L’Italia esce dalla Nuova Via della Seta

Tramite una lettera di disdetta, la premier Giorgia Meloni ha comunicato a Pechino l’intenzione dell’Italia di ritirarsi dal progetto Bri, ovvero la Nuova Via della Seta.

La decisione è stata finalizzata dopo alcune trattative, che hanno visto i due Paesi cercare un punto d’incontro.

Tuttavia, nonostante alcune proposte avanzate, la Cina, non ha ceduto e l’accordo è stato sciolto.

Questo progetto del leader cinese Xi Jinping era stato presentato all’allora governo Conte, il quale aveva deciso, per risollevare l’economia, di provare e aderire. I due leader avevano firmato un memorandum d’intesa nel 2019.

Nel corso degli anni – quattro – i risultati sono stati al di sotto delle aspettative.

Il concetto dietro il progetto

Il Bel Paese era tradizionalmente un importante luogo d’appoggio per le imbarcazioni cinesi, anche commerciali, verso l’occidente. E su questa visione, si voleva costruire un collegamento, in più ambiti, con l’Italia. Si prevedeva in particolare di costruire cantieri navali, trasporti ferroviari e aerei.

La battuta d’arresto, in parte data dal Covid, è da imputare anche al mancato equilibrio nel rispetto del memorandum d’intesa.

Infatti, molti esperti, già allora, avevano avvertito dei possibili rischi. Come ha sperimentato lo Sri Lanka, che si è vista attanagliata dal ‘ricatto del debito’ – per gli investimenti cinesi della Bri – cosa che ha costretto il Paese a cedere il suo porto, Hambantota, in affitto al regime cinese.

 
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