Inchiesta Angeli e Demoni, tutti gli ultimi sviluppi

Proseguono i lavori della procura di Reggio Emilia nell’ambito dell’indagine sugli affidamenti illeciti nella Val D’Enza denominata Angeli e Demoni. Nell’ultima settimana il tribunale dei minori di Bologna ha disposto il ricongiungimento con le proprie famiglie naturali di quattro bambini coinvolti nell’inchiesta, e ha inoltre riaperto 70 fascicoli riguardanti gli affidamenti nella Val D’Enza; il tribunale del Riesame di Bologna ha invece revocato gli arresti domiciliari per il direttore della Onlus Hansel e Gretel Claudio Foti; mentre il 22 luglio il ministro Alfonso Bonafede ha formalmente istituito una squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori.

Ma ad aver catturato l’attenzione della stampa è stata soprattutto la visita di Matteo Salvini a Bibbiano in data 23 luglio. Il ministro degli Interni ha tenuto un comizio nella piazza del municipio, riscuotendo i plausi della folla raccoltasi per l’occasione. Tra le altre cose il ministro ha ringraziato ripetutamente i carabinieri che hanno condotto le indagini e ha invitato chiunque sia a conoscenza di altri abusi, in tutta Italia, a segnalarli al Ministero dell’Interno, anche dietro anonimato.

Nel frattempo, dall’inizio di luglio, si sono susseguite piccole manifestazioni popolari e apolitiche nella Val D’Enza, per esprimere solidarietà alle vittime del sistema degli affidamenti e sensibilizzare l’opinione pubblica. Molti personaggi pubblici hanno infatti sostenuto che la stampa non ha trattato con la dovuta attenzione questa vicenda. Tra gli altri, Laura Pausini e Nek hanno manifestato la propria solidarietà e dichiarato che la stampa e l’opinione pubblica dovrebbero parlare molto di più di una vicenda cosi importante per tutto il popolo italiano.

L’inchiesta della procura di Reggio Emilia, esplosa il 27 giugno, ha rivelato l’esistenza di una rete interna ai servizi sociali della Val D’Enza che – mossa da moventi economici e ideologici – lavorava per allontanare a ogni costo, anche pretestuosamente, il maggior numero di bambini dalle proprie famiglie, per poi affidarli ad amici o conoscenti e sottoporli alle costose sedute terapeutiche della Onlus Hansel e Gretel.

Tuttavia, coloro che hanno familiarità con il sistema degli affidamenti sanno bene che i casi scoperti dalla procura di Reggio Emilia sono solamente la punta dell’iceberg.

Per questo un anziano signore che segue con apprensione, da molto tempo, le problematiche relative al sistema degli affidamenti italiano ha dichiarato durante una fiaccolata tenutasi a Bibbiano il 20 luglio: «Fino a pochi giorni fa mi preoccupava il fatto che fosse soltanto una preoccupazione di pochi. Adesso, grazie al Cielo, stiamo riuscendo a non fare insabbiare questa vicenda, che è l’ultima fuoriuscita di un fiume carsico che parte da lontano, che è legato a interessi, è legato a violenze, è legato a violenze di Stato. E quando uno Stato non difende i propri cittadini, sopratutto i più deboli, mi dispiace ma è una dittatura, anche se travestita da democrazia».

Quattro bambini tornano a casa

Il tribunale dei minori di Bologna, dopo aver riesaminato con dovizia i sei casi oggetto dell’inchiesta Angeli e Demoni, ha deliberato in favore del ricongiungimento di quattro bambini con le proprie famiglie naturali. Nel frattempo Giuseppe Spadaro, presidente del tribunale dei minori di Bologna, ha ordinato la verifica di tutti i 70 fascicoli relativi agli affidamenti gestiti dai servizi sociali della Val D’Enza.

Per ora sembra che il primo fascicolo riesaminato dallo staff di Spadaro – secondo il Corriere della Sera – contenga pesanti «anomalie e omissioni». Si allarga dunque il raggio dell’inchiesta Angeli e Demoni, sebbene per il momento la procura di Reggio non sembra aver aperto indagini su casi diversi dai sei che costituiscono il nucleo originale dell’inchiesta, che dovrebbe concludersi il 26 settembre.

