Affidi illeciti, non solo Bibbiano

Gli affidi illeciti di Bibbiano sono solo la punta dell'iceberg

Il caso di Bibbiano sta scuotendo l’Italia, ma la triste realtà è che gli illeciti verificatisi nel paesino del reggiano rappresentano soltanto la punta dell’iceberg. Alcune propaggini di questo iceberg sono apparse a più riprese sui quotidiani nazionali negli ultimi vent’anni; tuttavia, finora è mancata una visione complessiva del fenomeno, perlomeno all’interno dell’opinione pubblica. Ma sembra che con Bibbiano sia giunto il momento di fare chiarezza.

Gli avvocati che si occupano di queste problematiche hanno un’idea più precisa della reale portata del fenomeno degli allontanamenti illeciti dei bambini dalle proprie famiglie. Emblematica la testimonianza rilasciata nel 2018 dall’avvocato Francesco Morcavallo, che è stato peraltro giudice presso il Tribunale dei minorenni di Bologna: «La prassi diffusa è quella di allontanare i bambini solo sulla base di semplici segnalazioni, anche senza precise motivazioni verificate».

L’avvocato Carlo Priolo – che si occupa da anni di difendere genitori che hanno subito abusi simili a quelli emersi a Bibbiano – ha dichiarato senza mezzi termini: «Questa finestra che si è aperta a Bibbiano ha fatto un miracolo. I soggetti istituzionali, i nostri parlamentari sapevano tutto, perché da vent’anni vengono informati dai cittadini di tutto questo. […] Oggi hanno tutti ripreso la parola, e adesso tutti quanti ne parlano; meno male: parlatene».

Il numero degli affidi in Italia

Al momento è difficile capire quanti siano effettivamente gli illeciti all’interno del sistema degli affidi italiani: basti pensare che non esiste neanche un elenco ufficiale che raccolga tutti i casi di affido in Italia. Per questo la parlamentare Giorgia Meloni ha dichiarato: «Io non sono riuscita a trovare il dato di quanti siano i bambini dati in affido in Italia, il che già è curioso. Dicono che questi bambini siano circa 50 mila, che è un numero mostruoso […] Vi renderete conto che è un tema molto importante. E alcune cose non tornano…».

Tanto per iniziare l’ex giudice del tribunale dei minori di Bologna, Francesco Morcavalla, ha sottolineato come «l’allontanamento dovrebbe essere una misura estrema, motivata da ragioni estremamente serie. Purtroppo 99 volte su 100 non esistono. O sono vaghissime, incomprensibili, assurde: anche “l’atteggiamento troppo amorevole” viene addotto spesso come motivazione, per fare un esempio».

In effetti anche il solo numero dei bambini che vivono al di fuori della propria famiglia in Italia sembra rivelare un’inquietante anomalia, se confrontato con altri Paesi europei. Secondo un’indagine pubblicata da Panorama nel 2013, in Italia erano «circa 39 mila i bambini tolti alle loro famiglie dai Tribunali dei minori», mentre in Germania e in Francia, sebbene abbiano entrambe una popolazione superiore rispetto all’Italia, «il dato degli affidi si ferma rispettivamente a 8 mila e a 7 mila e 700».

Il 25 luglio anche il ministro degli Interni Matteo Salvini ha parlato della questione durante un’apposita conferenza stampa dalla Camera dei Deputati; ha dichiarato che effettivamente il numero degli affidi è troppo alto perché siano giustificati, e ha sottolineato che «i casi di Bibbiano sono emersi dopo la 31esima denuncia di violenza sessuale archiviata su 31. È evidente che in quel sistema qualcosa non funziona. Anche perché a denunce archiviate non è corrisposto il rinvio a casa del bimbo strappato alla famiglia. E quindi evidentemente qualcosa non torna».

Il ministro ha inoltre affermato di essere contento che il parlamento «stia procedendo spedito per la commissione di inchiesta sulle case famiglie». Ha ribadito che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio ed ha aggiunto che è dallo stesso mondo delle case famiglie che gli arriva la richiesta di fare chiarezza, «per distinguere chi apre le porte di casa sua per amore, da chi si inventa strutture per fatturare quattrini».

