire severamente coloro che abusano dei diritti umani. Questi eventi tuttavia erano solo per gli occhi degli stranieri e non avevano nessuna sostanza. Questo perché in Cina il più grande violatore dei diritti umani è il PCC stesso: dal precedente segretario generale Jiang Zemin, al precedente segretario della Commissione Giudiziaria e Politica Luo Gan, al ministro Zhou Yongkang e al viceministro Liu Jing, del Ministero di Pubblica Sicurezza.  Quando dicono di voler punire chi viola i diritti umani equivale al ladro che grida: «Al ladro, al ladro!»

Si può fare un’analogia con un stupratore seriale che, nascosto agli occhi della gente, assaliva dieci ragazze al giorno. Poi la gente in giro era diventata troppa, allora ne assaliva solo una, mentre tutti lo vedevano. Si può dire che quello stupratore seriale abbia avuto dei miglioramenti? Il passare da una serie di assalti di nascosto allo stuprare in pubblico prova solo che quello stupratore è diventato ancora più vile e svergognato di prima. La natura di quello stupratore non è per nulla cambiata. Ciò che è cambiato è che per lui non era più così facile commettere il crimine quando e come voleva.

Il PCC è proprio come quello stupratore seriale. La sua natura dittatoriale e la sua paura istintiva di perdere il potere determina il fatto che non rispetti i diritti umani. Le risorse umane, materiali e finanziarie utilizzate per nascondere le sue violazioni dei diritti umani sono di gran lunga superiori ai suoi sforzi di migliorare effettivamente la situazione dei diritti umani. L’indulgere del PCC in massacri immotivati o le persecuzioni in tutta la Cina sono state le peggiori disgrazie per il popolo cinese.

Mascherarsi per commettere cattive azioni mentre si nasconde dietro la ‘legge’

Per proteggere gli interessi di gruppi privilegiati, il PCC da una parte ha eliminato la sua facciata precedente e ha abbandonato completamente i lavoratori, i contadini e il resto della popolazione, mentre, dall’altra parte, ha migliorato i sistemi ingannevoli e malvagi man mano che gli abusi sui diritti umani vengono rivelati alla comunità internazionale. Il PCC ha utilizzato termini come «la legge è legge», «mercato», «per il popolo», e «riforme» per confondere la gente. Il PCC non può cambiare la sua natura perversa anche se si maschera con ‘abiti all’occidentale’. Una tale immagine è solo più fuorviante di quella del PCC in ‘abiti maoisti’. Nella ‘Fattoria degli Animali’ di George Orwell (pubblicato nel 1945) i maiali avevano imparato a reggersi e a camminare su due zampe. Quella nuova capacità aveva fornito ai maiali un nuovo aspetto, ma non cambiava la loro natura di maiali.

a) Fare leggi e regolamenti in violazione della costituzione cinese

Leggi e regolamenti in violazione della costituzione vengono trasmessi al personale che li deve imporre come ‘base legale’ per impedire gli sforzi del popolo di mettere fine alle persecuzioni, ottenere la libertà e sostenere i diritti umani.

b) Problemi non-politici vengono affrontati con mezzi politici

Un problema sociale ordinario viene elevato al rango di «competere con il Partito per le masse», «mettere a repentaglio il Partito e il Paese», «disordini» e «forze nemiche». Una questione non politica viene intenzionalmente politicizzata, così che il PCC possa usare i movimenti politici come strumenti di propaganda per incitare il popolo all’odio.

c) Questioni politiche vengono trattate con mezzi subdoli

L’ultima manovra escogitata dal PCC per attaccare i cittadini filo-democratici e gli intellettuali indipendenti è mettere a punto delle trappole per arrestarli. Tali trappole includono false accuse di reati civili, come prostituzione ed evasione fiscale. Gli aggressori tengono un basso profilo per evitare condanne da parte di gruppi esterni. I crimini, sufficienti a rovinare la reputazione degli accusati, vengono usati anche per umiliare le vittime in pubblico.

L’unico cambiamento nella natura senza scrupoli del PCC, se mai ce ne fosse uno, è che è diventato persino più vergognoso e inumano.

Il PCC tiene un miliardo di persone in ostaggio con la sua logica perversa

Immaginate che un criminale licenzioso irrompa in una casa e stupri una ragazza. Al processo questo criminale si difende argomentando che non ha ucciso la vittima; l’ha solo violentata. Siccome uccidere è peggio che violentare, lui conclude che è innocente e che deve essere liberato immediatamente. Dice inoltre che la gente dovrebbe lodarlo per aver solo stuprato, senza uccidere.

Questa logica suona ridicola. Tuttavia la logica con cui il PCC si è difeso per il massacro di Tiananmen del 4 giugno 1989 è esattamente la stessa di quella di quel criminale. Il PCC ha argomentato che la «repressione degli studenti» ha evitato un potenziale «disordine interno» in Cina. Al fine di prevenire un ‘disordine interno’ era giustificata la repressione degli studenti.

«Violentare o uccidere, cos’è meglio?» Nel caso di un criminale, fare una simile domanda a un giudice indica solo quanto è svergognato quel criminale. Similmente, nel caso del massacro di Tiananmen, il PCC e la sua corte non hanno riflettuto sul fatto che fosse colpevole delle uccisioni. Invece hanno chiesto alla società che cosa fosse meglio -«la repressione degli studenti o il disordine interno che può condurre a una guerra civile?»

Il PCC ha il controllo dell’intera macchina statale e di tutti i mezzi di propaganda. In altre parole, 1,3 miliardi di cinesi sono tenuti in ostaggio dal PCC. Con in mano 1,3 miliardi di ostaggi, il PCC può sempre argomentare sulla sua ‘teoria dell’ostaggio’, cioè, che se non reprime un certo gruppo, l’intera Nazione subirà sconvolgimenti o disastri. Usando questa scusa il PCC ha mano libera per reprimere qualunque individuo o persona, e la sua repressione è sempre giustificata. Con tali argomenti disonesti e ragionamenti fallaci, ci può essere al mondo un criminale peggiore del PCC?

Il bastone e la carota: dal concedere la ‘libertà’ a una escalation della repressione

Molti cinesi sentono di godere di maggiore ‘libertà’ rispetto a prima, quindi si aggrappano alla speranza delle promesse di miglioramento da parte del PCC. In realtà, il grado di libertà ‘concesso’ al popolo dipende dal senso di crisi avvertito dal PCC. Il PCC è pronto a fare qualsiasi cosa pur di mantenere gli interessi collettivi del Partito, incluso il concedere la cosiddetta democrazia, libertà o diritti umani al popolo.