Le reazioni del governo italiano

A oltre due settimane di distanza il traballante governo giallo-verde ha iniziato a interessarsi in maniera tangibile della vicenda di Bibbiano. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che già aveva sollevato la questione a fine giugno, ha recentemente annunciato su Facebook la costituzione di una squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori e nella serata del 22 giugno ha firmato il decreto per la sua effettiva istituzione.

«Sostanzialmente questa squadra – ha dichiarato il ministro Bonafede durante il programma Omnibus – di cui fanno parte persone del ministero, magistrati, avvocati, operatori sociali e altri, avvierà un monitoraggio su tutto quello che avviene sul territorio nazionale, in maniera che la giustizia possa avere uno sguardo su tutto, a 360 gradi, uno sguardo che adesso non ha».

Il 23 giugno è stato invece il giorno di Matteo Salvini, che si è recato a Bibbiano per esprimere solidarietà nei confronti delle famiglie e accendere i riflettori sulla Val D’Enza e sul sistema degli affidamenti italiano.
Il ministro degli Interni ha iniziato il suo breve comizio ai piedi del Municipio di Bibbiano affermando: «Son qua prima ancora che da ministro, da papà, e ringrazio chi ha fatto venire alla luce questa schifezza, questa vergogna; ringrazio i carabinieri, ringrazio le forze dell’ordine».

«La cosa più incredibile è che qua c’era qualcuno che, pur di portare via i bimbi alle mamme e ai papà, si inventava violenze sessuali inesistenti, falsificava i reperti, falsificava i disegni, falsificava le perizie. Ecco… il posto giusto per questa gente è la galera. C’è un’inchiesta in corso, non mi voglio sostituire alla procura che sta facendo il suo lavoro».

Salvini ha precisato che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, perché ci sono moltissimi assistenti sociali che svolgono molto bene il proprio lavoro. Ma ha anche affermato a chiare lettere di essere consapevole che il problema degli affidamenti illeciti non si limita alla sola Val D’Enza: «Andremo fino in fondo, non solo sui 10 mila bimbi portati via alle famiglie in Emilia Romagna, ma in tutta Italia, per questo entro questa estate verrà approvata la proposta della Lega per la commissione d’inchiesta sulle case famiglia, in tutta Italia, città per città, comune per comune, assistente sociale per assistente sociale: se qualcuno sbaglia paga».

Mentre il ministro parlava di alcune problematiche inerenti al sistema degli affidamenti in tutta Italia, una donna dall’uditorio ha gridato: «È perché hanno levato la podestà genitoriale, vergogna!».
La donna si riferiva alla recente scomparsa dal diritto della famiglia italiano delle parole ‘potestà genitoriale’ in favore della formula ‘responsabilità genitoriale’; effettivamente anche il senatore Lucio Malan aveva portato l’attenzione su questo cambiamento nella normativa italiana che, sebbene avvenuto in sordina, rappresenta secondo Malan «una cosa concettualmente mostruosa, per la quale il genitore non ha alcuna potestà sui figli, ma ha solo la responsabilità davanti allo Stato, che evidentemente si ritiene padrone dei bambini».

Anche per questo, forse, il ministro Salvini ha dichiarato difronte ai giornalisti che «va rivisto l’intero diritto di famiglia, va rivisto l’affido condiviso, vanno rimessi al centro i bambini, va rivisto il ruolo del tribunale dei minorenni».

Infine il ministro ha sollevato un’altra questione chiave in questa vicenda, l’omertà: «Sicuramente qua più di una mamma e di un papà mi hanno detto ‘si sapeva’. Qua la gente sapeva e nessuno aveva il coraggio di fare, di denunciare, di intervenire. Ringrazio i carabinieri che hanno permesso che l’Italia sapesse, e invito chiunque sia a conoscenza di altri abusi a segnalarli al Ministero dell’Interno, anche dietro anonimato, che farà le dovute verifiche».

La revoca degli arresti domiciliari per Claudio Foti

Il 18 luglio il tribunale del Riesame di Bologna, in seguito all’istanza presentata dall’avvocato difensore, ha deciso di revocare gli arresti domiciliari a carico di Claudio Foti, psicoterapeuta e direttore scientifico della Centro Studi Hansel e Gretel di Torino.

