Intercettazioni: Crocetta accusa «servizi deviati e poteri occulti»

Le intercettazioni non fermano Crocetta. Dopo i primi pensieri di dimissioni o persino suicidio, il governatore della regione Sicilia decide di non mollare, mostrando il leone che c’è dietro il suo lato sensibile. Ma ormai, a volerlo mandar via sono in tanti.

Il tutto è nato da L’Espresso che ha pubblicato il testo di presunte intercettazioni in cui Crocetta non avrebbe controbattuto alle affermazioni del suo medico Tutino, secondo il quale Lucia Borsellino andava «fatta fuori come suo padre». Fatto che si rivelerebbe assai grave per un presidente regionale che sulla lotta alla corruzione e alla mafia ha incentrato il suo mandato.

Ma l’esistenza dell’intercettazione non è confermata. La procura l’ha negata più volte e L’Espresso l’ha riconfermata. La Procura potrebbe essere tenuta al segreto e, quanto all’Espresso, per ovvie ragioni non cita alcuna fonte e quindi l’informazione non è verificabile. Per Alessandro Di Battista del M5S si tratterebbe di un complotto per far fuori Crocetta e rimpiazzarlo con Davide Faraone. In effetti, complotto o no, il Pd ha iniziato a fare dichiarazioni in tale senso.

Al contrario del prudente Bersani, la vice segretaria del Pd parla chiaro: «Intercettazione o non intercettazione, dopo le parole di Manfredi Borsellino la situazione in Sicilia è insostenibile», ha detto Debora Serracchiani ai giornalisti.

«Quanto ha detto Manfredi, raccontando la solitudine e il calvario della sorella Lucia, le difficoltà, le ostilità e le offese subite solo per adempiere al suo dovere di assessore alla Sanità, quasi un corso e ricorso della vicenda del padre Paolo, mi hanno scosso». 

Secondo Crocetta, tuttavia, le dimissioni di Lucia non avrebbero affatto a che fare con lui direttamente. «Io sono sempre stato al fianco di Lucia Borsellino, ci siamo visti qualche giorno dopo le sue dimissioni a cena, noi due da soli, per poterci sfogare l’un con l’altro come abbiamo sempre fatto – si legge su La Stampa – Di Lucia so molto più io della sofferenza che ha vissuto negli ultimi tre anni che i suoi familiari».

Dopo l’indecisione iniziale, in cui si è ‘autosospeso’ (anche se in parte la cosa non ha senso), Crocetta crede al complotto, e parla oscuramente di «servizi deviati» o altre forze che intenderebbero farlo fuori. E si rivolge al ministro dell’Interno Alfano per fare chiarezza.

Alfano, che il 16 luglio scriveva su Twitter di aver «chiamato Lucia Borsellino per esprimerle mio sdegno e solidarietà per le gravi parole che pesano sulla coscienza di chi le ha pronunciate», ha poi cambiato idea dopo la smentita della Procura. «Il Procuratore della Repubblica, quel che aveva da dire ha detto», dice ai giornalisti.

«Io ho il diritto e il dovere e la fede sincera per credere alle parole del Procuratore della Repubblica di Palermo. Se ci sono altri uffici giudiziari che hanno quelle intercettazioni e non lo dicono, a questo punto sono loro responsabili di questo grande cortocircuito istituzionale».

 
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