Tuttavia, sotto la guida del PCC, la cosiddetta ‘libertà’ concessa, non è protetta da nessuna legge. Una tale ‘libertà’ è solamente uno strumento per ingannare e controllare il popolo all’interno della generale tendenza internazionale verso la democrazia. In essenza, questa ‘libertà’ è in conflitto inconciliabile con la dittatura del PCC. Una volta che quel conflitto sarà andato oltre il livello di tolleranza del PCC, il PCC si riprenderà istantaneamente la ‘libertà’ concessa precedentemente. Nella storia del PCC ci sono stati diversi periodi in cui la parola era relativamente libera, a cui seguirono invariabilmente periodi di stretto controllo. Questo modello ciclico corre attraverso tutta la storia del PCC, dimostrando la sua natura malvagia

Nell’era odierna di internet, se visitate il sito ufficiale del PCC, di Xinhua, o del Quotidiano del Popolo troverete che ci sono in effetti molte notizie che contengono informazioni negative sulla Cina. Innanzitutto, di questi tempi, ci sono troppe cattive notizie che circolano rapidamente in tutta la Cina, che devono essere almeno in parte riportate dall’agenzia di notizie, per mantenere un minimo di credibilità. In secondo luogo, il punto di vista in cui sono scritte queste notizie si conforma agli interessi del PCC, cioè, «un criticismo minimo offre un grande aiuto». I resoconti attribuiranno sempre la causa delle cattive notizie a qualcuno in particolare, che non ha niente a che fare con il Partito, dando tutto il credito per le soluzioni trovate alla guida del Partito. Il PCC controlla abilmente ciò che deve essere pubblicato e ciò che non deve essere pubblicato, in che misura deve essere pubblicato, e se debbano essere i media cinesi o i media all’estero controllati dal PCC a pubblicare.

Il PCC manipola le cattive notizie con efficienza, trasformandole in qualcosa che può servire a ottenere il risultato desiderato di conquistare il cuore della gente. Molti giovani in Cina sentono che il PCC ora offre un buon grado di libertà di parola, e quindi ci sperano e apprezzano il PCC. Sono vittime delle strategie ‘raffinate’ dei malvagi media controllati dallo Stato. Inoltre, creando una situazione caotica nella società cinese e poi dando alla cosa un certo spazio sui media, il PCC può convincere la gente che solo lui è in grado di controllare una società così caotica e quindi manipola il popolo perché appoggi il suo dominio.

Per cui non dovremmo erroneamente pensare che il PCC abbia cambiato sé stesso, anche se notiamo dei segni di miglioramento nella situazione dei diritti umani. Storicamente, quando il PCC ha combattuto per rovesciare il governo del Kmt, pretendeva di combattere per la democrazia della Nazione. La natura malvagia del PCC è tale per cui nessuna sua promessa è attendibile.

5. Aspetti della natura senza scrupoli del PCC

Svendere il territorio nazionale per vanità e tradire il Paese dietro la maschera dell’«unità nazionale»

«Liberare Taiwan» e «Unificare Taiwan» sono stati gli slogan della propaganda del PCC negli ultimi decenni. Per mezzo di questa propaganda, il PCC ha agito in modo nazionalistico e patriottico. Al PCC importa veramente dell’integrità del territorio nazionale? Assolutamente no. Taiwan è semplicemente un problema storico causato dal conflitto fra il PCC e il Kmt, ed è un mezzo che il PCC usa per colpire i suoi oppositori e guadagnare il sostegno del popolo.

Agli inizi, quando il PCC mise in piedi il ‘Soviet Cinese’ durante il regno del Kmt, l’articolo 14 della sua Costituzione affermava che «qualunque gruppo etnico o provincia dentro la Cina può richiedere l’indipendenza». Al fine di adeguarsi all’Unione Sovietica, lo slogan di allora del PCC era «Proteggere il Soviet». Durante la guerra Sino-Giapponese, l’obbiettivo primario del PCC era cogliere quell’opportunità per accrescersi, piuttosto che combattere gli invasori giapponesi. Nel 1945 l’Esercito dell’Armata Rossa irruppe nel Nord-Est della Cina e commise saccheggi, assassini e stupri, ma il PCC non pronunciò una sola parola di condanna. Ugualmente, quando l’Unione Sovietica sostenne la Mongolia Esterna perché diventasse indipendente dalla Cina, il PCC rimase ancora una volta in silenzio.

Alla fine del 1999, il PCC e la Russia firmarono l’Accordo sui Confini Russo-cinesi, con il quale il PCC ha accettato l’iniquo accordo fra la Dinastia Qing e la Russia di oltre un secolo prima, e ha svenduto più di un milione di chilometri quadrati di territorio alla Russia, un’area vasta numerose volte quella di Taiwan. Nel 2004 il PCC e la Russia hanno firmato un Supplemento all’Accordo sui Confini e, in base a ciò che dicono i rapporti, la Cina ha perso la sua sovranità su metà delle Isole Heixiazi nella Provincia dell’Heilongjiang, a favore della Russia.

Riguardo ad altre questioni riguardanti i confini, come le Isole Nansha e Diaoyu, al PCC non importa nulla perché non influenzano il suo controllo del potere. Il PCC ha fatto un gran chiasso su ‘l’Unità con Taiwan’, ma si tratta semplicemente di una cortina fumogena e un mezzo per distogliere l’attenzione, così da incitare un patriottismo cieco e tenere l’attenzione del pubblico fuori dai conflitti interni.

Malfattori politici senza alcun freno morale

Un Governo dovrebbe essere sempre tenuto sotto osservazione. Nei Paesi democratici la separazione dei poteri più la libertà di parola e di stampa sono buoni meccanismi di sorveglianza. Le fedi religiose forniscono un ulteriore freno morale.

Il PCC promuove l’ateismo, quindi non c’è alcuna natura divina per frenare moralmente il suo comportamento. Il PCC è una dittatura, quindi non c’è nessuna legge che politicamente ponga dei limiti. Come risultato, il PCC è totalmente incosciente e sfrenato quando agisce guidato dalla sua natura tirannica e malvagia. Chi sorveglia il PCC? Il PCC si auto-sorveglia! Questo è lo slogan che il PCC ha usato per ingannare per decenni la gente. Agli inizi, veniva chiamato «autocritica», poi «auto-sorveglianza» e «auto-perfezionare la guida del Partito», e recentemente «auto-promuovere la capacità del Partito di governare». Il PCC enfatizza il super potere che avrebbe di «auto migliorarsi». Il PCC non si limita a dirlo, ma ne fa seguire delle azioni, come lo stabilire il Comitato Centrale di Ispezione Disciplinare e l’Ufficio d’Appello e altri organismi simili. Questi organismi sono dei semplici e graziosi, ma altrettanto inutili, ‘vasi di fiori’, che confondono e fuorviano il popolo.