Le case famiglia, i desaparecidos italiani, e gli interessi economici

Il 14 giugno, 13 giorni prima che esplodesse il caso di Bibbiano, l’avvocato romano Carlo Priolo ha raccontato, davanti ai microfoni di PaeseRoma, quello che ha scoperto nel corso dei suoi lunghi anni di esperienza sul sistema degli affidi italiano e sul giro di affari ad esso sotteso: «C’è un sistema criminale. […] I cosiddetti desaparecidos sono dei bambini, dei figli di genitori italiani, che vengono sottratti ai genitori e vengono collocati nelle case famiglia. Questo sistema comporta che le case famiglia ricevano dai comuni circa 3 miliardi di euro all’anno. Ogni bambino dentro queste case famiglia costa dai 150 ai 400 euro al giorno».

«C’è un giro di affari sul dolore dei genitori, sulle lacrime dei bambini… Un affare da 3 miliardi di euro l’anno; più tutto l’indotto: tutto questo sistema, a partire dai giudici minorili e da tutte le consulenze dei giudici minorili, comporta altri 2 miliardi di compensi».

Priolo ha poi precisato che in base alla sua esperienza i comuni coinvolti sono di tutti i partiti, e che non c’è un partito immune a questo affare criminale. Ha inoltre affermato che si tratta di «un fenomeno trasversale a tutte le categorie: dai magistrati, ai dirigenti pubblici, agli assistenti sociali, alle cosiddette psicologhe forensi, agli educatori ecc.».

«L’articolo 13 della Costituzione parla della libertà del cittadino; questa libertà è violata, è sfregiata. Questi genitori non possono più vedere e incontrare i figli».

L’avvocato ha concluso il suo discorso spiegando cosa lui e un piccolo gruppo di persone che lavora in questo senso stanno facendo per contrastare questo fenomeno: «Abbiamo intrapreso una strada diversa dalla protesta, dalla manifestazione pubblica. Noi chiamiamo i magistrati, i magistrati corretti, onesti e responsabili e facciamo le denunce; e denunciamo intanto i sindaci per interrompere il flusso del denaro, perché il flusso del denaro consente che il sistema rimanga immobile».

L’ideologia dietro il sistema degli affidi

Il professor Alessandro Meluzzi, che da quaranta anni lavora come psichiatra forense e affianca avvocati in casi simili a quelli di Bibbiano, ha dichiarato che dietro il sistema degli affidi illeciti si cela «quell’oscena miscela, spesso tutta italiota, della commistione implacabile tra vizi privati e pubbliche virtù; tra grandi ideali e porci comodi; grandi ideali che hanno sottratto alle loro famiglie naturali 50 mila bambini».

Secondo Meluzzi «se noi non parliamo di questo non parliamo di nulla».

I ‘porci comodi’ sono in gran parte quegli interessi economici discussi dall’avvocato Priolo, su cui si stanno concentrando anche le indagini dei carabinieri. Ma quali sono allora i grandi ideali?

Il 18 luglio, durante il suo intervento al convegno ‘Figli sottratti’, il professore ha dichiarato che se non si osserva il fenomeno nella sua interezza sembra incomprensibile: «Sembra che le psicologhe siano cattive, che gli assistenti sociali siano sadici, che i giudici siano incompetenti, che i servizi sociali siano furfanti, che gli avvocati siano imbelli. Invece dietro tutto questo c’è un disegno».

«Che cosa sta avvenendo oggi? Perché tutti questi esperti, avvocati, magistrati, critici, oggi ci dicono che si è arrivati a questo punto di follia?».
«Perché ci siamo mossi, apparentemente, nell’orizzonte del migliore dei mondi possibile, di quelle buone intenzioni di cui è lastricata la via dell’inferno e che ci propongono un meglio, che è sempre nemico del bene».

Dietro ai terribili abusi, alle moltitudini di bambini strappati forzosamente dalle braccia delle loro madri, si nasconde un cocktail ideologico a base di «ottimismo rivoluzionario, di progressismo soft, di politically correct, che ritiene che per il bene del bambino non debbano essere considerati in nessun modo rilevanti i legami di sangue, ma la costruzione del migliore dei mondi possibile».

«E quale migliore dei mondi possibili – conclude ironicamente il professore – di una casa famiglia gestita da psicologi con formazione psicanalitica, di benevole suore rivoluzionarie della cooperazione internazionale, di animatori danzanti del mondo lgbt, di attività montessoriane dove ci si possa esprimere con pasta di sale e action painting. Quale migliore dei mondi possibili di questo rispetto a una truce famiglia del mondo reggiano o della Bassa [modenese], o del triangolo rosso!».

 

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