L’Ufficio del Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha dichiarato che «il recente voto preliminare della Knesset [il parlamento israeliano ndr] sulla proposta di annessione della Cisgiordania, definendo l’azione come una provocazione politica deliberata».
Secondo quanto riportato dal canale di notizie arabo Arabi21 New «l’ufficio del premier ha bollato il voto come un tentativo dell’opposizione di fomentare la divisione e di creare imbarazzo a livello internazionale, in coincidenza con l’importante visita in Israele del vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance. Il voto, che ha approvato in lettura preliminare una misura per l’estensione della sovranità israeliana su aree della Cisgiordania, ha sollevato forti preoccupazioni nella comunità internazionale, in particolare ha messo in evidenza le tensioni con l’amministrazione statunitense, contraria a passi unilaterali sull’annessione».
«La dichiarazione dell’Ufficio di Netanyahu mira a prendere le distanze dalla mozione approvata, incolpando i partiti di opposizione per aver strumentalizzato un tema così sensibile in un momento diplomatico delicato. La visita del vicepresidente è infatti cruciale per discutere questioni di sicurezza regionale, inclusi gli sforzi per la tregua a Gaza e la stabilità complessiva in Medio Oriente. Fonti successive indicano che Vance ha criticato apertamente il voto, definendolo un insulto e ribadendo la politica di non annessione dell’amministrazione Trump. La mossa della Knesset, quindi, ha innescato una significativa frizione tra Gerusalemme e Washington, che il governo israeliano cerca ora di minimizzare attribuendone la responsabilità all’opposizione politica interna».