Senza limiti morali e legali, ‘l’auto miglioramento’ del PCC equivale al detto tradizionale cinese: «I demoni che emergono dal proprio cuore». È solo la scusa che il PCC usa per evitare una sorveglianza esterna e per rifiutare di togliere il veto alla stampa libera e ai liberi Partiti politici. I furfanti della politica usano questo trucco per ingannare la gente e per proteggere il potere del PCC e gli interessi del gruppo dominante.

Il PCC è maestro negli intrighi politici. ‘La Dittatura Democratica del Popolo’, ‘il Centralismo Democratico’, ‘le Consultazioni Politiche’ e così via, sono tutte trame fraudolente. Ad esclusione della parte sulla sua dittatura, tutto il resto sono menzogne.

Farsi beffe degli altri: dalla falsa resistenza all’invasione giapponese all’anti-terrorismo fraudolento

Il PCC ha sempre preteso di aver guidato il popolo cinese nella difesa contro gli invasori giapponesi. Tuttavia una gran quantità di documenti storici negli archivi dimostrano che il PCC evitò volutamente di combattere nella Guerra sino-giapponese. Il PCC ostacolò solamente lo sforzo anti-giapponese, cogliendo l’opportunità del coinvolgimento del Kmt nella guerra per aumentare il proprio potere.

Le uniche grandi battaglie che il PCC combatté furono la Battaglia del Passo di Pingxing e la Battaglia dei Cento Reggimenti. Nella Battaglia del Passo di Pingxing, il PCC non si trovava per nulla alla guida, né era la forza principale che partecipò alla battaglia e che la diresse. Invece le truppe del PCC si limitarono a tendere delle imboscate alle unità di supporto giapponesi. Per ciò che concerne la Battaglia dei Cento Reggimenti, si crede, all’interno del PCC, che la partecipazione a quella battaglia avvenne in violazione delle direttive strategiche del comando del Partito. Dopo queste due battaglie, Mao e gli eserciti del PCC non ingaggiarono nessun’altra battaglia di una certa importanza, né produssero alcun eroe come Dong Cunrui durante la guerra del 1948 con il Kmt e Huang Jiguang durante la Guerra di Corea. Furono pochissimi gli alti ufficiali del PCC che morirono sul fronte anti-giapponese. Fino ad oggi il PCC non è stato nemmeno in grado di pubblicare una cifra delle sue perdite durante la Guerra sino-giapponese, né si possono trovare, nel vasto territorio della Cina, tanti monumenti di eroi del PCC nella Guerra sino-giapponese.

In quei giorni il PCC stabilì un Governo nelle Regioni di Confine nelle provincie dello Shaanxi, del Gansu e della Ningxia lontano dal fronte. Usando la nomenclatura attuale, il PCC conduceva ‘un Paese, due sistemi’ o ‘due Cine’ dentro la Cina. Sebbene ai comandanti del PCC non mancasse la passione nel resistere ai Giapponesi, gli alti ufficiali del PCC non erano sinceri nel combattere la Guerra sino-giapponese. Invece presero delle misure per proteggere le loro risorse e usarono la guerra come un’opportunità per rafforzarsi. Quando nel 1972 la Cina e il Giappone ristabilirono le relazioni diplomatiche, Mao Zedong lasciò trapelare la verità al primo ministro Kakuei Tanaka dicendo che il PCC doveva ringraziare il Giappone, poiché senza la Guerra sino-giapponese, il PCC non avrebbe mai raggiunto il potere in Cina.

Quanto sopra non è nient’altro che la verità per ciò che concerne la pretesa ingannevole del PCC di aver condotto il popolo cinese a persistere nei suoi otto anni di guerra contro i giapponesi, per poi giungere alla vittoria finale.

Più di mezzo secolo dopo, con l’attacco dell’11 settembre sul suolo degli Stati Uniti, gli sforzi contro il terrorismo sono diventati un’importante questione globale. Il PCC di nuovo ha impiegato delle strategie ingannevoli simili a quelle impiegate durante la Guerra sino-giapponese. Usando l’anti-terrorismo come pretesto, il PCC ha etichettato molti praticanti religiosi, dissidenti e gruppi coinvolti in conflitti territoriali o etnici come terroristi. Sotto la guisa degli sforzi contro il terrorismo, il PCC ha lanciato violente campagne repressive.

Il 27 settembre 2004 l’agenzia stampa Xinhua ha citato il giornale Xinjing dicendo che Pechino potrebbe stabilire il primo ufficio antiterrorismo in tutte le province e città della Cina. Alcuni media pro-PCC all’estero hanno addirittura titolato che ‘L’Ufficio 610 si è unito agli sforzi contro il terrorismo’ (‘l’Ufficio 610’ è una rete di agenzie governative create soprattutto per perseguitare i praticanti del Falun Gong) affermando che l’ufficio antiterrorismo si concentrerebbe sull’attaccare ‘le organizzazioni terroristiche’, incluso il Falun Gong.

Il PCC affibbia l’etichetta di ‘terroristi’ a della gente che non ha fra le mani alcuna arma, né reagisce quando viene picchiata o diffamata, e che pacificamente si appella per il diritto di praticare il proprio credo. Servendosi del clima di antiterrorismo, il PCC ha mobilitato le sue ‘forze speciali antiterrorismo’, armate fino ai denti, per condurre una rapida repressione contro questi gruppi indifesi di gente pacifica. Inoltre il PCC ha usato la scusa dell’antiterrorismo per evitare l’attenzione e la condanna internazionale per la persecuzione del Falun Gong. Gli inganni usati oggi non sono di tipo diverso da quelli usati dal PCC durante la guerra sino-giapponese e sono un modo vergognoso per trattare una questione così seria come gli sforzi internazionali contro il terrorismo.

Fingere sincerità e accordo leale opponendosi di nascosto

Il PCC non crede alla propria dottrina, ma obbliga gli altri a crederci. Questo è uno dei metodi più insidiosi usati dal culto del PCC. Il PCC sa che la sua dottrina è falsa e che l’idea del socialismo non è vera. Il PCC non crede in questa dottrina, ma obbliga il popolo a crederci e perseguita chi non ci crede. Il PCC senza vergogna ha portato la sua ideologia fasulla all’interno della Costituzione come fondamento dello Stato cinese.

