Tiktok sanzionato da Agcm per 10 milioni di euro

Tiktok ha subito una sanzione di €10 milioni dall’Antitrust italiana, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm). Questo a seguito delle indagini, già avviate lo scorso anno.

Secondo il Garante, la piattaforma, molto diffusa tra i giovani, non avrebbe adottato le opportune misure di sicurezza psico-fisica atte ad impedire ai più vulnerabili, come gli adolescenti, di entrare in contatto con contenuti potenzialmente dannosi.

A tal proposito Stefano Vicario – ordinario di Neuropsichiatria Infantile e direttore dell’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – è stato interpellato dall’Antitrust nello studio del caso.

«Comportamenti autolesionistici anche non suicidari […] sono comunque in grado di rappresentare un pericolo per soggetti vulnerabili, posto che il comportamento autolesionistico anche lieve costituisce il primo fattore di rischio di condotte ulteriori, di tipo suicidario», si legge nel provvedimento.

«Le stesse considerazioni», continua il provvedimento, «emergono in un rapporto del 2023 dello U.S. Surgeon General, il principale portavoce del governo federale in materia di salute. Più in generale, l’esigenza di effettuare un controllo stringente sui contenuti di TikTok discende dai meccanismi cognitivi dei ragazzi e adolescenti».

Nel provvedimento si evidenzia come la dipendenza dai dispositivi elettronici sia talmente forte da risultare in una «ricerca compulsiva».

«Negli ultimi anni l’utilizzo medio giornaliero dei dispositivi elettronici è di 7-8 ore e ciò desta preoccupazioni, considerato che il fenomeno dell’autolesionismo nei giovani ha subito un incremento enorme: prima della pandemia comportamenti autolesionisti erano stati riscontrati solo nel 20% dei ragazzi, mentre successivamente la percentuale è passata al 40%. Inoltre, sono notevolmente aumentate le richieste di aiuto riguardanti la salute mentale dei ragazzi: nel 2013 i relativi accessi con ambulanza al pronto soccorso dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma sono stati 180, mentre nel 2022 sono salite a 1800 all’anno».

Algoritmo e accuse

La piattaforma usa un algoritmo che aumenta la dipendenza alla sua fruizione e dunque alle interazioni tra gli utenti.

L’Antitrust precisa di aver individuato che contenuti potenzialmente dannosi vengano perfino promossi, anche nelle aree «Seguiti» e «Per Te» del social network.

Un portavoce di Tiktok ha mostrato disappunto per la sanzione, facendo sapere che la compagnia ha già da tempo ridotto la visibilità di tali contenuti ad utenti minorenni, escludendoli anche dalla sezione «Per Te».

«Da uno studio effettuato dal Center for Countering Digital Hate nel dicembre 2022 – si legge nel provvedimento – gli adolescenti che mostrano più interesse su contenuti dannosi, hanno una probabilità crescente a livello esponenziale, di avere contenuti simili suggeriti dall’algoritmo di profilazione dell’utente.

Allora gli adolescenti vulnerabili sono coloro che, con una frequenza incrementale, rischiano di vedersi amplificati possibili problemi di salute psico-fisica già in essere. Tramite «contenuti pregiudizievoli» offerti dal «sistema di raccomandazione di TikTok».

Altre considerazioni nel provvedimento

L’Agcm ha esposto alcune delle lacune nella piattaforma. Che si riflettono anche nelle linee guida, le quali sembrano essere parzialmente implementate. Questo, inoltre, andrebbe a rinforzare l’ipotesi che la compagnia sia riluttante nell’eliminazione di contenuti di tendenza anche se nocivi, proprio perché più tempo si trascorre sull’app, più aumenta la remunerazione della società, per mezzo delle pubblicità.

«In realtà, le Linee Guida appaiono costituire una declinazione di principi virtuosi che sono soggetti ad una interpretazione e applicazione discrezionale e lacunosa da parte dei professionisti, tale da tradursi in una elusione degli stessi principi enunciati», dichiara il provvedimento.