Adesso Foti potrà continuare a esercitare la sua professione, con il solo obbligo di dimora nel comune di Pinerolo. Infatti il tribunale del Riesame ha lasciato decadere l’accusa che lo vedeva colpevole di aver manipolato la mente di una ragazza durante le sedute di psicoterapia, ma continua ad essere accusato di ‘abuso d’ufficio in concorso’. Non si conoscono ancora le motivazione del tribunale, che saranno rese pubbliche entro 45 giorni; ad ogni modo il legale di Foti ha dichiarato: «Il giudice non ha ritenuto che ci siano gravi indizi di colpevolezza, come io ho sempre sostenuto».

Tuttavia, in precedenza il gip di Reggio Emilia Luca Ramponi aveva sostenuto che, durante le sedute terapeutiche con una bambina, Foti avesse intenzionalmente alterato «lo stato psicologico ed emotivo attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell’abuso sessuale e con tali modalità convinceva la minore dell’avvenuta commissione dei citati abusi».

Secondo l’imputato, a scagionarlo sono state le registrazioni video delle sedute terapeutiche in questione, dalle quali emerge – sempre secondo Foti – che le tecniche da lui utilizzate durante le sedute erano perfettamente conformi a standard accademici internazionali nel settore della psicoterapia.

Durante un’intervista con il quotidiano La Stampa il dottor Foti ha dichiarato che ora è pronto a rinnovare il suo impegno per la tutela dei bambini e a «far emergere la verità contro questa ondata di fango, fake news, che sono piovute addosso a me e al centro studi Hansel e Gretel».
Riguardo alla cosiddetta macchina della verità, che in un primo momento alcuni giornalisti hanno definito in maniera decisamente esagerata come ‘elettroshock’, Foti ha affermato: «In realtà erano strumenti di una tecnica validata che serve alla cura del trauma e all’ascolto dei ricordi traumatici dei bambini».

Tuttavia, nonostante la decisione del tribunale del Riesame di Bologna, la procura di Regio sta proseguendo con le indagini, poiché dalle carte dell’inchiesta emerge la centralità del Centro studi Hansel e Gretel nella vicenda di Bibbiano. Tra l’altro, la procura di Reggio – dopo aver ascoltato le intercettazioni delle telefonate tra lo psicoterapeuta e sua moglie – ha deciso di indagare Foti anche per maltrattamenti nei confronti della moglie e dei propri figli. Un’accusa che qualora si rivelasse fondata getterebbe un’impronta ancora più tetra sul sistema degli affidamenti italiani.

Foti infatti è considerato da oltre 20 anni un guru nel settore della psicoterapia infantile; secondo il giornalista Francesco Borgonuovo, il Centro studi Hansel e Gretel è stato presente «in tutte le grosse storie di cronaca riguardanti minori degli ultimi anni, da Veleno – dove avevano supervisionato e partecipato a degli incidenti probatori con i ragazzini che accusavano falsamente i genitori di molestie – è presente qui, è presente nel caso di Biella del ‘96, è presente a Rignano Flaminio […] Continua a lavorare ovunque, e sono riconducibili a una ben precisa ideologia».

Le manifestazioni popolari nella Val D’Enza

Molto interessante il movimento popolare che si è venuto a creare intorno alla vicenda di Bibbiano. Infatti dalla fine di giugno si sono alternati presidi e cortei in diversi comuni dell’Emilia Romagna, perlopiù di natura apolitica.

Sebbene il presidio del 15 luglio a Barco di Bibbiano abbia visto una partecipazione piuttosto limitata, le testimonianze rilasciate dai manifestanti ai pochi giornalisti presenti all’evento sono state significative, poiché molti dei partecipanti erano proprio genitori che hanno subito abusi similari a quelli portati alla luce dall’inchiesta Angeli e Demoni.