Nella vita reale si può notare un interessante fenomeno. Molti funzionari di alto rango hanno perso le loro cariche durante le lotte di potere nell’arena politica cinese a causa della corruzione. Sono proprio quelle persone che promuovono onestà e abnegazione negli incontri pubblici, mentre truffano, corrompono e compiono attività disoneste dietro le quinte. Molti cosiddetti ‘servitori del popolo’ sono caduti in questo modo, incluso Li Jiating, ex governatore della Provincia dello Yunnan; Liu Fangren, segretario del Partito della Provincia di Guizhou; Cheng Weigao, segretario del Partito della Provincia dell’Hebei; Tian Fengshan, ministro del Territorio e delle Risorse; e Wang Huaizhong, luogotenente governatore della Provincia dell’Anhui. Tuttavia, esaminando i loro discorsi, si scopre  che, senza eccezioni, hanno sostenuto le campagne anti-corruzione e hanno ripetutamente invitato i loro subordinati a comportarsi onestamente, anche se loro stavano occultando fondi e prendendo bustarelle.

Sebbene il PCC abbia promosso molti dirigenti esemplari e abbia spesso attratto della gente diligente e idealista per promuovere l’immagine del Partito, è ovvio a tutti il terribile declino morale in cui la Cina si è ritrovata. Perché la propaganda del PCC riguardo alla ‘civiltà spirituale’ non ha funzionato per correggere questo declino?

In realtà i capi del Partito Comunista, quando hanno promulgato ‘le qualità morali dei comunisti’ o lo slogan ‘servire il popolo’ hanno trasmesso delle parole vuote. L’inconsistenza delle azioni dei capi comunisti rispetto alle loro parole può essere fatta risalire fino al padre fondatore Karl Marx. Marx generò un figlio illegittimo. Lenin contrasse la sifilide da una prostituta. Stalin venne denunciato per aver imposto una relazione sessuale a una cantante. Mao Zedong indulgeva nella lussuria. Jiang Zemin è promiscuo. Il leader comunista rumeno Ceausescu arricchì enormemente la sua famiglia. Il leader comunista cubano Castro ha depositato milioni di dollari in banche straniere. Kim II Sung, l’assassino demoniaco della Corea del Nord, e i suoi figli, vivono una vita corrotta e fatta di sprechi.

Nella vita di tutti i giorni, la gente normale in Cina odia le vuote lezioni di politica. Sempre più parlano in maniera ambigua sulle questioni politiche, poiché tutti loro sanno che è un gioco sporco Ma nessuno, né chi parla, né chi ascolta, osa parlare apertamente di queste menzogne:  è un segreto che tutti conoscono. La gente chiama questo fenomeno ‘pretesa di sincerità’. Le nozioni roboanti del PCC, siano esse i ‘Tre Rappresentanti’ di alcuni anni fa, oppure le successive ‘migliorare le capacità del Governo’ o l’odierna ‘tre cuori’ – ‘scaldare, stabilizzare e raggiungere il cuore della gente’ – sono tutte senza senso. Quale Partito al potere non rappresenterebbe gli interessi del popolo? A quale Partito  non importerebbero le capacità di governare? Quale Partito al potere non tenterebbe di conquistare i cuori della gente? Qualunque Partito che non si preoccupasse di queste questioni verrebbe presto rimosso dalla scena politica. Ma il PCC tratta questi slogan superflui come teorie intricate e profonde, e richiede che l’intero Paese le studi.

Quando queste pretese si sono gradualmente fuse nel pensiero e nelle abitudini di più di un miliardo di persone e sono diventate la cultura di Partito, la società stessa diviene falsa, pretestuosa e insensata. Mancando di onestà e fiducia, la società va in crisi. Perché il PCC ha creato queste condizioni? Nel passato, era per la sua ideologia; ora è per i suoi vantaggi. I membri del PCC sanno di star fingendo, ma lo fanno comunque. Se il PCC non promuovesse questi slogan e queste formalità, non potrebbe tiranneggiare la gente. Non potrebbe costringere il popolo a seguirlo e a temerlo.

Rinunciare alla coscienza e sacrificare la giustizia per gli interessi del Partito

Nel libro Sullo Sviluppo della Morale del Partito Comunista, Liu Shaoqi [8] si è dilungato specialmente sul bisogno «dei membri del Partito di posporre i propri interessi individuali all’interesse del Partito». Fra i membri del PCC non c’è mai stata mancanza di persone che si preoccupavano del Paese e del suo popolo, né c’è mai stata una scarsità di funzionari onesti e affidabili che hanno veramente servito il popolo. Ma nel meccanismo del PCC, basato sul suo interesse, questi funzionari non possono sopravvivere. Sotto la costante pressione di ‘sottomettere l’umanità alla natura del Partito’, si sono spesso trovati nell’impossibilità di continuare, con il rischio di essere rimossi dal loro posto, o peggio, di diventare corrotti.

Il popolo cinese ha sperimentato personalmente, e provato profondamente, il regime brutale del PCC e ha sviluppato un’intensa paura nei confronti della violenza del PCC. Perciò il popolo non ha il coraggio di sostenere la giustizia e non crede più alle leggi celesti. Per prima cosa accetta di sottomettersi al potere del PCC. Gradualmente diventa indifferente rispetto alle questioni che non lo toccano direttamente. Persino la logica del suo pensiero è stata coscientemente modellata per soccombere al PCC. Questo è il risultato della natura mafiosa del PCC.

Il PCC manipola i sentimenti patriottici per istigare le masse

Il PCC usa gli slogan del ‘patriottismo’ e del ‘nazionalismo’ per istigare il popolo. Non sono solo i principali slogan gridati nelle adunate del PCC, ma anche i suoi ordini promulgati più di frequente e le strategie più provate nel tempo. Leggendo la propaganda nazionalistica sull’edizione per l’estero delQuotidiano del Popolo, alcuni cinesi all’estero, che per decenni non hanno osato tornare a vivere in Cina, possono diventar più nazionalisti degli stessi cinesi che vivono in Cina. Manipolato dal PCC, il popolo cinese, che non ha il coraggio di dire di ‘no’ a nessuna direttiva del PCC, acquista sufficiente coraggio per circondare l’Ambasciata e il Consolato Usa in Cina, lanciando uova e pietre e bruciando macchine e bandiere degli Usa, tutto in nome del ‘patriottismo’.

Ogni qualvolta il Partito Comunista si imbatte in una questione importante, che richiede l’obbedienza delle masse, usa i termini ‘patriottismo’ e ‘nazionalismo’ per mobilitare con poco preavviso. In tutti i casi, incluse le questioni relative a Taiwan, Hong Kong, Falun Gong, la collisione fra un aereo spia americano e un caccia cinese, il PCC ha usato il metodo combinato del terrore ad alta pressione e del lavaggio del cervello collettivo, portando così la gente a uno stato mentale simile all’essere in guerra. Un metodo simile a quello usato dai nazisti tedeschi.