«Le Linee Guida, infatti, catalogano quali contenuti pericolosi soltanto quelli che presentano una manifesta illiceità, ma non anche quelli contrari alla comune sensibilità culturale e psicologica. […] A tal proposito, si rileva che esponenti del settore medico affermano che i danni derivanti dall’esposizione a simili contenuti vanno apprezzati anche sotto il profilo della assuefazione all’autolesionismo, suscettibile di condurre a episodi di possibile più ampia scala e maggiore gravità».

Tra l’altro, nel provvedimento, l’Agcm ci tiene a ricordare come gli illeciti derivanti da pratiche commerciali scorrette, siano comunque dannosi indipendentemente dalla misura e portata delle stessi.

«In conclusione, le Linee Guida – pur prevedendo diverse tipologie di controlli sui contenuti e pur attribuendo alla piattaforma TikTok il carattere di “luogo sicuro” – sono state oggetto, nei fatti, di una applicazione lacunosa. Ciò è in grado di condizionare la scelta economica del consumatore di registrarsi su TikTok e utilizzare il servizio di social media, inducendolo a credere che non saranno visualizzati contenuti suscettibili di pregiudicare gli utenti, specie vulnerabili, in violazione dell’articolo 21, comma 2, lettera b), del Codice del consumo».

Si evince che nel suo funzionare, la piattaforma non è pienamente trasparente dei meccanismi in essere volti ad ingaggiare un sempre più vasto pubblico, la cui fascia di età è per lo più rappresentata da giovani.

E anche L’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha ritenuto «fattispecie di diretta violazione del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusma) – normativa di settore di competenza dell’Agcom stessa – essendo collegati alla mancata adozione di “misure adeguate a tutela di una specifica e ristretta platea di utenti, che ha consentito la diffusione di contenuti oggettivamente idonei ad arrecare un evidente pregiudizio” ai minori di età».

«La natura “commerciale” della pratica in oggetto è riconducibile al rapporto tra TikTok e i suoi utenti, nell’ambito del quale l’erogazione del servizio di social network trova come corrispettivo la cessione dei dati personali dei consumatori. Tali dati vengono utilizzati da TikTok per la profilazione degli utenti a uso commerciale nonché per il funzionamento del sistema di raccomandazione a vantaggio della redditività della piattaforma. Come sopra argomentato, i dati ceduti dai consumatori acquistano, proprio in ragione dell’utilizzo dei medesimi da parte di TikTok, un valore economico idoneo a configurare l’esistenza di un rapporto di consumo tra i professionisti e l’utenza stessa, anche in assenza di corrispettivo monetario. Inoltre, la pratica in oggetto ha una specifica e continuativa incidenza sul rapporto di consumo legata appunto alla circostanza che essa ha l’effetto di aumentare il tempo trascorso dall’utente sulla piattaforma».

«In tale contesto, TikTok è qualificabile come professionista ai sensi dell’articolo 18 Codice del consumo ed è responsabile della pratica contestata in quanto svolge un ruolo attivo di proposizione profilata dei contenuti circolanti sulla piattaforma, che ne presuppone la concreta conoscenza da parte dei professionisti, come sopra delineato».

Dopo questa e altre precisazioni, il documento conclude: «RITENUTO, pertanto […] sulla base delle considerazioni suesposte […] la pratica commerciale in esame risulta scorretta ai sensi degli articoli 20, comma 2 e 3, 21, comma 2 lettera b), 21, comma 4, 25, comma 1, lettera c) del Codice del consumo in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea, mediante l’inadeguata vigilanza sui contenuti pubblicati dagli utenti […] nonché la proposizione reiterata di tali contenuti ai consumatori, in particolare minori e vulnerabili, attraverso sistemi di raccomandazione basati sulla profilazione, a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio e del consumatore vulnerabile in relazione al servizio offerto dai professionisti, nonché di minacciare anche indirettamente la sicurezza di bambini ed adolescenti».