Un signore di mezza età presente alla manifestazione ha dichiarato ai microfoni del canale youtube ‘La iena operaia’: «Il mio problema è tale e quale al loro. Hanno preso mia figlia, l’hanno presa a sua madre in principal modo, 8 anni fa circa, e se la sono tenuta i servizi sociali. Gliela hanno ridata per un po, dopo se la sono ripresa, e dal Natale del 2014 è ancora là. Io la vedo due ore ogni venti giorni. La mamma la vede un’ora al mese nell’ufficio dei servizi sociali. Nonostante la trafila: tribunale, ctu di Bologna etc. Niente. Non siamo riusciti a riaverla. Sembriamo peggio che due criminali. È una cosa bestiale. Una cosa indicibile».

Ha poi aggiunto: «Non può una figlia aver passato 8 anni in mano ai servizi sociali, quando io e sua madre non siamo per niente due delinquenti, e ci fanno passare per tali».

Al presidio era presente anche una mamma che ha avuto direttamente a che fare con gli assistenti sociali della Val D’Enza, e in particolare con quella Beatrice Anghinolfi, responsabile dei servizi sociali della valle, che si trova oggi al centro dell’inchiesta Angeli e Demoni. La signora ha dichiarato che i servizi sociali le hanno portato via sua figlia, adducendo motivazioni completamente infondate: «Avevano detto che mia figlia era stata violentata da tutti gli amici di mio figlio. Che mio figlio era un drogato, era uno spacciatore […] Di storie come la mia ce ne sono tante, ne ho sentite peggiori […] Mia figlia è stata violentata da un ragazzo che era seguito dagli assistenti sociali. Questo ragazzo ha dormito a casa mia e all’indomani gli hanno fatto un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). Quindi le cose sono molto forti, molto. Io non sto più zitta, non mi interessa».

La settimana successiva, il 20 luglio, si è tenuta a Bibbiano una fiaccolata che ha visto una partecipazione decisamente superiore: hanno partecipato persone provenienti da tutta l’Emilia Romagna e anche da altre regioni di Italia, desiderose di manifestare la propria solidarietà e vicinanza alle tante famiglie coinvolte in queste tristi vicende.

Durante la fiaccolata sono risuonate nell’aria le parole «chi tace è complice!».

È stata emblematica la testimonianza di un giovane papà presente alla fiaccolata, che ha dichiarato di essere personalmente coinvolto nella questione degli affidamenti illeciti ed ha affermato:
«Le procedure sono di una crudeltà estrema contro le famiglie e contro i genitori. E i bambini ne soffrono in maniera indicibile. Noi, come associazioni genitori, abbiamo svolto delle ricerche in merito ed è emerso che almeno un terzo degli allontanamenti familiari sono privi di fondamento. […] I bambini possono essere tenuti a casa anche quando ci sono delle situazioni di conflittualità perché le famiglie vanno aiutate, e un assistente sociale deve assistere e non distruggere».

La reazione dei social e l’intervento di Laura Pausini e Nek

Il 18 luglio la celebre cantante Laura Pausini ha pubblicato un lungo post su Facebook esprimendo il proprio disappunto dopo aver appreso i fatti relativi alla vicenda di Bibbiano: «Ho appena letto un articolo sulla storia dei bimbi di #Bibbiano. Sono senza parole, senza fiato, piena di rabbia nei miei pugni, mi sento incazzata fragile impotente».
Ha poi messo l’accento sull’inadeguatezza dell’informazione pubblica su questa vicenda: «Non posso credere che abbia dovuto cercare questa vicenda, perché sì, quando sono in tour sono spesso distratta dall’attualità e dalla cronaca ma questa notizia è uno scandalo per il nostro Paese e dovrebbe essere la notizia vera di cui tutti parlano schifati».

Ho appena letto un articolo sulla storia dei Bimbi di #Bibbiano. Sono senza parole, senza fiato, piena di rabbia nei…

Laura Pausini စာစုတင်ရာတွင် အသုံးပြုမှု ၂၀၁၉၊ ဇူလိုင် ၁၈၊ ကြာသပတေးနေ့

Inutile dire che i fan della cantante, e non solo, hanno manifestato grande apprezzamento per la sua presa di posizione; Il Giornale ha definito Nek e Pausini come i «veri megafoni del popolo», poiché hanno richiesto maggiore chiarezza e informazione sui fatti di Bibbiano e sul sistema degli affidi in generale.

 

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