Bloccando tutte le altre informazioni, il lavaggio del cervello del PCC ha avuto un incredibile successo. Anche se i Cinesi non amano il PCC, essi pensano nel modo distorto istillato dal PCC. Durante la guerra degli Usa in Iraq, per esempio, molta gente si esaltava guardando le analisi giornaliere su Cctv [9]. Sentiva un profondo senso di odio, vendetta e desiderio di combattere, mentre, al tempo stesso, malediceva un’altra guerra.

Senza vergogna: mettere il Partito davanti al Paese e obbligare la gente a considerare il proprio padre come un nemico

Una delle frasi che il PCC usa spesso per intimidire il popolo è: «L’estinzione del Partito e del Paese», mettendo così il Partito davanti al Paese. Il principio fondante della Cina è: «Non ci sarà una nuova Cina senza il Partito». Fin dall’infanzia la gente è stata educata ad «ascoltare il Partito» e a «comportarsi come bravi figlioli del Partito». Cantano le lodi al Partito: «Considero il Partito una madre». «Oh Partito, mia cara mamma». «La grazia salvifica del Partito è più profonda dell’oceano». «L’amore per mio padre e mia madre non può superare quello per il Partito». [10] «Andremo a combattere contro chiunque il Partito ci indichi». Quando il Governo offre sussidi dopo dei disastri, il popolo ‘ringrazia il Partito e il Governo’ – prima il Partito e poi il Governo. Uno slogan militare recita: «Il Partito comanda il fucile». Quando sono state disegnate le uniformi per i giudici, hanno messo quattro bottoni dorati sul colletto dell’uniforme. Quei bottoni sono allineati verticalmente per simboleggiare il Partito, il popolo, la legge e lo Stato. Indicano che, nonostante siate giudici, il Partito sarà sempre collocato al di sopra della legge, del Paese e del popolo.

In Cina il Partito si è messo al di sopra di tutto mentre il Paese, al contrario, è diventato subordinato al Partito. Il Paese esiste per il Partito e il Partito viene considerato l’incarnazione del popolo e il simbolo del Paese. L’amore per il Partito, per i capi del Partito e per il Paese sono stati mischiati in una cosa sola, che è poi la ragione fondamentale per cui il patriottismo in Cina è diventato distorto.

Sotto la sottile, ma persistente influenza dell’educazione e della propaganda del PCC, molta gente, membri del Partito e non, ha cominciato a confondere il Partito con il Paese, consapevolmente o meno. Si è giunti ad accettare che ‘l’interesse del Partito’ è superiore a tutto e ad accettare che ‘l’interesse del Partito è uguale all’interesse del popolo e del Paese’. L’indottrinamento del PCC ha creato il clima perché il Partito tradisca gli interessi della Nazione.

Giocare al «porre rimedio» e chiamare «grandi imprese» delle azioni criminali

Nel corso della storia il PCC ha commesso molti errori. Ma ha sempre addossato la colpa a certi individui o gruppi attraverso ‘riparazioni e riabilitazioni’. Ciò non ha fatto nascere una profonda gratitudine da parte delle vittime nei confronti del PCC, ma ha sempre permesso al PCC di scansare del tutto ogni responsabilità per i suoi atti criminali. Il PCC asserisce «non solo di non aver paura di commettere errori, ma di essere anche bravo a correggerli», [11] e questa è diventata la sua pozione magica con cui ripetutamente sfugge alle sue responsabilità. Quindi, il PCC rimane sempre «grande, glorioso e corretto».

Forse un giorno il PCC deciderà di riparare le sue colpe per il massacro di Piazza Tiananmen e di riabilitare la reputazione del Falun Gong. Ma queste sono semplicemente delle tattiche machiavelliche che il PCC usa nel disperato tentativo di prolungare la sua vita agonizzante. Il PCC non avrà mai il coraggio di riflettere su sé stesso, esporre i suoi crimini o pagare per i propri peccati.

6. Il PCC manifesta la sua natura malvagia quando usa il terrore di Stato nel tentativo di eliminare ‘Verità, Compassione e Tolleranza’

La fraudolenta ‘auto-immolazione di Piazza Tiananmen’ messa in scena dal PCC può essere considerata la menzogna del secolo del Partito. Al fine di eliminare il Falun Gong, il Governo è stato così perverso da indurre cinque persone a inscenare di essere praticanti del Falun Gong e a fingere di auto-immolarsi in Piazza Tiananmen. Partecipando all’imbroglio i cinque partecipanti, senza saperlo, firmarono la loro condanna a morte e vennero picchiati a morte sulla scena o uccisi più tardi. La visione al rallentatore del video pubblicato da Cctv mostra senza possibilità di errori che Liu Chunling, una degli auto-immolatori, è morta dopo essere stata colpita violentemente da un ufficiale di polizia. Altri difetti presenti nel filmato includono la postura da seduto di Wang Jingdong, la bottiglia di plastica (che si suppone fosse piena di benzina) rimasta intatta fra le sue ginocchia dopo che il fuoco venne estinto, la conversazione fra il dottore e la più giovane delle vittime Liu Siying, e la presenza del cameraman pronto a filmare la scena. Questi ed altri fatti sono più che sufficienti per provare che l’episodio dell’auto-immolazione fosse un inganno, malignamente progettato dal diabolico regime di Jiang Zemin per incastrare il Falun Gong. [12]

Nella sua campagna  per sradicare il Falun Gong, il PCC ha usato metodi deplorevoli e crudeli. Ha usato le risorse finanziarie della Nazione, accumulate negli ultimi 20 anni di riforme e di aperture. Ha mobilitato il Partito, il Governo, l’esercito, la polizia, le spie, i diplomatici all’estero e varie altre organizzazioni governative e non governative. Ha manipolato il sistema globale dei media, implementando uno stretto blocco dell’informazione, sorvegliando le persone grazie alla tecnologia.

Ha fatto tutto questo per perseguitare un gruppo pacifico di persone che aderiscono al Falun Gong, una pratica tradizionale di qigong per perfezionare il corpo, la mente e il carattere morale in accordo con i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Una tale brutale persecuzione di gente innocente per il loro credo rivela la natura degenerata del PCC.