«DELIBERA

a) che la pratica commerciale descritta al punto II del presente provvedimento, posta in essere dalle società TikTok Technology Limited, TikTok Italy S.r.l. e TikTok Information Technologies UK Limited costituisce, per le ragioni e nei limiti esposti in motivazione, una pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli 20, comma 2 e 3, 21, comma 2 lettera b), 21, comma 4, e 25, comma 1, lettera c), del Codice del consumo del Codice del consumo, e ne vieta la continuazione».

«b) di irrogare in solido alle società TikTok Technology Limited, TikTok Italy S.r.l. e TikTok Information Technologies UK Limited una sanzione amministrativa pecuniaria di 10.000.000 € (diecimilioni di euro);

c) che i professionisti comunichino all’Autorità, entro il termine di novanta giorni dalla notifica del presente provvedimento, le iniziative assunte in ottemperanza alla diffida di cui al punto a)».

Associazioni dei consumatori: si deve fare di più e meglio

Carlo Rienzi, presidente del Codacons, si è espresso in modo favorevole alla multa esortando, però, ad una maggiore consapevolezza su questo tema dove ogni giorno nei social avvengono illegalità e irregolarità.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, chiarisce l’importanza di educare e tutelare le famiglie a riguardo: «…bisogna sempre vigilare e rimuovere contenuti anche solo potenzialmente pericolosi che istigano al suicidio, autolesionismo, alimentazione scorretta…, indipendentemente dall’età. A maggior ragione lo deve fare una piattaforma così popolare tra i giovani, ma per questo servono più controlli e investire di più sulla consapevolezza dei consumatori, cominciando nelle scuole. Anche i genitori non devono assegnare ai social media una funzione di intrattenimento e devono imparare a individuare i contenuti di qualità affidabili». E aggiunge che: «I minori e i soggetti vulnerabili vanno sempre protetti».

Martina Donini, presidente nazionale di Udicon, concorda a vigilare su questo tema: «La sanzione inflitta a TikTok è un chiaro segnale che l’Antitrust prende sul serio la protezione dei minori sui social media. È preoccupante vedere come alcune piattaforme ancora non adottino misure adeguate a contrastare contenuti violenti e pericolosi». Inoltre Udicon esprime il suo sostegno a questo riguardo, accogliendo con favore la multa a Tiktok da parte dell’Autorità, dopo l’accertamento di controlli inadeguati che minacciano la sicurezza di soggetti vulnerabili, così come dei minori.

«È ora che le piattaforme digitali si assumano la piena responsabilità di garantire un ambiente sicuro e sano. Servono controlli più serrati sui contenuti delle piattaforme che purtroppo molto spesso sono motivo di tragedie anche a causa delle challenge che circolano alla velocità della luce, grazie agli hashtag che vengono utilizzati. Questi contenuti non solo possono danneggiare la sicurezza fisica e mentale dei giovani, ma anche influenzare negativamente il loro comportamento e il loro sviluppo educativo. Continuiamo ad assistere a tragedie di giovani vite interrotte per seguire la challenge del momento che nasce proprio sui social. Non possiamo che sostenere questo provvedimento. La sicurezza psico-fisica degli utenti è molto importante e lo è ancor di più quando si tratta di minori», afferma Martina Donini.

Le società coinvolte

Sono interessate dalla multa di 10 milioni di euro TikTok Italy S.r.l, TikTok Information Technologies UK Limited e TikTok Technology Limited.

Nel provvedimento si può comprendere che «TikTok Information Technologies UK Limited […] con sede nel Regno Unito, gestisce alcune linee business di TikTok per gli utenti dello Spazio Unico Europeo. quali la vendita e gestione degli spazi pubblicitari e la fornitura di servizi a valore aggiunto, come il livestreaming, per la piattaforma TikTok. Tale società controlla al 100% TikTok Technology Limited e TikTok Italy S.r.l., che sono incluse nel perimetro di consolidamento; è a sua volta controllata dalla società TikTok Ltd, con sede alle isole Cayman, e appartiene al gruppo Bytedance, la cui capogruppo Bytedance Ltd ha anch’essa sede alle isole Cayman».

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