Nessun malfattore nella storia ha mentito in modo così insidioso come Jiang Zemin e il PCC. Essi usano una varietà di menzogne, ognuna con lo scopo di individuare e manipolare differenti nozioni e idee che la gente ha, così che il popolo possa essere facilmente ingannato a credere nelle loro menzogne, e il Partito possa fomentare l’odio verso il Falun Gong. Credete nella scienza? Il PCC dirà che il Falun Gong è una superstizione. Non vi piace la politica? Il PCC dirà che il Falun Gong si mette in politica. Invidiate le persone che si arricchiscono in Cina e all’estero? Il PCC dirà che il Falun Gong sta accumulando ricchezze. Avete qualcosa da obiettare contro le organizzazioni? Il PCC dirà che il Falun Gong ha un’organizzazione molto severa. Siete stanchi del culto della personalità che è durato in Cina per decine d’anni? Il PCC dirà che il Falun Gong esercita il controllo mentale. Vi appassiona il patriottismo? Il PCC dirà che il Falun Gong è anti-cinese. Avete paura dei disordini sociali? Il PCC dirà che il Falun Gong disturba la stabilità. Vi chiedete se il Falun Gong sostenga veramente ‘Verità, Compassione e Tolleranza?’ Il PCC dirà che il Falun Gong non è veritiero, compassionevole e tollerante. Distorcerà persino la logica, asserendo che la compassione può generare il desiderio di uccidere. In cuor vostro pensate che il Governo non si metta a fabbricare tali menzogne? Il PCC ne fa anche di più grandi e scioccanti, dal suicidio all’auto-immolazione, dall’uccidere parenti a omicidi seriali – così tante menzogne che riesce difficile non crederci. Simpatizzate con il Falun Gong? Il PCC collegherà la vostra valutazione politica alla persecuzione del Falun Gong, e vi degraderà, licenzierà, o vi toglierà i vostri premi se dei praticanti del Falun Gong della vostra area di responsabilità si appelleranno a Pechino. Quindi siete obbligati a diventare nemici del Falun Gong.

Il PCC ha rapito innumerevoli praticanti del Falun Gong e li ha sottoposti a sedute di lavaggio di cervello nel tentativo di obbligarli ad abbandonare il loro retto credo religioso, di far loro denunciare il Falun Gong e di promettere di smettere di praticare. Il PCC ha usato vari metodi malvagi per persuaderli, incluso manipolare i loro parenti, il posto di lavoro e l’istruzione per far loro pressione, infliggendo varie torture crudeli e punendo persino i loro familiari e colleghi. I praticanti del Falun Gong sui quali il lavaggio del cervello ha avuto successo, vengono a loro volta utilizzati per tormentare e convincere gli altri. Il malvagio PCC insiste nel trasformare delle brave persone in demoni, obbligandoli a camminare su un sentiero oscuro fino alla fine delle loro vite.

7. Il malvagio socialismo con ‘caratteristiche cinesi’

L’espressione ‘caratteristiche cinesi’ viene utilizzata per coprire i crimini del PCC. Il PCC rivendica sempre che deve il suo successo nella Rivoluzione Cinese all’«integrazione del Marxismo-Leninismo con la concreta realtà della Rivoluzione Cinese». Il PCC ha frequentemente abusato del termine ‘caratteristica’ come sostegno ideologico alle sue direttive volubili e malvagie.

Mezzi bizzarri e ingannevoli

Sotto l’ingannevole facciata delle ‘caratteristiche cinesi’ ciò che il PCC ha compiuto non sono nient’altro che assurdità.

L’obiettivo della rivoluzione del PCC era quello di realizzare la proprietà pubblica dei mezzi di produzione, e ha ingannato molti giovani che avevano abbracciato l’organizzazione del Partito per gli ideali del comunismo e di unità. Molti di loro tradirono persino le loro famiglie, che avevano delle proprietà. Ma 83 anni dopo l’inizio del PCC, il capitalismo è tornato, solo che ora è diventato parte di quello stesso PCC che all’inizio agitava la bandiera dell’uguaglianza.

Oggi, molti fra figli e parenti dei capi del PCC sono neo capitalisti con delle grandi fortune, e molti membri del Partito hanno tentato di unirsi a questo gruppo di nuovi ricchi. Il PCC eliminò i proprietari terrieri e i capitalisti nel nome della rivoluzione e rubò le loro proprietà. Ora, la nuova ‘nobiltà’ è formata da capitalisti ancor più ricchi che si sono formati attraverso le appropriazioni indebite e la corruzione. Coloro che hanno seguito il Partito nelle prime rivoluzioni ora sospirano: «Se avessi conosciuto la situazione odierna, non l’avrei seguito allora». Dopo decenni di sudore e battaglie, si ritrovano ad aver semplicemente sacrificato al culto del PCC le proprietà dei loro fratelli e padri, come pure le loro vite.

Il PCC parla della base economica che determina la sovrastruttura [13]; in realtà è la base economica burocratica dei funzionari corrotti del PCC che decide la ‘sovrastruttura ad alta pressione’ – una sovrastruttura che si basa, per mantenersi, su una forte pressione. La direttiva principale del PCC è diventata perciò quella di schiacciare il popolo.

Un’altra caratteristica malvagia del PCC si manifesta nel cambiare la definizione dei concetti culturali, per usare poi questa definizione riveduta per criticare e controllare la gente. Il concetto di ‘Partito’ è uno di questi esempi. Sin dall’alba dei tempi ci sono stati dei Partiti sia in casa che all’estero. Solo il Partito Comunista esercita un potere che va al di là dei domini di un collettivo di Partito. Se vi unite al Partito, controllerà tutti gli aspetti della vostra vita, inclusa la vostra coscienza, sussistenza e vita privata. Quando gli viene data l’autorità politica, il PCC controlla la società, il Governo e l’apparato statale. Detta tutte le questioni, dalle più importanti, come chi deve essere il presidente del Paese o il ministro della Difesa, o quali regole o leggi devono essere promulgate, fino alle più piccole, come in che luogo uno deve vivere, con chi ci si può sposare e quanti figli si devono avere. Il PCC ha messo a punto tutti i metodi immaginabili di controllo.

Nel nome della dialettica il PCC ha completamente distrutto il pensiero olistico, le facoltà del ragionare e lo spirito di indagine della filosofia. Mentre il PCC parla di «distribuzione in base al contributo», il processo di «permettere che alcuni si arricchiscano prima» si è realizzato insieme a «distribuire in base al potere». Il PCC usa il travestimento del «servire il popolo con tutto il cuore» per ingannare coloro che hanno quegli ideali, per poi far loro un completo lavaggio di cervello e controllarli, cambiandoli gradualmente in docili strumenti che «servono il Partito con tutto il cuore» e che non hanno il coraggio di parlare in difesa del popolo.

Un Partito machiavellico con ‘caratteristiche cinesi’

Usando un principio che mette gli interessi del Partito al di sopra di tutte le altre considerazioni, il PCC ha distorto la società cinese con lo strumento di un culto malvagio, creando un essere veramente grottesco nei confronti di tutta l’umanità. Questo essere è diverso da qualunque altro Stato, Governo od organizzazione. Il suo principio è di non avere principi; non c’è alcuna sincerità dietro i suoi sorrisi. Tuttavia, la gente di buon cuore non può comprendere il PCC. Basandosi sugli standard morali universali non possono immaginare che una tale malvagia entità possa rappresentare un Paese. Usando la scusa delle ‘caratteristiche cinesi’, il PCC si è affermato fra le Nazioni del mondo. Le ‘caratteristiche cinesi’ sono diventate un eufemismo che sta per ‘le caratteristiche malvagie del PCC’.

Con le ‘caratteristiche cinesi’ un capitalismo zoppo è stato trasformato in ‘socialismo’; ‘disoccupazione’ è diventata ‘attesa di un impiego’; ‘essere licenziati’ dal lavoro è diventato ‘a riposo’; la ‘povertà’ è diventata ‘lo stadio iniziale del socialismo’; e i diritti umani e la libertà di parola e di credo sono stati ridotti al mero diritto di sopravvivere.

La nazione cinese fronteggia una crisi morale senza precedenti

Agli inizi degli anni 90 in Cina c’era un detto: «Sono un furfante e non ho paura di nessuno». Questa è la disdicevole conseguenza di parecchi decenni di dominio malvagio del PCC, del suo imporre la corruzione alla Nazione. La fasulla prosperità dell’economia cinese si accompagna con il rapido declino morale in tutti i settori della società.

I rappresentanti del congresso cinese spesso parlano della questione dell’ «onestà e fiducia» durante il Congresso del popolo cinese. Agli esami di ammissione alla scuola superiore agli studenti viene chiesto di scrivere sui temi dell’onestà e della fiducia. Ciò significa che la mancanza di onestà e di fiducia e il declino della moralità sono diventati una crisi invisibile ma onnipresente nella società cinese. Corruzione, appropriazioni indebite, prodotti contraffatti, raggiri, cattiverie e norme sociali degenerate sono cose di tutti i giorni. Fra la gente, di base, non esiste più la fiducia.

Per coloro che affermano di essere soddisfatti di come gli standard di vita siano migliorati, non è la stabilità nelle loro vite la loro preoccupazione principale? Qual è il fattore più importante per la stabilità sociale? La moralità. Una società con una moralità degradata non può sicuramente garantire sicurezza.

Attualmente il PCC ha picchiato duro su quasi tutte le religioni tradizionali e ha smantellato il loro sistema di valori tradizionali. Il modo senza scrupoli con cui il PCC si impossessa della ricchezza e inganna la gente ha un effetto a cascata sull’intera società, corrompendo l’intera società e conducendo il suo popolo verso la malvagità. Il PCC, dominando con metodi subdoli, ha bisogno anche di una società essenzialmente corrotta, come ambiente in cui sopravvivere. Questo è il motivo per cui il PCC fa di tutto per trascinare la gente in basso, al suo livello, cercando di trasformare il popolo cinese in persone che cospirano in vari modi. Questo è il modo in cui la natura fraudolenta del PCC sta sradicando le fondamenta morali che hanno per lungo tempo sostenuto il popolo cinese.

Conclusione

«È più facile modificare i fiumi e le montagne piuttosto che cambiare la propria natura» [14]. La storia ha dimostrato che ogniqualvolta il PCC ha allentato la sua schiavitù e le sue catene, lo ha fatto senza l’intenzione di rinunciarvi. Dopo la Grande Carestia dei primi anni 60, il PCC ha adottato il programma ‘le Tre-Libertà e Un-Contratto’ (San Zi Yi Bao) [15] teso a ripristinare la produzione agricola, ma senza l’intenzione di cambiare lo stato di ‘schiavitù’ dei contadini cinesi. La ‘riforma economica’ e la ‘liberalizzazione’ non hanno impedito negli anni 80 al PCC di sollevare il coltello da macellaio sul proprio popolo. In futuro il PCC continuerà a modificare la sua facciata, senza cambiare la sua natura malvagia.

Alcuni potrebbero pensare che il passato appartenga al passato, che la situazione è cambiata e che il PCC adesso non è più quello di una volta. Alcuni potrebbero ritenersi soddisfatti dalle false apparenze e credere persino erroneamente che il PCC sia migliorato, che sia nel processo di riformarsi o che intenda fare ammenda. Possono continuamente mettere da parte gli inquietanti ricordi del passato. Tutto ciò può solo dare alla banda di malfattori del PCC l’opportunità di continuare a sopravvivere e di minacciare il genere umano.

Tutti gli sforzi del PCC sono diretti a far dimenticare al popolo il proprio passato. Tutte le lotte del popolo sono un promemoria delle ingiustizie subite per mano del PCC.

Infatti, quella del PCC è una storia che ha reciso i ricordi della gente, una storia in cui i figli non conoscono le vere esperienze fatte dai loro genitori, una storia in cui centinaia di milioni di cittadini sopportano l’enorme conflitto fra il disprezzo nei confronti del passato sanguinoso del PCC e le speranze per il futuro dello stesso.

Quando lo spettro malvagio del comunismo è disceso nel mondo umano, il Partito Comunista ha sguinzagliato la feccia della società e ha utilizzato la ribellione dei malfattori per instaurare il suo potere politico. Ciò che ha fatto, servendosi di carneficine e tirannie, è stato instaurare e mantenere un dispotismo sotto forma di una ‘Possessione del Partito’. Usando la cosiddetta ideologia della ‘lotta’, che è in opposizione alla natura, alle leggi del cielo, alla natura umana e all’universo, il Partito distrugge la coscienza e la benevolenza, e distrugge ulteriormente la civiltà e la moralità tradizionali. Ha usato sanguinosi massacri e imposto lavaggi di cervello per instaurare un culto comunista malvagio, creando una Nazione di menti distorte al fine di dominare il Paese.

Nel corso della storia del PCC ci sono stati periodi di violenza quando il terrore rosso raggiunse il suo picco e periodi problematici, quando il PCC sfuggì per poco alla sua scomparsa. Ogni volta il PCC è ricorso all’uso totale di mezzi astuti per districarsi dalle crisi, solo per riproporre un nuovo giro di violenza e continuare a ingannare il popolo cinese. Quando il popolo riconoscerà la natura malvagia del PCC e si rifiuterà di essere ingannato dalla sua falsa immagine, arriverà la fine per il PCC e per la sua natura senza scrupoli.

********

Paragonati ai 5.000 anni di storia della Cina, i 55 anni di dominio del PCC non sono niente di più di un batter d’occhi. Prima che il PCC esistesse, la Cina ha creato la più magnifica civiltà nella storia del genere umano. Il PCC ha afferrato la possibilità offerta dalle difficoltà interne e dall’invasione straniera per creare il caos nella Nazione cinese. Si è preso milioni di vite, ha distrutto innumerevoli famiglie e sacrificato le risorse ecologiche da cui dipende la sopravvivenza della Cina. E ciò che è ancor più devastante, ha distrutto le fondamenta morali e le ricche tradizioni culturali della Cina.

Quale sarà il futuro della Cina? Che direzione prenderà? Queste domande così serie sono troppo complicate per rispondere in poche parole. Tuttavia, una cosa è certa: se non ci sarà un rinnovamento della moralità nazionale, se non si ristabilirà un armonioso rapporto fra gli uomini e la natura, e fra gli uomini, il cielo e la terra, se non ci sarà fede o cultura per una coesistenza pacifica fra gli uomini, sarà impossibile per la Cina avere un futuro luminoso.

Dopo numerosi decenni di lavaggio del cervello e di oppressione, il PCC ha instillato il suo modo di pensare e i suoi criteri di ciò che è bene e di ciò che è male nella vita del popolo cinese. Ciò ha portato il popolo ad accettare e razionalizzare la perversione e la disonestà del PCC, a diventare parte delle sue falsità, fornendo così la base ideologica per l’esistenza del PCC.

Eliminare dalle nostre vite le dottrine malvagie instillate dal PCC, discernere la natura totalmente senza scrupoli del PCC e ristabilire la nostra natura e coscienza umane – questo è il primo gradino essenziale per una transizione senza problemi verso una società libera dal Partito Comunista.

Se questo sentiero potrà essere percorso in modo deciso e pacifico dipenderà dai cambiamenti che avverranno nei cuori dei cittadini cinesi. Anche se sembra che il PCC possieda tutte le risorse del Paese e le forze di polizia, se ogni cittadino crederà nel potere della verità e nella salvaguardia della moralità, lo spettro malvagio del PCC perderà il fondamento della sua esistenza. Tutte le risorse potranno ritornare istantaneamente nelle mani degli onesti. Quello sarà il momento in cui avverrà la rinascita della Cina.

Solo senza il Partito Comunista Cinese ci sarà una nuova Cina.

Solo senza il Partito Comunista Cinese la Cina ha speranza.

Senza il Partito Comunista Cinese, il popolo cinese, retto e di buon cuore, ricostruirà la storica magnificenza della Cina.

_________________________________________________________________

[1] Secondo il pensiero tradizionale confuciano, imperatori e re governano in base a un mandato celeste e perché sia data loro una tale autorità, il loro livello morale deve essere all’altezza di quella suprema responsabilità. Anche in Mencio si può ritrovare un concetto simile. Nel verso ‘Chi Concede il Potere ai Monarchi?’, quando gli venne chiesto chi concedeva la terra e l’autorità per governare all’Imperatore Shun, Mencio disse: «Viene dal cielo». L’idea dell’origine divina del potere la si può trovare anche nella tradizione occidentale cristiana. Nei Romani 13:1 della Bibbia (Versione di Re Giacomo), per esempio si trova: «Fate in modo che le anime siano soggette alle potenze più alte. Perché non c’è nessun potere se non quello di Dio: i poteri che esistono sono per ordine di Dio».

[2] Il centro si riferisce allo sviluppo economico, mentre i due punti fondamentali sono: Mantenere i quattro principi fondamentali (la via socialista, la dittatura del proletariato, la guida del PCC, il Marxismo-Leninismo e il Pensiero di Mao) e continuare con le direttive di riforma e di apertura.

[3] Dati da un articolo  di Xinhua News Agency del 4 Marzo 2004.

[4] Mu è un’unità di superficie usata in Cina. Un mu equivale a 666,7 metri quadrati;

[5] Dati da un rarticolo di Xinhua News Agency del 29 Febbraio 2004.

[6] Il ‘Principio dei Tre No’ è apparso in passato. Nel 1979 Deng Xiaoping propose il ‘Principio dei Tre No’ per incoraggiare il popolo a esprimere ciò che pensava: Nessuna etichettatura, nessun attacco e nessuna testa tagliata per gli errori commessi. Questo principio dovrebbe ricordare alla gente una cosa simile utilizzata da Mao negli anni ’50 per incoraggiare gli intellettuali ad esprimersi, seguita poi dalla brutale persecuzione di coloro che avevano parlato per davvero. Ora i ‘Tre No’ di nuovo proposti si riferiscono a ‘Sviluppo senza dibattiti, avanzare senza lotte e progredire senza ritardi’.

[7] L’Articolo 23 della Costituzione  di Hong Kong è stata proposto nel 2002 dal Governo di Hong Kong sotto la pressione di Pechino. L’articolo rappresentava una seria erosione alla libertà e ai diritti umani a Hong Kong, che minava alla base la direttiva ‘un Paese, due sistemi’ promessa dal PCC. Nei confronti dell’Articolo 23 ci fu un’opposizione a tutti i livelli che culminò con il suo ritiro nel 2003.

[8] Liu Shaoqi, Presidente della Cina fra il 1959 e il 1968, era considerato il successore di Mao Zedong. Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976), venne perseguitato come traditore, spia e rinnegato. Morì nel 1969 dopo aver subito svariati abusi nel corso della prigionia decisa dal PCC.

[9] Cctv (China Central Television) è di proprietà del Governo centrale, e direttamente guidata da esso. È la principale emittente televisiva cinese.

[10] Queste frasi citate sono tutte titoli di canzoni scritte e cantate durante l’era di Mao negli anni ’60 e i primi anni ’70.

[11] Mao una volta disse che abbiamo paura di commettere errori, ma ci preoccupiamo di correggerli.

[12] Per un’analisi dettagliata sul video dell’auto-immolazione, guardare il sito web seguente: http://www.clearharmony.net/articles/200109/1165.html.

[13] Sovrastruttura nel contesto della teoria sociale marxista si riferisce al modo in cui interagiscono la soggettività umana e la sostanza materiale della società.

[14] Questo è un proverbio cinese che conferma il permanere della propria natura. Il proverbio è stato anche tradotto nel modo seguente: «Il lupo può cambiare il pelo, ma non il vizio».

[15] Le direttive di riforma economica, conosciute come il programma ‘Le Tre-Libertà e Un-Contratto’ (San Zi Yi Bao) proposte da Liu Shaoqi, allora presidente della Cina. Il programma prevedeva appezzamenti di terreni per uso privato, liberi mercati, imprese come uniche responsabili dei loro profitti e perdite, e quote prestabilite di produzione su base familiare.

 
Articoli correlati